lunedì 29 novembre 2010

il ladino


Questa lingua è nata dall' unione tra il reto, lingua degli antichi abitanti delle Alpi, ed il latino volgare, parlato dai soldati e artigiani romani, che avevano occupato le Alpi e quindi sottomesso i Reti nel 15 a.C.
Con il susseguirsi dei secoli si è dunque formata questa nuova lingua, chiamata ladino. In principio questa era usata in tutta la zona compresa fra il Lago di Costanza e Trieste.
Le grandi migrazioni dei popoli durante il Medioevo hanno portato però ad una spaccatura del blocco originario; la maggioranza dei ladini è stata assimilata da nuovi popoli, altri si sono rifugiati in valli deserte o scarsamente abitate. Le cinque valli dolomitiche con 30.000 ladini, il Friuli con 600.000 "furlans" e una piccola parte del Grigione svizzero con 40.000 "rumanc", sono gli unici territori ladini rimasti fino al giorno d'oggi.
Il ladino é soggetto al rischio di venire contaminato ed assimilato dalle due grandi lingue vicine, l'italiano ed il tedesco. Per questo motivo associazioni culturali ed amministrazioni pubbliche tentano con l'uso quotidiano sia scritto che orale di mantenerlo in vita.
Il territorio della Ladinia si sviluppa per circa 1.200km2, ed è occupato interamente dalle Dolomiti; quasi sul suo centro si sviluppa l'imponente Massiccio del Sella, dal quale poi si diramano le cosiddette cinque valli ladine: Val di Fassa ("Fascia") in Trentino, Val Gardena ("Gherdëina") e Val Badia ("Gran Ega") in Alto Adige, e Livinallongo ("Fodom") ed Ampezzo ("Anpezo") in Veneto.

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