lunedì 14 giugno 2010

Piazza e munumento della Vittoria (e/o Piazza della Pace)




Il Ponte Talvera (lungo 131 metri e inaugurato il 4 novembre 1900) collega la città antica di Bolzano con la Piazza detta della Vittoria, da cui si dipartono a raggiera via Diaz, corso Libertà, Via Cesare Battisti e via San Quirino, nonchè le passeggiate e piste ciclabili Lungotalvera che portano da un lato a Castel Roncolo e dall'altro al ponte Resia per poi proseguire su una bella ciclabile fino a Trento.
In passato, il greto del Talvera era molto più ampio, avendo gli argini a scendere dall'odierna via Fago attraverso piazza della Vittoria e continuare per via Orazio.
Durante gli scavi per la costruzione del monumento della Vittoria sono stati trovati dei piloni del vecchio ponte Talvera.
Tra via S. Quirino e via Mendola (dove oggi si trovano le case ex I.N.C.I.S, costruite nel 1927) un grande piazzale chiamato "Tuchcleiche", veniva utilizzato per stendere i grandi bucati e per le esercitazioni dei pompieri e dei militari.
Prima del 1925, data dell'unione dei comuni di Gries e di Bolzano, in questa zona esisteva un bel parco con arcata di glicini, che fungeva da incrocio stradale tra le attuali via s. Quirino, che allora raggiungeva Csatel Firmiano, via Mendola, che si inoltrava nella campagna verso ovest, e via Diaz (allora Vinschgauer Strasse) servita dal tram.
Nel 1917 in questo parco venne iniziata la costruzione del monumento ai Kaiserjaeger, per festeggiare il centenario del corpo, su disegno dell'archietto F. Ehrenhofer.
Con l'avvento del fascismo iniziò l'allargamento della città oltre il torrente Talvera e si avviò alla costruzione del Monumento della Vittoria.
Si dice che Mussolini stesso abbia preparato lo schizzo del monumento, disegnando un'ara sacrificale con arco sorretto da due file di colonne a fascio littorio, con simboli di guerra e pace.
Ufficialmente fu scelto l'architetto M. Piacentini per progettare ed eseguire i lavori, terminati in soli due anni per testimoniare "l'operosità italiana".
Questo monumento in travertino candido di notevole mole, con alberi alti sullo sfondo e reso ben visibile dalle valli convergenti a Bolzano, venne inaugurato alla presenza di vittorio Emanuele III.
Ben 14 colonne a fascio littorio sorreggono l'attico E la "Vittoria saettante" a A. Dazzi.
Sul frontale troneggia una scritta in latino: HIC PATRIAE FINES SISTE SIGNA. HINC CETEROS EXCOLUIMUS LINGUA LEGIBUS ARTIBUS, mentre sul retro si trovani tre medaglioni raffiguranti la Nuova Italia, l'Aria e il Fuoco di P. Canonica.
Al centro del monumento si trova l'ara dedicata ai caduti, dominata dal Cristo Risorto (lavoro in bronzo di L. Andreotti). L'ara stessa è affiancata da nicchie ospitanti i busti di Cesare Battisti sulla destra, quelli di Damiano Chiesa e Fabio Filzi sulla sinistra, eseguiti da A. Wildt.
Nella cripta sottostante, alla quale si accede dal parco retrostante il monumento, troviamo due affreschi di G. cadorin e arredamenti di Sasha Cucchetti.
Il parco della Vittoria si allunga alle spalle del monumento, formando un quadrato verde, con una colonna proveniente dal Foro di Roma, che ricorda i Caduti atesini nelle guerre coloniali.
Tra il 1935-37, vennero edificati gli spazi intorno al monumento. Sul lato nord vennero eretti gli edifici INA alti 5 piani, che si allungano su corso Libertà.
Lungo la facciata fu eretta la fontana a più vasche dedicata al fiume Adige. Sul lato nord si trova un doppio arco che permette l'accesso a via padre Reginaldo Giuliani. Sull'arco di accesso a via Cesare Battisti troneggia la data A.D. MCMXXXVII.
Due piloni alti 24 metri e sormontati dal Leone di Venezia e dalla Lupa di Roma incorniciano il ponte Talvera con vist sul cetro storico e le Dolomiti.

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