Barbara Pachler, nota come la strega di Sarentino "Pachlerzottl", fu l'ultima strega del Tirolo ad essere bruciata viva.
Fu arrestata e imprigionata nella torre di Castel Reineck. Il processo si tenne il 28 agosto 1540 a Castel Kellerburg a Sarentino e, di quel processo, alcuni decenni fa furono ritrovati tutti gli incartamenti.
Una storia tragica, quella di Barbara Pachler, povera contadina di Windlahn, piccolissima frazione di Sarentino.
Barbara fu data alla luce nel maso Stoeckele. Già sua madre fu sospettata di stregoneria e, all'epoca, erano convinti che la madre avesse iniziato alla stregoneria Barbara e sua sorella Angel (che si sposò e si trasferì a Terlano). Alla grave accusa verso la padrona del maso Stoeckele e delle figlie contribuirono l'invidia dei vicini e le abitudini e affermazioni imprudenti della famiglia.
Le due sorelle lasciarono in giovane età la frazione di Prati ed il suo ambiente avvelenato dalle maldicenze.
All'età di 21 anni Barbara sposò Kunz, proprietario del maso Pachler. Essa sperava di poter finalmente sfuggire alle maldicenze e di poter conquistare la benevolenza della servitù e dei vicini con la sua modestia e cortesia.
Purtroppo entrambe le speranze andarono deluse. L'invidia e la gelosia dei vicini e della servitù che malignavano sulle abitudini di Barbara, accusandola di stregoneria. I contadini la ritenevano responsabile di ogni temporale e di qualsiasi disgrazia o fatalità che a loro accadeva. Colpita nel suo intimo dall'ingiustizia e dalla maldicenza si isolò sempre di più, cominciò a trascurare il suo abbigliamento e, talvolta, con i capelli spettinati.
Fu soprannominata Pachlerzottl (la scarmigliata del maso Pachler). Arrestata fu portata sull'orlo della pazzia dalle torture e fu costretta ad ammettere i reati di cui era accusata.
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