"Se vuoi viaggiare veloce, viaggia da solo. Ma se vuoi andare lontano, viaggia in compagnia"
giovedì 20 maggio 2010
Gries
Grandi alberghi lussuosi, ville e pensioni offrivano a illustri ospiti da tutta Europa lunghi periodi di soggiorno, normalmente da settembre a maggio.
Scrittori, poeti, medici, ufficiali, nobili con il loro seguito, tutti cercavano giovamento per la loro cagionevole salute.
L'albergo "Austria" era il più noto, con più di 100 stanze, sale e saloni, grande parco. A poca distanza la villa del barone Biegeleben, villa "Riegler", villa "Guntschna" e villa "Navratil". All'angolo con via Guncina incontriamo villa "Habsburg" dove fu ospte la principessa Stephanie d'Austria, vedova del principe Rudolf suicida a Mayerling.
Scendendo per la via Fago si incontrano le ville "gruber", "Clara", "Ober", "Oberhammer" e "Flora" ecc. L'espansione turistica non aveva stravolto la zona rurale anzi, ville, alberghi e giardini l'hanno resa più elegante e ricercata.
Fu lo scoppio della I guerra mondiale a creare disordini di carattere politico e sociale, danneggiando il turismo con l'impoverimento della nobiltà europea.
martedì 18 maggio 2010
le belle residenze di via Rafenstein
Inizialmente era l'unica via che collegava la val Sarentina e i masi di S. Giorgio, tutti del XI - XIII secolo, con il nucleo di Gries. Di particolare interesse è tuttora il maso "Fuchs im Loch", come conferma un documento del 1295 redatto alla presenza di 12 testimoni giurati, che stabiliva il pignoramento del vigneto per produrre il vino da messa. Il maso dispone di una sorgente che allora forniva l'acqua a tutta Gries.
Anche ponte S. Antonio (l'odierno fu eretto nel 1901) ha la sua storia: fungeva da confine tra il Comune di Gries e quello di Dodiciville, anche se allora non era una semplice passerella di legno.
Nelle vicinanze del ponte si trova la casa, ora ristrutturata, "Zum Steg", in passato meta di molti bolzanini per le merende o per passare una serata lieta. Proseguendo lungo il costone della montagna si incontra casa "Rottensteiner" del 1598, un maso antico con un bel vigneto, in passato residenza estiva dei Rosenthal.
Poco oltre, la stradina passa sotto il portico di casa "Kunig", antica quanto il vicino maso "Mauracher" del 1175, rinomata osteria. Lì accanto, nascosta da enormi cedri, spunta la cosidetta torre Druso o torre Troyenstein. Adiacente alla torre si erge la piccola chiesina di Sant'Osvaldo, nascosta dal parco della residenza "Troyenstein" che nel 1636 passò a Cyriak von Troyer che le diede il nome. Venne trasformata nel 1862 secondo lo stile Tudor.
Sull'altro lato della stradina troviamo Villa Fortuna, dove nel 1912 nacque lo scrittore e storico tirolese Franz Tumler (è morto a Berlino nel 1998).
Chiesa e convento dei Cappuccini
Il castello che sorgeva in posizione strategica nei pressi del ponte sull'Isarco, era stato distrutto dalla popolazione e poi ricostruito accogliendo quella che un tempo era chiamata "Wucherhaus" o "Casa degli strozzini" infatti, intorno al 1300 si trovava il Banco dei Pegni appaltato ai banchieri fiorentini.
Alla fine '300 i duchi d'Austria restaurarono il castello arricchendolo di affreschi con soggetto cavalleresco.
L'importanza del castello finì quando il corso del fiume deviò verso sud.
La chiesa dedicata a Sant'Antonio è semplice, con vestibolo, volta a botte e due cappelle laterali. L'altare maggiore è barocco; vi sono raffigurati S. Francesco e i tre santi patroni della chiesa Antonio, Paolo ed Andrea (opera di felice Brusasorci). Ai lati due tele con S. Giorgio e S. Chiara del ferrarese Giorgio Caletti.
Solo nel 1680 la chiesa venne ingrandita verso la strada. Recentemente il convento è statoa cquistato dalla Provincia Autonoma che dopo aver ampliato vi ha trasferito la sede dell'Accademia Sociale. E' stato parzialmente conservato il bellissimo orto-giardino e le mura che lo circondano.
Sulla sinistra, nella parte nord di via Cappuccini, vi è la Casa del Dazio, una casa stretta con grande erker che mostra sulla facciata lo stemma dei Botsch (banchieri fiorentini) presenti a Bolzano dal 1278 al 1639.
Fra il 1500 e il 1516 la dogana sull'Isarco fu diretta dallo scrivano Hans Ried, che ebbe il compito di copiare tutti i manoscritti di poesia medievale del Tirolo (l'opera rimasta incompleta per la morte del Ried, si trova nella Biblioteca Nazionale di Vienna).
Palazzo Widmann

Dal giornale locale dell'epoca "Bozner Zeitung" sappiamo che era un grandioso palazzo a due piani. Il portone centrale, sovrastato d aun balcone, immetteva in un atrio così grande di non avere eguali in tutto il Tirolo (30 m. di lunghezza, 7 m. di larghezza e altrettanti di altezza). L'atrio realizzato senza alcuna economia di spazio, dava al visitatore un'immediata impresssione di imponenza e di ricchezza.
Al primo piano ci erano i locali di abitazione del proprietario, la biblioteca e le stanze degli ospiti e i locali di servizio con ingressi indipendenti. Questi vani erano posti attorno ad un corridoio dal quale si accedeva al salone centrale, secondo lo stile dei palazzi rinascimentali ai quali l'Altmann si è ispirato.
Il palazzo, sia per il numero degli ambienti che per la disposizione e grandezza, era un'abitazione veramente principesca.
L'architetto Altmann modificò nel 1887 parzialmente questo palazzo, privandolo della sua veste cinquecentesca con evidenti reminiscenze palladiane.
Altre modifiche furono apportate al palazzo dal genero di Altmann, Bittner, che su incarico del barone Widmann aggiunse sul retro un'ala comprendente alloggi per gli ospiti.
lunedì 17 maggio 2010
.. quando a Bolzano c'era il tram ...

Un tempo per la piazza Walther passava il tram. Nel 1909 fu inaugurata la tramvia Bolzano-Gries, che costituiva un comodo collegamento fra la stazione ferroviaria e gli alberghi ai piedi del Guncina (Gries).
Partiva dalla piazza della Stazione e lungo la Parkstrasse arrivava in piazza Walther. Attraversava la Kaiser Josef Platz (oggi piazza Domenicani), Meinhardstrasse (Via Ospedale e via Rosmini), Kaiserin Elisabethstrasse (via Cassa di Risparmio), via Museo, ponte Talvera, la Vinschgauer reichstrasse (via Diaz), arrivava alla Kaiser Franz Josef Platz (piazza Gries) e passando dietro l'Hotel Croce proseguiva per la Habsburgerstrasse (via Fago) raggiungeva l'Hotel Sole (oggi è un convitto).
Il cassone del tram era di legno verniciato di rosso scuro al centro delle fiancate e fino all'altezza dei finestrini sulle testate, di bianco il resto. I riquadri sotto i finestrini laterali erano incorniciati da linee dorate.
Durante il fascismo il tram venne ridipinto di verde scuro e verde chiaro.
Piazza Walther

E' una piazza che cambia in continuazione: può essere il mercato dei fiori, il mercatino di Natale, feste campestri, concerti, festa dello speck ecc.
L'odierna piazza Walther nasce nel XVI secolo come fondale per le rappresentazioni religiose e le parate.
Dapprima si chiamò Maximilianplatz in onore del principe Maximilian I che aveva donato un vigneto situato tra il nucleo storico antico della città e la Parrocchiale dell'Assunta.
Nel 1870 prese il nome di Johann Platz, in onore del fratello dell'imperatore, l'Arciduca Giovanni, che sostenne Andreas Hofer.
Nel 1889 fu eretto il monumento neoromanico di Walther von der Vogelweide, uno die più grandi Minnesanger della letteratura tedesca.
Nel 1925 la piazza prese il nome di Vittorio Emanuele III mentre nel 1946 ci fu un'alternanza di nomi tra Walther e Madonna.
Sul lato nord della piazza si trova l'Hotel Città, progettisti Alois e Gustav Ludwig di monaco di Baviera (1872). Dal balcone della camera 303, rivolta verso piazza Walther, Mussolini tenne uno dei suoi discorsi. Fra gli ospiti illustri ricordo Walt Disney e il boss Lucky Luciano.
Dove oggi si trova la Cassa di Risparmio sorgeva un tempo l'Hotel de l'Europe, davanti al quale si tenevano concerti. Fu demolito nel 1942.
L'Hotel Greif, conosciuto nel '500 come locanda del "Grifone Nero", l'hotel ha una storia molto antica: infatti era già presente al momento dell'impianto della piazza. Primo proprietario, nel 1526, fu Christoph Ull. Nel 1816 ne divenne proprietario Peter Staffler, la cui famiglia è rimasta legata all'albergo fino ad oggi. Chiuso per qualche tempo, l'hotel Greif ha riaperto nel gennaio del 2000, dopo una elaborata ristrutturazione curata dall'archietto viennese Boris Bodrecca. Da notizie ricavate da un manuale per il viaggiatore del 1926 sappiamo che a pianoterra dell'Hotel grifone c'era un noleggio auto (Ufficio Schenker e C.).
L'attuale Banca Nazionale del Lavoro era un tempo l'Hotel Kamposch. L'edificio progettato dall'architetto J. Irschara (1887) è situato nell'angolo sud-est della piazza. E' in stile neo-rinascimentale, con torre quadrata e un erker a base triangolare. Un tempo fu sede del caffè Walther.
Piazza Parrocchia
L'attuale sede centrale delle Poste, nel 1225 era un ospedale (di Santo Spirito) eretto dai signori di Weinegg. Il reparto degli ammalati di peste era dislocato più a sud, di fronte al convento dei Cappuccini.
Il costruttore della torre campanaria del Duomo, lo svevo Hans Lutz von Schussenried, chiuso il cantiere, fu amministratore dell'ospedale dal 1517 al 1521.
Nel 1859 l'ospedale venne trasferito sul lato opposto (ovest, attuale sede dell'Università di Bolzano) del complesso dei Domenicani.
Nell'area sud del Duomo sorgeva la chiesa di San Nicolò, con l'adiacente deposito per i gonfaloni usati nelle processioni, distrutta dai bombardamenti della II guerra mondiale e in seguito demolita.
Sulla piazzetta il 20 febbraio 1810 fu fucilato Peter Mair, luogotenente di Andreas Hofer nella guerra contro i franco-bavaresi. A lui fu dedicato il monumento in stile neogotico.
Nella parte nord della piazza, di fronte al campanile gotico, c'era la "Taverna alla torre".
Là dove sorgevano i servizi dell'antico ospedale (alloggio del fattore, stalla, fienile e cantina) nel 1875 venne realizzata una scuola superiore, e nel 1890 invece al posto della chiesa e dell'ospedale sorse l'odierno Palazzo delle Poste.
domenica 16 maggio 2010
Chiesa di San Domenico "dei Domenicani"

Prende il nome dal convento dei frati domenicani che, giunti a Bolzano nel 1272, costruirono il convento e una prima chiesa di limitate dimensioni, subito ampliata. Nel 1313 vi trova sepoltura Anna di Boemia, moglie di Enrico del Tirolo.
La chiesa sorta nel 1295 era ad una sola navata, come sono in gneere le chiese dei frati questuanti. Entrando oggi nella chiesa si vedono tre navate di pari altezza formate da otto pilastri che reggono le volte nervate a costoloni in cotto.
Due stili segnano l'interno: gotico nel pontile ad arcate e barocco nel coro (1740), il cui accesso era riservato un tempo esclusivamente ai frati.
La Cappella di S. Giovanni, costruita agli inizi del Trecento come cappella funebre su commissione di Boccione de'Rossi.Botsch, è affrescata da pittori provenienti dalla scuola di Giotto. E' a pianta rettangolare, con un'unica navata a tre campate coperte da altre volte nervate impostate su mensole di pietra scolpita. La decorazione è suddivisa a riquadri ed è inserita entro una cornice pittorica unitaria; vengono rappresentate le storie di: S. Giovanni Battista, le storie di Maria, S. Giovanni Evangelista, S. Nicolò, il martirio di S. Bartolomeo, il Trionfo della Morte.
Il chiostro dei Domenicani costruito nel 1275, venne affrescato nel 1300 e ridipinto nel 1400. Durante il XIV e il XV secolo venne affrescato in parte da Friedrich Pacher. Attraverso la nona campata del chiostro, sul lato meridionale, si accede alla cappella di S. Caterina. Si presenta nella originale foggia trecentesca. Sui muri affreschi del XIV secolo.
Nel 1785 avviene la soppressione e la devastazione del convento con la lunga e tragica fase delle spoliazioni e delle vendite. Nel 1794 il convento è adibito ad ospedale. Dal 180 - 20 il complesso è trasformato in caserma e magazzino militare: vengono demolite le 4 cappelle orientali e murati gli archi di accesso. Il livello del pavimento viene alzato e la chiesa soppalcata. Vengono murate le finestre del coro che viene adibito a forno del pane.
Per la formazione dell'attuale Piazza Domenicani nel 1876-77 vengono demoliti il muro che delimitava il sagrato, gli avancorpi nord e dei due chiostri minori. Viene inoltre demolita l'abside della cappella S. Caterina e si insedia la Scuola Industriale.
del periodo oscuro dell'utilizzo militare resta la citazione di un Lazzaretto austriaco allestito nei locali del chiostro durante la I guerra mondiale.
Nel 1916 il giovane medico militare Lorenz Bohler trasformò il lazzaretto in una clinica traumatologica - la prima in Europa e, presumibilmente, nel mondo.
Nel 1932 finalmente si inizia una campagna di restauri, al trasferimento della Scuola Industriale, si danno inizio ai lavori per il Conservatorio.
Purtroppo i bombardamenti aerei della II guerra mondiale danneggiarono ulteriormente l'intero complesso.
Via della Mostra


La via della Mostra è la più elegante delle strade del centro storico. La sua origine si collega all'ampliamento della città, al di fuori del nucleo originario, per opera del principato vescovile che deteneva nella parte meridionale i suoi possedimenti.
E' nel corso del '700 che si definisce il suo nuovo volto con la costruzione di fastose residenze barocche di proprietà delel famiglie aritocratiche, tra le quali primeggiano i palazzi: Campofranco, Menz, Pock, palazzo Trappa (del 1600).
Palazzo Campofranco (dal nome dell'ultimo proprietario) costruito intorno al 1760 sul luogo di un precedente edificio apaprtenente ai banchieri forentini de' Rossi-Botsch. Nell'800 fu la dimora dell'arciduca Ranieri d'Austria.
Palazzo Menz che si estende fino alla retrostante via Argentieri risalke alla fine del Seicento. Entrato in possesso della famiglia Menz fu sottoposto ad una serie di interventi tra i quali spicca la decorazione del salone con un ciclo pittorico di Carl Henrici (seconda metà del '700).
Il palazzo Pock domina con le sue imponenti mase articolate la piazzetta della Mostra. Venne fatto costruire nel 1759 dal commerciante Franz Anton Pock come albergo. Notevole lo scalone interno dalla bella ringhiera in ferro. Ha ospitato personaggi famosi come Papa Pio VI, Goethe, Herder, l'Imperatore Francesco I, in onore del quale nel 1822 prese il nome di Kaiserkrone.
L'area retrostante il palazzo ospitò fino al 1905 un teatro civico.
Piazza del Grano

Otto secoli fa, piazza del Grano, era l'unica piazza di Bolzano, centro della città e del mercato.
Vi sorgevano il palazzo dei vescovi trentini (distrutto da Mainardo II nel 1277), la cappella dedicata a S. Andrea, demolita 200 anni fa, nel periodo di Giuseppe II. La piazza davanti alla cappella già nel 1271 si chiamava Kornplatz, ovvero piazza del grano.
Nel 1515 era chiamata così solo la zona verso i Portici con la Casa della Pesa, mentre la parte verso via Argentieri era detta Kupferplatz (piazza del rame).
Qui si trovava la gogna cittadina fino al 1578 quando fu trasferita in piazza delle Erbe.
Dalla piazza del Grano si raggiunge vi Goethe, attraverso via Argentieri, i Portici per il vicolo della Pesa con il portale romanico in pietra con gli originari cardini, antico accesso del palazzo vescovile.
L'antica Casa della Pesa (Waaghaus), mastio di difesa del complesso vescovile, è uno degli edifici più vecchi della città. In vicolo della Pesa un dipinto raffigura la pesa pubblica e l'ufficio per le misure da usare per i cereali.
La Casa della Pesa fu restaurata e in parte ricostruita da F. Aigentler.
Sulla piazza si affacciava, fino ai primi anni del secolo scorso, il mulino Malfertheiner.
All'angolo con via Portici si trova la farmacia Madonna. Sulla facciata vi è una pregevole statua lignea della Madonna del 1600. Il alto, sotto il cornicione, un fregio del pittore Albert Stolz.
Sulla piazza sorgono l'Hotel Figl e l'albergo Croce Bianca, quest'ultimo sorto al posto del Palazzo Vescovile.
Anche sul luogo della cappella vescovile di S. Andrea venne edificato l'hotel Unterhofer, sul cuie dificio resta una targa in ricordo della chiesa.
martedì 11 maggio 2010
Chiesa di Santa Barbara a Merano
Fino al 1848 intorno alla cappella si trovava l'antico cimitero di Merano. La cappella di S. Barbara fungeva per lungo tempo da cappella funeraria.
sabato 8 maggio 2010
Chiesa dei Francescani


I frati Francescani si insediarono a Bolzano a partire dal XII secolo come i Domenicani e successivamente l'Ordine Teutonico. Bolzano è il primo territorio di lingua tedesca nel quale i Francescani si insediarono. A quell'epoca S. Francesco era ancora in vita e pare abbia soggiornato anche a Bolzano.
La preesistente cappella di S. Erardo appartenente al capitolo del Duomo di Bressanone, originariamente dedicata a Sant'Ingenuino, fu inglobata nel complesso.
La chiesa fu danneggiata da un incendio nel 1291 e venne ricostruita nel 1348.
All'inizio del 1300 fu eretta la cappella della Vergine, in seguito quella di S. Giovanni poi detta di Sant'Anna.
Il coro della metà del '300 presenta ampi finestroni a trifora.
Il campanile a pianta quadrata terminante con cuspide in pietra fu edificato per donazione dei banchieri de' Rossi e finisce nel 1376 sul modello dell'originario campanile del Duomo.
L'interno della chiesa subì alcune modifiche vero il XV secolo, le tre navate divise da pilastri ottagonali furono coperte da volte ogivali. Sul lato sinistro si notano le figure di sedici dottori francescani del 1500 ca.
L'altare della Natività è opera di Hans Klocker di Bressanone (1500) che si ispirò a Michael Pacher e Hans Multscher.
Le attuali volte del chiostro trecentesco, con arcate trilobate sono dovute ad una modifica nel 1400. (vedi "Arma Christi" in gotico lineare e affresco di scuola giottesca)
Verso i primi anni del Seicento i Francescani, volendo aggiornare la decorazione del chiostro, chiamarono a Bolzano Ludwig Pfenodter (pittore tedesco che lavorava a Roma) che giunse con uno stuolo di aiutanti ma fu fortemente contestato dai pittori locali che temevano la concorrenza. Fu costretto ad abbandonare Bolzano, lasciando incompleta la decorazione delle volte dei lati sud e nord del chiostro.
In seguito i nuovi affreschi non ebbero molta fortuna e in parte vennero ricoperti da affreschi settecenteschi. (ai dipinti del chiostro lavorò il frate francescano bolzanino Hilarius Aufenbacher).
Nel 1616 fu costruito l'organo le cue due portelle decorate sono opera di Georg Vischer di Riedlingen, che vi dipinse le "storie di Gesù Bambino".
Questo artista fu un notevole rappresentante della "Durer Renaissance" (1570 - 1630), movimento artistico promosso da Massimiliano I.
Nella seconda metà dell'800 la facciata fu rifatta in stile neogotico, poi fortemente danneggiata dai bombordamenti della II guerra mondile. A seguito dei bombardamenti vennero anche alla luce il sepolcro di 5 Signori di Greifenstein con iscrizioni funerarie, risalenti al periodo 1319-1385.
venerdì 7 maggio 2010
Parrocchiale di San Nicolò

La sua costruzione voluta dal vescovo di Coira nel 1302 quale ampliamento della chiesa duecentesca, si protrasse fino alla seconda metà del 1400. L'interno è formato da tre navate collegate al coro che ha l'ampiezza della navata centrale rispetto allo quale è fortemente obliquo. Quella laterale a nord è più ampia della meridionale. Le tre navate sono separate da dieci colonne cilindriche in blocchi di pietra.
La facciata con merlatura a scala ha il portale di ingresso riccamente decorato e sormontato da rosone. A destra del portale un affresco del 1500 rappresenta il Trasporto della Croce, con personaggi che si muovono in un ampio paesaggio. I due portali ogivali sono riccamente decorati.
Il tabernacolo a cuspide con la statua di San Nicolò risale al XIV secolo; l'affresco di San Cristoforo risale al 1400 ma ridipinto (male!) successivamente da Alfons Silber.
L'alto ed elegante coro a 10 lati, opera delle maestranze sveve è stato ultimato alla fine del 1300. I poderosi contrafforti si alternano a 7 finestroni ogivali con vetrate colorate, due delle quali risalgono al XV secolo.
I due altari di marmo sono opera di Andrea Filippini (1796), che introdusse in regione lo stile tardobarocco lombardo.
Le pale con l'Ultima Cena e la Natività sono di Martin Knoller. L'altare ligneo a portello è del 1500.
Attorno alla chiesa fino al 1850 sorgeva il cimitero.
Il campanile è alto 83 m.e si apre in basso con una arcata ogivale con volta a crociera affrescata. Degli affreschi nella volta il più interessante è quello votivo di un pellegrino in mezzo al bosco che prega davanti ad una croce. La foresta risulta suggestivamente ricca, questo collega l'autore, al maestro Venceslao (autore degli affreschi della cappella del cimitero di Rifiano) alla corrente del gotico internazionale mediato da motivi stilistici veronesi.
giovedì 6 maggio 2010
Via Museo

La Museumstrasse si apre, a partire dal 1278 ad opera di Mainardo II, sulla direttrice che dal borgo cittadino originario conduce oltre il torrente Talvera.
Essa assume il carattere di sobborgo con le botteghe degli artigiani e in particolare dei macellai, da cui il nome originario Fleischgasse conservato fino al XX secolo allorchè nella sua parte terminale viene realizzato il Museo civico.
Allo sbocco verso il ponte Talvera si trova il Museo Archeologico che, originariamente, era sede della Banca d'Italia (1908) su progetto dell'architetto Kuerschner integrando la vecchia residenza Hurlach.
mercoledì 5 maggio 2010
La leggenda di Castel Mareccio
La giovane Clara sconvolta dalla notizia, salì di corsa sulla torre e, disperata, si lanciò nel vuoto e morì..
Castel Mareccio

Castel Mareccio si trova vicino alle passeggiata del Talvera e al centro storico di Bolzano. Il nucleo più antico risale al XII secolo ed è costituito dalla torre del mastio e dall'edificio residenziale a pianta quadrata, compresi in un recinto quadrilatero con merli a coda di rondine risalente al 1237. La primitiva costruzione, denominata domus, apparteneva alla famiglia Heinrich; venne trasformata in castello fortificato intorno al 1240-50 dal nobile Berthold, vicino ai conti di Tirolo, che ne trasse la denominazione von Maretsch (questo nome può derivare dai muri di protezione contro le innondazioni del torrente Talvera, detti muretes). I Maretsch si estinsero nel XV secolo con Daniel Maretsch.
In seguito i proprietari di Mareccio furono Gaspare Reifer, che cedette il castello al principe Tirolese Sigismondo il Danaroso, quindi Giovanni Metzner, che acquistò il castello nel 1476 per poi rivenderlo l’anno successivo al cognato Sigismondo Römer.
I Römer furono gli artefici della trasformazione, che si protrasse per alcuni decenni, della struttura medievale in maniero rinascimentale. Le testimonianze più appariscenti di questo cambiamento sono le quattro torri d’angolo rotonde erette entro il 1530 e gli affreschi di notevole importanza che impreziosiscono le sale del castello.
Nel 1549 i fratelli Roemer: Hans Jakob, Lucas, Cristoph Sigmund, Kaspar Melkior, che ricoprivano prestigiose cariche sociali e politiche, trasformarono il castello in residenza di grande rappresentatività.Ai quattro angoli della cinta frono eretti torrioni circolari. I torrione avevano funzione abitativa. Il cortile interno fu arricchito da una loggia rinascimentale decorata con motivi floreali, si realizzarono cicli di affreschi con soggetti biblici, mitologici, allegorici e araldici.
Al primo piano la sala Thun rappresenta i 7 saggi greci e antichi filosofi. Le pitture a fresco sono di carattere profano.
Nel corso dei secoli passò attraverso a molte proprietà. Nel 1975 fu acquistato dall'Azienda di Soggiorno di Bolzano, che l'ha restaurato e attrezzato come centro convegni e manifestazioni culturali.
sabato 1 maggio 2010
Castel Fahlburg

Nel 1615 la rocca fu trasformata completamente in un castello rinascimentale (su progetto dell'architetto Francesco Lucchese), infatti si trova la finestra serliana. I Conti von Brandis a quel tempo erano in possesso del castello. E da allora in poi il castello serviva come residenza estiva ai Conti von Brandis ed era inoltre sede del tribunale.
Gli elementi rinascimentali sono fino ad oggi ben conservati. Ed anche all’interno del castello troviamo antiche stufe in maiolica, soffitti lignei e bellissimo capolavori del noto pittore barocco Stefan Kessler.
I Conti von Brandis sono ancora oggi in possesso del castello, il quale è stato dichiarato monumento nazionale, e conducono un piccolo ristorante all’interno.
Castel Gatto o Katzenzungen

Il castel Katzenzungen si trova a Prissiano, frazione del comune di Tesimo. Originariamente era una semplice torre, deve il suo aspetto attuale alla radicale ricostruzione del 1500.
A lato del ponte levatoio si estende una superficie tenuta a vigneto con un pianto di vite ritenuta la più vecchia dell'Alto Adige (500 anni). Molto originali le caditoie del sottotetto.