Vipiteno (948 m. s.l.m.), situata nella vasta spianata dello Sterzinger Moos (acquitrino di Vipiteno, originariamente un lago colmato dalle alluvioni del rio Ridanna, dell'Isarco e del rio di Vizze, bonificata alla fine del 1800. Secondo una leggenda, nella Sterzinger Moos, venivano confinate le donne rimaste nubili. Nel fondovalle si trovava in epoca romana la stazione stradale chiamata Vipiteno o Vepiteno.
Il nome di Vipiteno compare nell'827, nel 985 e nel 1050: ne è rimasto un retaggio nel nome Wipptal, derivante dal Vallis Vipitana ed indicante ancora oggi l' Alta Val d'Isarco.
Nel 1180 troviamo per la prima volta il nome di Stercengum, divenuto poi Sterzing. Nella seconda metà del XII secolo la città vecchia si espanse verso sud con una cinta muraria. Il massimo sviluppo si ebbe intorno al 1400, grazie alle miniere di Ridanna e Fleres.
Nel 1433 gran parte della città nuova fu distrutta da un incendio; con la ricostruzione del quartiera la via Città Nuova assunse il suo attuale aspetto.
Torre di Città, "Zwoelfer Turm" del 1470, così detta per la campana che suona l'ora del mezzogiorno. Costruita con funzione difensiva e di rappresentanza, conteneva una cameretta per il guardiano degli incendi.
Nel 1470 fu costruita la sede del Comune in stile tardo-gotico con torricella-Erker del 1524.
La sala consigliare è rivestita con legno rinascimentale e una caratteristica lumiera formata dalla scultura lignea a mezzo busto di Lucrezia, virtuosa matrona romana che si uccise per il disonore di essere stata violentata da Tarquinio il Superbo, ultimo re di Roma. Nel cortiletto interno al Comune si trovano due cimeli romani: un bassorilievo raffigurante il dio della luce persiano Mitria, nell'atto di sgozzare un toro e un miliario romano.
Si consiglia la visita:
- Municipio
- Chiesa di Santo Spirito
- gli antichi Hotel Corona d'Oro e Aquila Nera
- Chiesa parrocchiale dedicata alla Madonna della Palude
- la ex Commenda dell'Ordine Teutonico con il Museo di Hans Multscher
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