La pittura a tempera è la tecnica più utilizzata dal medioevo fino alla seconda metà del Quattrocento, quando verrà gradualmente sostituita dalla pittura ad olio.
Un dipinto si definisce a tempera se il legante dei pigmenti è una sostanza proteica, solitamente di origine animale (tessuti connettivi di erbivori e pesci), nella maggior parte dei casi il tuorlo d’uovo. È la tecnica più coprente in assoluto e il suo solvente è l’acqua.
Supporto ideale per la miglior resa della pittura a tempera è la tavola:
in passato il legno utilizzato era soprattutto di pioppo poiché
piuttosto uniforme, compatto e resistente alle variazioni di temperatura
e umidità. La preparazione della tavola, formata da più assi tagliate
in senso radiale e unite tra loro (quando le dimensioni erano elevate si
applicavano sul retro traverse di sostegno), avveniva attraverso
l’incamottatura, cioè l’applicazione di strisce di lino in
corrispondenza di nodi o fessure del legno, e la successiva stesura e
levigatura di uno strato di gesso e colla.
Sulla tavola veniva poi riportata l’idea pittorica attraverso un disegno, solitamente eseguito a carboncino,
i cui tratti più importanti (per esempio i contorni che separavano le
zone dipinte da quelle da dorare) erano incisi con uno stilo.
La doratura era eseguita a guazzo (*):
la lamina metallica veniva applicata su strati preliminarmente stesi di
bolo armeno, un’argilla di colore rosso che garantiva una resa più
intensa dell’oro.
Si procedeva poi con la pittura vera e propria che
prevedeva la realizzazione di campiture e strati preparatori (per
esempio la terra verde detta verdaccio come base per le tonalità
brune-rosate degli incarnati) su cui si andava sempre più definendo il
soggetto con pennellate sovrapposte e successive. L’opera era poi
completata dalla stesura di lacche e dalla decorazione dell’oro con
incisioni e bulinature.
(*) è un tipo di colore a tempera reso più pesante e opaco con l'aggiunta di un pigmento bianco (per esempio biacca - pigmento tossico a base di piombo - o gesso) mescolato con la gomma arabica. Il risultato è un colore più opaco e più luminoso rispetto al normale colore a tempera.
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