mercoledì 1 dicembre 2010

Il Convento Muri Gries racconta

L' abbazia Muri è situata nel pieno centro dello storico quartiere bolzanino di Gries sull'omonima piazza.
L'abbazia è contigua alla chiesa barocca di Sant'Agostino e i due edifici costituiscono il tratto caratteristico del quartiere.
L'antico complesso del XII-XIII secolo era inizialmente il castello principesco di Gries, territorio che, al contrario del nucleo storico di Bolzano, era sotto il controllo diretto dei conti di Tirolo e non quello del principe vescovo di Trento. Il mastio delle mura è ora il campanile.
Il 22 febbraio 1406 l'arciduca Leopoldo IV d'Austria donò il castello ai frati agostiniani in seguito all'abbandono forzato del convento di Santa Maria in Augia, i cui resti sono visibili nel quartiere Don Bosco.
Dopo la secolarizzazione di Giuseppe II d'Asburgo la chiesa venne donata ai benedettini provenienti da Muri in Argovia, Svizzera.

La zona di Gries è famosa per la produzione di vino Lagrein e i canonici gestiscono dal 1788 una cantina vinicola all'interno dell'abbazia. All'interno è conservato un torchio in legno risalente al 1549.

Il Convento racconta:

Arnoldo II, conte di Morith e di Greifenstein
, fondò con la consorte Mathilde, duchessa di Valay (Baviera), un monastero di canonici regolari di S. Agostino chiamato S. Maria in Augia, in una zona di Bolzano posta alla confluenza di Adige, Isarco e Talvera (dal ritrovamento nel 1986 di alcuni resti si è ipotizzato che il monastero si trovasse nella zona di via Alessandria).
Il conte Arnoldo II era del vescovado di Bressanone e fratellastro di Ulrico di Tarasp, fondatore del monastero di Monte Maria sopra Burgusio a Malles Venosta.
L'imperatore
Federico Barbarossa (1152-1190) ufficializzò nel 1166 l’istituzione del monastero con annessa chiesa, indicando come protettori del convento i conti Federico ed Enrico di Appiano, e i loro eredi.
Nel 1167 si insediò il primo priore, Henrich I, il quale, venuto da Klosterneuburg (presso Vienna), nel 1174 ottenne da papa Alessandro III (1159-1181) anche il riconoscimento ecclesiastico della nuova comunità monastica, fatta di monaci venuti da Novacella. La Bolla del 30 gennaio 1174, che fu sottoscritta anche da 14 cardinali, assicurava al convento, ai suoi membri e ai suoi possedimenti, la protezione papale.
Nel 1179 ci fu la consacrazione della chiesa da parte del patriarca di Aquileia e legato apostolico Odalrich, in rappresentanza del vescovo di Trento, Salomone (1177-1183), che si trovava a Roma per il Concilio ecumenico.
Successivamente venne completata la costruzione del complesso monastico, che attraverso generose donazioni acquistò un’importante ruolo economico e culturale.
Nel 1186 fu lo stesso papa Urbano III (1185-1187) a donare al convento diversi possedimenti e a concedere privilegi; la relativa Bolla elenca le proprietà site non solo nei dintorni di Bolzano ma anche in altre zone, come le valli Pusteria, Anterselva, Vizze.
Sulla vita e sull’attività dei canonici nel XII e XIII secolo vi sono solo scarne notizie. Più che altro sono noti i nomi e gli anni in cui furono in carica i prevosti, e qualcosa si sa delle continue controversie tra i monasteri tirolesi e quelli bavaresi. Non poche volte però, segno della considerazione che i prevosti che si succedettero alla guida del monastero, i loro nomi compaiono a titolo di testimoni in documenti e atti ufficiali. Tutta la serie dei prevosti, col nome e col periodo di governo, si trova affrescata all’interno del convento di Muri-Gries.
Il 22 settembre 1251 il papa Innocenzo IV stabilì 40 giorni d’indulgenza per tutti coloro che avessero visitato, in particolari festività, la chiesa “Sanctae Mariae de Augea”.
Da un documento datato durante il governo del prevosto Heinrich II Mulser (1264-1292) si rileva che il convento era situato “in insula, perciò continuamente soggetto alla minaccia delle acque che lo circondavano.
Con il prevosto Berchtold Maiser (1305-1329) la situazione del monastero migliorò sia economicamente (tra l’altro ottenne l’esenzione dal dazio per l’importazione di sale da Hall e per l’esportazione di vino e cereali) che dal punto di vista religioso. Riuscì anche a procurarsi da papa Giovanni XXII (1316-1334) una lettera in cui si concedeva l’indulgenza per coloro che visitavano la chiesa conventuale e facevano un’offerta.
Pur vivendo il monastero una vera e propria fioritura per il sostegno da parte delle autorità religiose e temporali, i suoi edifici erano continuamente in pericolo a causa delle continue alluvioni, causate anche da infelici regolazioni dell’Isarco e della Talvera. Per porvi rimedio si provò di tutto, senza raggiungere in effetti protezione e sicurezza.
Altre calamità si aggiunsero durante il governo del prevosto Heinrich IV (1329-1341), che fu nominato cappellano di corte del principe territoriale del Tirolo, duca Giovanni di Carinzia.
Le alluvioni in quel periodo furono violentissime; il Tirolo dovette subire la peste, la guerra, le cavallette, il terremoto. Si dice che nel 1337 dal Virgolo si potesse raggiungere in barca la chiesa parrocchiale di Bolzano
.
Sempre più frequenti furono le rotture degli argini, le continue spese per le protezioni portarono il prevosto Johannes IV Haunold (1385-1402) al tracollo finanziario, cui si accompagnò anche un declino della vita conventuale.
In questa precaria situazione, i canonici non ritennero più salvabile il convento, il prevosto Christoph (1402-1417) chiese aiuto al duca Federico IV, detto Tascavuota (1406-1439), ma ad intervenire decisamente fu il fratello di questi, Leopoldo IV, il quale donò con atto del 22 febbraio 1406 il proprio castello di Gries presso Bolzano.
Il 31 gennaio 1407 le acque dell'Isarco e del Talvera distrussero il convento "in Augias".
Nel 1411 i frati poterono entrare nella loro nuova dimora (il castello di Gries), nella quale già era stato posto in salvo l’archivio, i paramenti, le reliquie dei fondatori.
L’antipapa Giovanni XXIII (1410-1415) confermò con Bolla del 23 gennaio 1412 il trasferimento del convento e due anni dopo, il 15 ottobre 1414, conferì al prevosto Christoph (1402-1417) l’uso delle insegne episcopali, pastorale, mitra e altri pontificali, diritto che i canonici si fecero confermare dai successivi papi legittimi Martino V (1417-1431) e Nicolò V (1447-1455), così come tutti i diritti e privilegi del convento.
Al prevosto Christoph si deve la trasformazione della cappella del castello in chiesa conventuale.
Come membro della municipalità di Gries il prevosto Georg doveva contribuire agli oneri; ciò si verificò in particolare nel XV secolo quando si rivelò e crebbe via via il pericolo dei Turchi. Il convento dovette contribuire finanziariamente all’equipaggiamento e all’armamento delle compagnie di Gries. Il convento di Gries, in origine un castello, non ebbe bisogno di fortificazione, come quella che dovette apprestare il convento di Novacella, ma tutti gli uomini abili alle armi dovettero essere organizzati per la guerra. I sei quartieri, in cui era suddiviso Gries, avevano il proprio caposchiera, a loro volta sottoposti ad un comandante. L’armamento degli abitanti posti a difesa era costituito principalmente da corazza, alabarda e moschetto.
Al tempo del prevosto Albert I Probst (1521-1532) Gries non fu risparmiata dai conflitti religiosi, sociali e politici dell’epoca, quali l’irrompere del protestantesimo e la rivolta dei contadini tirolesi. Nel maggio 1525 i contadini iniziarono le devastazione presso la nobiltà e il clero di Bressanone, attaccarono poi Velturno, il convento di Novacella e altri luoghi; la sedizione si spostò poi a Bolzano, dove il 13 maggio i contadini di Rencio, capeggiati da un certo Leonhard Jöchler, posero mano alle armi depredando la casa dell’Ordine Teutonico, mentre quelli di Gries presero d’assalto il convento degli agostiniani. Una certa ripresa della Chiesa coinvolta negli aspri conflitti legati alla Riforma si ebbe con il Concilio di Trento (1545-1563).
Fu negli anni immediatamente successivi che a guidare il convento di Gries fu il prevosto Paul Schröter (1571-1596); tra le decisioni del Concilio vi era quella di curare con sollecitudine e scrupolosità la formazione dei candidati al sacerdozio e che fossero all’uopo costruiti appositi seminari. Fu appunto l’allora vescovo di Trento a preoccuparsi di realizzare quanto auspicato e di costruire perciò un seminario. L’intenzione era di procurarsi i mezzi necessari con tassazione straordinaria a carico di conventi e sacerdoti. Il convento di Gries si oppose a ciò trovando nel protettore arciduca Ferdinando III un difensore della propria posizione. In effetti in quel tempo il convento non versava in floride condizioni economiche.
Johannes Chrysostomus Haberle von Habersburg (1657-1674) fu nominato prevosto del convento. Era un grande amante della storia ed aveva buone doti nel disegno e nella pittura. Scrisse le cronache del convento di Gries, un Mortilogium (libro dei Morti) con i nomi di tutti i canonici deceduti nel convento in Augias fino al 1673, l'elenco dei prevosti di Augias-Gries, Novacella e San Michele all' Adige. Morì nel 1681 ed è sepolto nel cimitero di Gries.
Il convento di Gries raggiunse il punto culminante dal punto di vista spirituale e materiale con il lungo governo di Franz Josef Schaitter zu Lebmannsegg (1698-1752). Il nuovo prevosto rivolse la sua attenzione alla cura della vita religiosa; per rinvigorirla chiese all'abate generale dei canonici agostiniani della basilica lateranense di Roma, Athanasius Clappini, di ammettere nella loro congregazione il conventodi Gries. L'atto di ammissione è datato 19 dicembre 1699, da allora i canonici di Gries si chiamarono "canonici regolari lateranensi" mentre il prevosto ottenne il titolo di "abate lateranense".
In occasione della
festa di S. Agostino, il prevosto Schaitter, teneva lunghi discorsi ai confratelli con citazioni della Sacra Scrittura e dei Padri della Chiesa, esortandoli a rispettare i voti, l'obbedienza a lavorare con zelo ed a ossservare l'ordine del giorno. Vietò loro di frequentare osterie e mangiare e bere fuori dai pasti.
Nel 1717 anche il convento di Gries dovette sottostare a quanto prescritto dall'arcivescovo di Trento Johann Michael con Spaur a seguito della bolla papale di papa Clemente XI, nella quale veniva autorizzato l'imperatore Carlo VI a riscuotere la "tassa dei turchi" (il 10% per tre anni sui proventi delle abbazie, dei conventi, delle chiese, ecc).
Talvolta anche i rapporti con le autorità laiche venivano guastate per le frequenti richieste di denaro per le varie guerre. Il prevosto Schaitter fece molto per l'abbellimento delle chiese, arricchì la biblioteca, ebbe grande interesse per la musica e alle celebrazioni festose delle funzioni liturgiche.

Verso la fine del XVII secolo giunsero da Roma severe disposizioni contro l'uso delle parrucche e di abiti civili da parte dei religiosi. Il capelli lunghi si potevano portare solo previa presentazione di certificato medico. Solo su presentazione di tale certificato, il vescovo permise al prevosto Schiatter di portare la parrucca, ma solo in caso di necessità, ammonendolo però di evitare la vanagloria.

Anche il suo successore Albert II Prack (1753-1781) non ebbe buoni rapporti con le autorità governative, soprattutto con il governo austriaco e il cosidetto "giuseppinismo". Il governo asburgico interferì sempre più nella vita della Chiesa, colpendo pesantemente i conventi. Malgrado queste difficoltà fu propio Albert II Prack la costruzione della nuova chiesa barocca dedicata a Sant'Agostino ad opera dell'architetto e scultore Antonio Giuseppe Sartori. La chiesa fu consacrata il 31 agosto 1788. E' considerata una "pinacoteca" delle opere del celebre pittore Martin Knoller.

Il 5 maggio 1783 fu eletto il canonico ventinovenne Augustin Nagele, il quale si distinse come abile e dotato amministratore del convento di Gries fino al 1787, anno in cui fu incaricato di svolgere le funzioni di abate a Stams. Il 5 ottobre 1790 fu eletto come prevosto del convento di Gries.
Un avvenimento di rilievo di quegli anni fu la consacrazione da parte del principe vescovo di Trento della nuova chiesa conventuale, che divenne la nuova chiesa parrocchiale di Gries, mentre la vecchia chiesa gotica fu chiusa. Tale provvedimento suscitò l'indignazione della popolazione di Gries. Dopo un periodo di relativa calma, ai primi di giugno del 1790 ci fu un'assemblea alquanto animata di contadini che volevano la riapertura dell'antica chiesa. Vennero permesse le funzioni funebri.
Fu il governo bavarese nel 1806 a porre termine alla disputa con la chiusura definitiva e la sconsacrazione della chiesa, che fu riaperta nel 1847 dal benedettino Leodegar Kretz, che la fece restaurare e riconsacrare.
Con la guerra contro Napoleone e le truppe franco-bavaresi che stavano invadendo il Tirolo, le personalità più eminenti del Tirolo (tra queste anche il prevosto Nagele) discussero sul reclutamento delle truppe, sul loro mantenimento e pagamento. Si decise di ottenere l'aiuto di Dio celebrando ogni anno la festa del Sacro Cuore in forma solenne. Per l'attuazione delle decisioni fu incaricata una commissione di difesa territoriale; anche il prevosto Augustin si impegnò di raccogliere fondi, assoldare uomini a proprie spese. Gli anni di guerra non risparmiarono il monastero e la popolazione di Gries; il convento fu adibito a ospedale militare. Nonostante la follia della guerra e le incessanti intromissioni del governo austriaco nella vita conventuale, il prevosto Nagele cercò in tutti i modi di ripristinare la vita religiosa e la cura delle anime.
Nagele riprese i contatti con il pittore Martin Knoller - a quel tempo a Milano - perchè riprendesse l'abbellimento della chiesa parrocchiale. Martin Knoller dipinse le Storie di Cristo con le sei pale degli altari laterali.
Il governo bavarese nel 1807 decretò la soppressione del convento di Gries. Nagele morì il 24 agosto 1815 e fu sepolto nel vecchio cimitero di Gries.

Nel 1845 giunsero a Gries dei monaci benedettini cacciati dall'antico monastero di Muri (nel cantone svizzero di Arrgau, risalente all'XI secolo e fondato dai conti d'Asburgo, predecessori della dinastia stessa) che fondarono una nuova vita monastica nel complesso conventuale abbandonato. I monaci avevano dovuto lasciare il loro convento in pieno inverno; una parte di essi era riparata a Sarnen, il resto aveva trovato una nuova patria a Gries, assumento l'eredità dei canonici di Sant'Agostino.
Prima di entrare nel convento di Gries l'abate di Muri Adalbert Regli attese l'autorizzazione di papa Gregorio XVI che il 7 settembre 1844 permise di assumere Gries come priorato di Muri. La nuova comunità religiosa sulla base di precisi accordi con le autorità civili locali, con quelle ecclesiastiche e politiche, sistemò il quadro giuridico della propra permanenza. Alla sua morte (5 luglio 1881) fu sepolto nel cimitero della vecchia parrocchiale di Gries, sotto una semplice lastra di marmo davanti all'ingresso principale.

Nessun commento:

Posta un commento