giovedì 9 maggio 2013

La crisi del sistema minerario nel XVI secolo



La situazione dell'industria mineraria nel Tirolo iniziò a deteriorarsi già nella metà del XVI secolo quando i minatori dovettero iniziare a rifornirsi autonomamente degli strumenti per il lavoro e per l'illuminazione delle gallerie.
Fu proprio per venire incontro a questa necessità concrete che gli imprenditori minerari fondarono insieme una struttura di assistenza, lo "Eisen- und Unschlitthandl", un emporio presso il quale si potessero acquistare all'ingrosso ferro, sego e olio.
Un ulteriore motivi di malcontento era rappresentato ache dal rincaro dei cereali che costituivano il principale alimento non solo per i minatori. La scarsa produzione di derrate alimentari e l'alto prezzo di vendita dei cereali, determinarono vere e proprie rivolte per fame.
le monete d'argento
Verso la fine del XVI secolo iniziava la crisi irreversibile delle miniere; anche a causa dello sfruttamento intensivo e dissenato delle risorse: l'uso massiccio di legname che serviva per le impalcature di sostegno nelle gallerie, sia come carburante per i forni di fusione provocò il disboscamento del territorio con la conseguente rovina del territorio e i consgeuenti pericoli di frane e allagamenti.
La scoperta, poi, dei ricchi giacimenti di ora e d'argento delle Americhe e il graduale spostamento dei mercati internazionali verso l'Atlantico  oscurarono la generale scarsa redditività del omparto minerario europeo, tanto che i potenti magnati - come i Fuggger - si videro costretti ad abbandonare le miniere tirolesi, ch evia via vennero incamerate dall'amministrazione statale.
(Andrea Vitali, Clausa sub Sabione sita)

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