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giovedì 9 maggio 2013

La crisi del sistema minerario nel XVI secolo



La situazione dell'industria mineraria nel Tirolo iniziò a deteriorarsi già nella metà del XVI secolo quando i minatori dovettero iniziare a rifornirsi autonomamente degli strumenti per il lavoro e per l'illuminazione delle gallerie.
Fu proprio per venire incontro a questa necessità concrete che gli imprenditori minerari fondarono insieme una struttura di assistenza, lo "Eisen- und Unschlitthandl", un emporio presso il quale si potessero acquistare all'ingrosso ferro, sego e olio.
Un ulteriore motivi di malcontento era rappresentato ache dal rincaro dei cereali che costituivano il principale alimento non solo per i minatori. La scarsa produzione di derrate alimentari e l'alto prezzo di vendita dei cereali, determinarono vere e proprie rivolte per fame.
le monete d'argento
Verso la fine del XVI secolo iniziava la crisi irreversibile delle miniere; anche a causa dello sfruttamento intensivo e dissenato delle risorse: l'uso massiccio di legname che serviva per le impalcature di sostegno nelle gallerie, sia come carburante per i forni di fusione provocò il disboscamento del territorio con la conseguente rovina del territorio e i consgeuenti pericoli di frane e allagamenti.
La scoperta, poi, dei ricchi giacimenti di ora e d'argento delle Americhe e il graduale spostamento dei mercati internazionali verso l'Atlantico  oscurarono la generale scarsa redditività del omparto minerario europeo, tanto che i potenti magnati - come i Fuggger - si videro costretti ad abbandonare le miniere tirolesi, ch evia via vennero incamerate dall'amministrazione statale.
(Andrea Vitali, Clausa sub Sabione sita)

venerdì 15 marzo 2013

Le miniere, i Fugger, I Tirolo, gli Asburgo e il Papa

L'importanza dei giacimenti d'argento e di rame condizionò lo sviluppo politico istituzionale e sociale della contea del Tirolo. La "moneta di conto", unità simbolica della misurazione del valore dei beni esistenti o prodotti, trovava riferimento seppure parziale nelle valute in metallo, oro e argento in particolare.
Dal 1400 sin quasi alla metà del 1700, le monete di conto subirono, pur nell'altalenare delle oscillazioni, un costante trend alla svalutazione,con inevitabili ripercussioni sul livello die prezzi.
Le miniere del Tirolo erano parte integrante della proprietà del principe. In questo i principi del Tirolo furono inequivocabilmente chiari, spazzando ogni dubbio relativo all'equiparazione tra la proprietà del sottosuolo e quella di superficie. Essi insediarono dei giudici minerari che rilasciavano "concessioni di sfruttamento" dietro versamento del 10% del valore dei metalli estrati. Il diritto di scavo era formalmente localizzato.
La Val Ridanna fu percorsa nel XV secolo da una vera febbre dell'argento. A partire dal 1479 fu accorpata insieme alla Val di Fleres nel "giudizio minerario" di Vipiteno-Colle Isarco, che estendeva la sua giurisdizione anche alle valli Sarentino e Passiria, e costituì uno di più importanti dei 17 distretti minerari nei quali la contea fu suddivisa.
Già a partire dal 1427, con disposizione del principe del Tirolo Federico IV (soprannominato "Tascavuote", fu emanato un ordinamento minerario che prevedeva la concessione di privilegi a tutto il settore, ma soprattutto lo svincolo dello stesso da qualsiasi competenza dei giudici ordinari. Il giudice minerario era l'unica autorità cui spettasse l'amministrazione della "regalia mineraria". Aveva facoltà di imporre imposte e tasse, ma soprattutto aveva il compito, attraverso l'esattore dell'argento, di controllare il corretto versamento di quanto dovuto al principe in base alla concessione di estrazione.
Il flusso d'argento estratto dalle miniere garantì reddito costante ai principi del Tirolo. Lo sviluppo del settore produsse effetti moltiplicatori nell'economia, accrescendo le industrie del legname e dei trasporti, oltre ad attività commerciali ed edilizie che fecero di Vipiteno un bella e ricca città. Esso offrì una grande opportunità ai principi di Tirolo che, dissanguati nelle finanze a causa delle lotte sostenute dall'imperatore Massimiliano per costruire prima e consolidare poi il potere, si valsero della "regalia mineraria" per ricorrere al credito dei banchieri Fugger.
Alla morte di Massimiliano I (1519), Carlo V d'Asburgo, per mantenere sotto il suo controllo l'impero e per contrastare le aspirazioni del re di Francia - perenne enmico degli Asburgo -ottenne dai Fugger un prestito di 600.000 fiorini, in parte garantito dai proventi delle miniere, in parte dalla cessione delle stesse proprietà ai Fugger.
I Fugger divennero i grandi padrini finanziatori degli Asburgo, consentendo con i loro capitali la continuità dinastica dell'impero.
Tale dedizione doveva essere ripagata non solo con la restituzione dei capitali maggiorati dagli interessi, ma con un conferimento di nobiltà. A un componente acquisito dalla famiglia Fugger, l'imperatore Carlo V concesse nel 1527 il titolo di conte dell'impero.

Nel 1514 il papa Leone X concede "l'indulgenza plenaria" ai fedeli che avessero offerto l'elemosina per la costruzione della nuova basilica di San Pietro a Roma.
Nel 1515 Leone X con la bolla "Sacrosanti Salvatoris et Redemptoris" nomina il principe Alberto di Brandeburgo commissario delle indulgenze.
il monaco tetzel inizia la sua attività di divulgazione e di propaganda per la loro vendita. Evento spirituale per taluni, ma soprattutto evento economico, al quale i Fugger non sono estranei.
Infatti essi avevano concesso un prestito di 30.000 fiorini al principe Alberto affinchè potesse ottenere, oltre al vescovado di Magonza, anche quelli di Magdeburgo e di Halberstadt. 
Ma per restituire la somma con gli interessi fu raggiunto un accordo con i Fugger, in base al quale il 50% degli introiti derivanti dalla vendita delle indulgenze sarebbe stato versato nelle casse papali, l'altro 50% ai Fugger, che divennero paladini della cristianità e dell'impero.

La triade Gott (Papa) - Kaiser (imperatore) - Vaterland (Patria) si chiudeva. Il Vaterland diveniva il collante per la contiguità tra papato e impero, ove  a fianco degli oratores (Papa) e dei bellatores (imperatore) si ponevano i labratores (popolo). A questi ultimi si offriva, come contropartita alla fatica e agli stenti del vivere quotidiano, la salvezza dell'anima, perpetuando nei fatti l'assetto economico feudale in un quadro di "giustificazione sacra dell'ingiustizia".

Riconoscimenti e concessioni non valsero a salvare i Fugger dal fallimento, quando dell'ondata d'argento americano invase l'Europa e portò a un'impennata inarrestabile dei prezzi. Carlo V fu posto nell'impossibilità di far fronte ai prestiti contratti, sempre impegnato com'era nelle guerre contro la Francia e, da ultimo, anche contro i principi protestanti, sino alla sua abdicazione (1556)

.......

(Renzo Caramaschi, Per malghe e per rifugi in Alto Adige, ed. Raetia)

venerdì 1 marzo 2013

Flaner Jöchl sul Monte Cavallo


L'escursione inizia alla stazione a monte della cabinovia Monte Cavallo in direzione di "Kastellack" e prosegue sul sentiero circolare (segnavia) fino al Flaner Jöchl. 
Lungo il percorso ci sono più possibilità di sostare per recuperare energie, al rifugio Furlhütte, rifugio Sterzingerhaus ed il rifugio Sternhütte.

martedì 4 dicembre 2012

Mercatini, mercatini e ancora .... mercatini

Assaporare l'atmosfera del Natale più autentico, fatto di specialità dolciarie come: Zelten, Strudel e Lebkuchen; l' artigianto altoatesino con le scultore in legno o i piccoli capolavori in ceramica; presepi, addobbi natalizi, e prodotti tipici dell'Alto Adige; visite a musei; un giro in ; musica e burattini ....

  • Christkindlmarkt di Bolzano, città dell'incontro tra culture, dal 30 novembre al 23 dicembre 2012
  • Christkindlmarkt di Merano, piacere e benessere, dal 30 novembre 2012 al 6 gennaio 2013
  • Christkindlmarkt di Bressanone, città dei presepi, dal 30 novembre 2012 al 6 gennaio 2013 
  • Christkindlmarkt di Vipiteno, storia di una città mineraria, dal 30 novembre 2012 al 6 gennaio 2013 
  • Christkindlmarkt di Brunico, Natale in montagna - tradizione e attualità - dal 30 novembre 2012 al 6 gennaio 2013 



martedì 15 maggio 2012

Giornata internazionale dei musei

Per la Giornata internazionale dei musei di domenica 20 maggio sarà possibile visitare gratuitamente molti musei altoatesini.
Per informazioni: www.giornatadeimusei.info


  • Bolzano e dintorni
  • Bolzano: Museion - Museo Civico di Bolzano - Museo di Scienze Naturali - Museo Archeologico dell'Alto Adige - Museo Mercantile -
  • Renon: Museo dell'apicoltura al Maso Plattner -
  • Cornedo Isarco: Museo di Collepietra
  • Siusi: Museo tradizionale del contadino MasoTschötscher
  • Castelrotto: Museo della Scuola a Tagusa, la vita scolastica di un piccolo paese
  •  
  •  Val Venosta 
  • Sluderno: Museo della Val Venosta - Castel Coira -
  • Senales: Archeoparc Val Senales

  • Burgraviato
  • Naturno: Museo San Procolo - 
  • Parcines: Museo della macchina da scrivere Peter Mitterhofer - Fr. Tel Collezione Bagni Egart Museo reale e imperiale
  • Tirolo: Castel Tirolo - Museo agricolo Brunnenburg (Castel Fontana) 
  • San Leonardo Passiria: Museo Andreas Hofer
  • Merano: Museo civico di Merano - Castello principesco - Museo delle Donne - Museo del vino a Castel Rametz - Merano Arte
  • Lana: Museo della frutticoltura, Residenza Larchgut 
  •  
  • Oltradige e Bassa Atesina
  • Appiano: Castel Moos-Schulthaus
  • Caldaro: Museo del vino
  • Egna: Museo della cultura popolare 

  • Val Gardena e Val Badia
  • Ortisei: Museum Gherdëina
  • San Martino Badia: Museum Ladin Ćiastel de Tor -
  • San Cassiano Badia: Museum Ladin Ursus ladinicus
  • Valle Isarco 
  • Chiusa: Museo civico di Chiusa - fraz. di Gudon, Museo locale
  • Velturno: Castel  Velturno
  • Funes: fr. Tiso, Museo Mineralogico
  • Bressanone: Museo Diocesano Palazzo Vescovile - Museo della Farmacia

  • Alta Val d'Isarco
  • Fortezza: Forte asburgico
  • Vipiteno: Museo Multscher 
  • Racines: Museo della caccia, Castel Wolfsthurm - Fr. Ridanna, Museo delle miniere

  • Val Pusteria
  • Brunico: Museo civico - Fr. Teodone, Museo degli usi e costumi
  • Campo Tures: Castel Taufers
  • Valle Aurina: Fr. Cadipietra, Museo delle miniere-Granaio Cadipietra
  • Predoi: Museo della miniera di Predoi

domenica 19 febbraio 2012

Vigil Raber, pittore, commediografo del sacro e profano

La famiglia di Vigil Raber era una famiglia borghese di Vipiteno. Come risulta dai documenti, essa si era insediata stabilmente a Vipiteno a partire della seconda metà del XV secolo. Dal 1469 Michael Raber, padre di Vigil, possedeva una piccola casa a due piani con annesso panificio nella parte nuova di Vipiteno, non lontano dalla torre cittadina. Il 6 aprile 1518, alla morte del padre Michael, Vigil Raber, quale primogenito rinunciò al diritto ereditario sulla casa a favore della madre, dei fratelli e dei figli di suo zio Christian. Questa eccessiva frantumazione dell'eredità può spiegare il motivo per cui, nello stesso 1518, la casa natale venne venduta.

Alquanto incerta risulta essere la data di nascita di Vigil Raber non esisrendo alcuna testimonianza documentata, poichè i registri dei battezzati della parrocchia di Vipiteno, che dipendeva dall'Ordine Teutonico, vennero iniziati solo 25 anni dopo la sua morte. Si presume tuttavia che tale data risalga all'ultimo quarto del '400.
Vigil non seguì la professione paterna, ma frequentò la Lateinschule, scuola di latino a Vipiteno.
L'attività artistica di Raber si svolse a Bolzano, importante città commerciale e di transito.
Complessivamente l'attività artistica di Raber si presenta alquanto articolata: egli fu artigiano e artista, pitturò palazzi, dipinse le bandiere della processione del Corpus Domini e di S. Giorgio, restaurò antichi dipinti, statue della via Crucis ecc.
Oltre all'attività di pittore Raber organizzava le rappresentazioni teatrali popolari in occasione delle processioni e della Passione di Cristo.

Nel 1523 Raber ritornò a Vipiteno durante il turbolento periodo storico legato alle rivolte dei contadini e socio-religiose guidati dal suo amico Michael Gaismair.
Raber era interessato alle nuove istanze religiose di influsso evangelico luterano (vedi l'Emmausspiel del 1523).

lunedì 21 novembre 2011

I Mercatini Originali dell'Alto Adige/Südtirol


Il mercatino di Natale è una tradizione che affonda le sue radici nella cultura mitteleuropea, un’usanza caratterizzata da luci, profumi e colori che evocano ricordi lantani. La tradizione dei mercatini di Natale risale ad un tempo in cui gli acquisti all’ingrosso non si facevano nei supermercati, ma bisognava aspettare le fiere organizate alla scadenza di ricorrenze annuali come l’Avvento.

Le prime tracce di mercati natalizi risalgono al XIV sec. in Germania e in Alsazia con il nome di Mercato di San Nicola. Il primo documento che attesta un mercato di Natale risale al 1434 a Dresda. Durante la Riforma protestante fu ribattezzato Christhdlmarkt, mercato di Gesù. Altri antichi mercati di secolare tradizione sono quello di Salisburgo risalente al 1570 e quello di Norimberga.

Ancora oggi vive questa tradizione non solo nel nord Europa ma anche in Italia i mercati natalizi sono divenuti una sorta di moda molto diffusa.Ogni città o piccolo borgo italiano nel periodo natalizio presenta il suo mercato incorniciato da casette di legno, immerso in parchi verdi o racchiuso in splendide piazze storiche, e regala a tutti i suoi visitatori esperienze fatte di colori, sapori e profumi inebrianti.Il visitatore ha l’imbarazzo della scelta, le diverse bancarelle presentano dolci e prelibatezze locali sempre apprezzate e ricercate. Inoltre è facile imbattersi in oggetti di artigianato unici, che spesso altro non sono che idee regalo pronte a stupire.Manufatti in lana, giocattoli, decorazioni natalizie, artigianato vero e locale,costoso a volte, ma unico nel suo genere.

In una atmosfera magica fatta di profumi e luci, giovedi 24 novembre si svolgerà l'inaugurazione del famoso "Mercatino di Natale" in piazza Walther alle ore 17,00, arrivato alla sua 21.ma edizione.
Dal 25 novembre al 23 dicembre piazza Walther ospiterà le caratteristiche casette in legno del "Christkindlmarkt"; 80 espositori propongono tipici addobbi in vetro, legno e ceramica, tante idee regalo all'insegna della più genuina tradizione artigianale, nonché specialità gastronomiche e deliziosi dolci natalizi come il famoso "Zelten" di Bolzano.

NOVITÁ 2011: verrà allestito un Mercatino per bambini in via e piazza della Mostra con degli stand a misura dei visitatori più piccini, dove verrà proposta animazione che coinvolgerà in modo interattivo i bambini: preparare biscotti e le decorazioni per l'albero di Natale, narrazione di fiabe, preparazione del prodotto messo in vendita, confezione di decorazioni varie.

Sorprese per gruppi e ospiti individuali

L'Azienda di Soggiorno ha in serbo alcune proposte interessanti per gli ospiti che soggiornano in città durante il Mercatino di Natale.

Per i gruppi

Ai gruppi di almeno 20 persone che effettuano una o più pernottamenti in città tra domenica e venerdì viene offerta una visita guidata gratuita del centro storico della durata di 2 ore. È richiesta la prenotazione al numero 0471 307000 oppure via mail a info@bolzano-bozen.it.

Per gli ospiti individuali

Chi soggiorna a Bolzano per almeno tre notti può ritirare una tazzina originale da collezione del Mercatino di Natale consegnando l'apposito buono rilasciato dall'albergo presso l'Ufficio Informazioni in Piazza Walther 8.

Per tutti

L'edizione speciale della Bolzano Bozen Card del Mercatino propone una serie di agevolazioni per chi vuole conoscere i tesori artistici e non solo di Bolzano! Sarà in vendita presso il il nostro Ufficio Informazioni in Piazza Walther 8.

Orari d'apertura del Mercatino:
lun–ven 10.00–19.00
sab 9.00–20.00
dom 9.00–19.00
8 dic–11 dic 9.00–20.00.

Mercatino di Merano all'insegna del piacere e riposo
25.11.2011 - 06.01.2012 - Passeggiata Lungo Passirio

Natale all'insegna del piacere e del riposo: abbandonarsi alla carezza del wellness, scoprire tra le bancarelle pregiate creazioni artigianali, specialità pasticcere e attrazioni per i bambini. In questa splendida città termale le occasioni di benessere non mancano mai.

Bressanone. Arte e storia 25.11.2011 - 06.01.2012 - Piazza Duomo
La suggestione del presepe, che qui vanta una storia di 800 anni, rivive in una festa di colori, sapori e musica. E, naturalmente, tradizionali decorazioni da ammirare sulle bancarelle di Piazza del Duomo. Imperdibile una visita al Palazzo Vescovile, con il Museo dei Presepi.

Brunico. Artigianato e tradizione 25.11.2011 - 06.01.2012 - Via Bastioni e Piazza Municipio

La "Perla della Val Pusteria" è l'ideale per conciliare il divertimento sulle piste da sci con emozionanti passeggiate tra le incantevoli case medievali della Via Centrale. Dove il Mercatino di Natale offre i più caratteristici prodotti artigianali e specialità dolciarie per tutti i gusti.

Vipiteno. Tra passato e presente 25.11.2011 - 06.01.2012 - Piazza Città

Qui la magia del Natale è nel centro storico, scrigno di tesori culturali del Medioevo, nonché di una lunga tradizione mineraria testimoniata da una speciale mostra. L'imponente Torre delle Dodici, nella piazza principale, fa da sfondo al Mercatino che riscalda e illumina la città.

sabato 24 settembre 2011

Castel Tasso/ Schloss Reifenstein





Il castello, tra i meglio conservati della regione, appartiene al periodo più antico dell'architettura castellana tirolese.

Feudo del vescovo di Bressanone già prima del 1100 fu attribuito ai signori di Stilves a partire dal 1170, quindi ai Trautson. Dal XIII secolo di proprietà dei conti di Tirolo e tenuto dai suoi ministeriali, passò nel 1469 ai Cavalieri dell'Ordine Teutonico che loebbero finoalla secolarizzazione napoleonica del 1809.

Nel 1813 il governo bavarese lo cedette, come indennizzo, ai Thurn und Taxis, gestori dell'organizzazione postale europea.

Resti delle fandazioni del primitivo castello della fine dell'XI secolo sono attestati sul punto più alto della collina, il mastio è del XII secolo. Circondato da un muro di cinta quadragonlare ha sempre avuto una funzione esclusivamente militare.

Al piano terreno si trovano tre costruzioni in legno che fungevano, presumibilmnete, come dormitori per servi e soldati. Al primo piano, da cui sale a quello superiore una scala in legno originaria, la trave principale del soffitto è sorretta al centro da una rara testimonianza di pilastro duecentesco in legno, quadrato alla base, decorato con particolari a bugnato. Alto 6 metri, al pilastro sono inseriti due sostegni "a forchetta". Di poco posteriore è l'ampia cucina.

Con il passaggio swl castello all'Ordine Teutonico il cavaliere Wolfgang von Neuhaus e il suo successore Heinrich von Knoringen provvidere al suo ampliamento e alla sistemazione degli interni.

Tra le numerose sale dell'ampia costruzione le più notevoli sono: la Sala del Capitolo, o stube gotica, e la Sala Verde ce occupatutto il secondo piano.

Venne creata una corte interna con la cisterna che raccoglie l'acqua piovana raccolta dalle falde dei tetti.

La sala del capitolo è completamente rivestita con tavole in legno di pino incorniciate da sottili liste fissate con borche. Gli stemmi riccamente ornati dipinti sulla trave e sopra la porta appartengono all'imperatore Massimiliano, all'Ordine Teutonico e al cavaliere Wolfgang von Neuhaus.

La sala verde è un fantastico intreccio di viticci di colore verde, che acquistano rilievo con l'ombreggiatura nera e i girali di colore bianco. L'attuale colore verde malachite è conseguenza dell'umidità che ha trasformato in questo l'originale blu azzurrite. Tra i girali appaiono anche fiori e frutta colorati ma anche alcune figure come: un folle con una gabbia di uccelli, un personaggio che si arrampica, alcuni Santi tra i quali Cristoforo, Wolfgang e nella nicchia della finestra S. Antonio l'Eremita e S. Antonio da Padova. La cappella è divisa dalla stanza da un cancello in legno traforato a sesto acuto di rara bellezza.

Dalla sala verde si accede alla "stanza dei conti" per una scaletta a ripidi scalini ed un portale a schiena d'asino con due porte in ferro. Sulla porta con il battente è dipinta l'inconsueta figura del "Nessuno", un vecchio che si contorce le mani, accanto a lui una spada spezzata e vesti stracciate che stanno a significare la sua mala sorte: egli rappresenta il capro espiatorio.


Palazzo Comunale di Vipiteno




Costruita tra il 1468 e il 1473 e rinnovato tra il 1524 e il 1526, mostra forme tardogotiche. La facciata presenta due imponenti erker a torricella poligonale con conclusione merlata, che poggiano sul portico sorretto da colonne di marmo. Progettata dall'architetto di corte Joerg Kolderer, nei riquadri sotto le finestre dell'erker sono collocati gli stemmi d'Austria, del Tirolo e della città di Vipiteno. Il portale in legno risale al 1594.

Nella sala del consiglio, rivestita in legno, dal soffitto pende la lumiera in legni dipinto con il busto della "Lucrezia romana" morente, denominata in tedesco "Luesterweibchen". Numerose opere d'arte sono collocate al primo piano e nel corile sono sttai collocati a riparo dagli agenti atmosferici il rilievo del dio Mitra e il miliario romano.


La Torre delle Dodici

La Torre delle Dodici, detta anche torre civica, costruita da Jobst Schoettl è l'emblema di Vipiteno e separa il nucleo storico in una zona nord, detta Città Vecchia, e una sud, la Città Nuova. L'odierno aspetto della Torre delle Dodici con il tetto a doppia falda e frontoni di pietra gradonati, ricostruito dopo che un incendio aveva distrutto l'originaria guglia in legno, risale al 1867. La prima pietra della Torre venne posta dal Duca Sigismondo "il Danaros" in persona nel 1469, e i lavori di costruzione vennero conclusi nel 1473. Il fronte meridionale presenta una lapide commemorativa in marmo dorato apposta nel 1478 a memoria del Duca Sigismondo.

Chiesa dello Spirito Santo o dell'Ospedale


La chiesa dello Spirito Santo o dell'Ospedale risale alla fine del XIV secolo e originariamente faceva parte dell'ospedale medievale; al suo interno è ancora visibile la porta-passaggio, ora murata.

L'interno ha una navata molto ampia divisa in due campate con volte a crociera costolonata, ed è chiusa ad est da un'abside semicircolare, ora troncata.

Venne realizzata nel 1399 insieme all'edificio adiacente, adibito originariamente a ospedale. Gli affreschi sono opera del maestro Hans (Giovanni) da Brunico, principale rappresentante della scuola pittorica di Bressanone e della Val Pusteria..

Nell'ambito della goticizzazione delle chiesa i preziosi affreschi vennero coperti, per venire poi nuovamente portati alla luce, sistemati e in parte ritoccati nel corso dei lavori di restauro dell'intero complesso nel 1939.

Sulla parete dell'altare si allineano le scene: della Visitazione, del Trasporto della Croce, dell'Annunciazione, della Resurrezione; su quella opposta si può ammirare il Giudizio Universale. Sulla parete nort il Corteo dei re Magi, la Strage degli Innocenti, S. Elena e 6 scene della Passione; ad est e a sud altre scene evangeliche. Sulla volta sono affrescati a colori vivaci 8 medaglioni con le immagini dei Profeti, dei Padri della Chiesa e dei Simboli degli Evangelisti.


da Postumia Victorina a Claudius Raeticianus

All'interno della parrocchiale dedicata a "S. Maria in Vipitin" si trovano alcune lapidi funerarie tra le quali quella con il busto dell'ultima badessa di Sonnenburg in Pusteria, la baronessa Gertrud Rohrbis, che alla chiusura del convento si insediò insieme ad alcune monache nella residenza Joechslturm di Vipiteno e morì nel 1791.

A fianco del portale è collocata la lastra funeraria di età tardoimperiale romana, dedicata a sè e al genero Claudius Raeticianus da Postumia Victorina.

venerdì 23 settembre 2011

Chiesa parrocchiale di S. Maria in Vibitin








A un chilometro ca. a sud di Vipiteno sorge l'imponente chiesa dedicata a S. Maria della Palude ("Unsere Liebe Frau in Moos"), così denominata dai vasti acquitrini che qui un tempo si estendevano. La posizione decentrata è presumibilmente da spiegare con il fatto che ad essa facevano capo molte comunità provenienti dalla Valgiovo, da Racines, Telves ecc.

E' la chiesa più alta tra Monaco e Verona; misura 32 m in altezza, la navata è 38 m di lunghezza e 23 m di larghezza. Fu edificata sui resti di una chiesa romanica nei pressi del cimitero romano, la cui testimonianza fu il ritrovamento della lapide mortuaria di "Postumia Vittorina" ora esposta sulla parete nord della navata. I lavori, diretti da Hans Feur, iniziarono nel 1417 e furono completati nel 1451, mentre l'altare gotico, alto 12 m, opera dello scultore Hans Multscher di Ulm fu collocato nel 1458. Nel 1497 iniziarono i lavori per ampliare la navata, sotto la direzione di Hans Lutz di Schussenried, inserendo un colonnato di marmo bianco della vicina Valle Racines, i lavori terminarono nel 1525. Nel 1753 la chiesa fu sottoposta ad un nuovo rifacimento asportando le parti gotiche e sostituendole con arricchimenti barocchi e con affreschi di Joseph Adam Mölk.

L'interno, barocchizzato verso la metà del '700, ha tre navate di uguale altezza come le "Hallenkirche" che sono sorrette da 8 colonne in blocchi di marmo di Racines, decorate con gli stemmi dei ricchi donatori. Nel corso della barocchizzazione fu asportato l'altare a scrigno di Hans Multscher e sostituito con l'altare dello scultore Jakob Gratl di Stilves nel 1780.

Nel 1860 fu ordinato un altro altare neogotico (opera di Bertrand Schoepf) per porvi alcune statue dell'altare gotico di Hans Multscher: la Madonna con il Bambino tra le Sante Orsola, Barbara, Caterina e Apollonia.

Gli altri pezzi recuperati dell'antica opera del Multscher si trovano nel Museo dell'Antica Commenda dell'Ordine Teutonico.


Castel Pietra - Schloss Sprechenstein

Il castello, il cui nome è stato collegato al fenomeno dell'eco con gli "sprechenden Steine" sorge su un alto sperone roccioso, sulla sinistra della valle a sud di Vipiteno. La sua origine è senza dubbio legata all'antica strada che correva a monte dello sperone. Il mastio cilindrico coronato a merli guelfi e collogato solo in un punto alla montagna.

L'ampia cerchia murata era detsinata in origine ad accogliere la popolazione nei momenti di pericolo, mentre il mastio e i suoi annessi, con l'ulteriore protezione del muro trasversale che suddivide all'interno la cinta, costituiva il punto nevralgico della difesa. Il complesso, con l'estinzione della famiglia Trautson nel 1711, passo ai principi Auersberg di Salisburgo, ed è ancora proprietà degli eredi.

Il palazzo risale al XII secolo, è un edificio a torre le cui fondamente poggiano direttamente sulla roccia. La sala del primo piano conserva resti della decorazione affrescata a motivi ornamentali nei colori rosso, bianco e giallo. Gli affreschi della sala costituiscono una preziosa quanto rara testimonianza di pittura profana del XIV secolo.

La cappella al pianterreno è dedicata a Sant'Erasmo ed è posteriore a quella originaria dedicata a San Bartolomeo.


venerdì 5 novembre 2010

i Fugger in Tirolo


Il capostipite dei Fugger, scomparso nel 1408 ad Augusta, non era che un agiato tessitore specializzato nella produzione e nel commercio di panni.
I suoi due figli, Andreas (1408) e Jacob il Vecchio (1469) fondarono rispettivamente la dinastia dei Fugger “del Capriolo” e quella detta “del Giglio”, così chiamate per i simboli che avevano scelto nelle loro insegne.
Nel Quattrocento ebbe maggiore fortuna il ramo del Capriolo e fu soltanto a partire dal 1473 (anno in cui fu riconosciuto con la lettera araldica lo stemma dei Gigli) che l'altro ramo cominciò ad imporsi su scala nazionale. Fu proprio allora infatti che i Fugger entrarono per la prima volta in rapporto con l'imperatore Federico III d'Asburgo, mentre il giovane Jacob (1459-1525), che si doveva rivelare il genio economico della famiglia, abbandonava il suo posto di canonico per entrare negli affari.
Jacob, denominato poi a buon diritto “il ricco”, trascorse qualche anno di tirocinio in Italia e fu proprio grazie a questa esperienza che comprese quanto i rapporti abilmente intrattenuti con i principi, che in genere non si intendevano granché di affari, potessero davvero contribuire al successo economico di scaltri finanzieri. Quando, nel 1487, l'arciduca Sigismondo d'Asburgo si trovò nell'impellente necessità di denaro fu proprio Jacob Fugger che si offerse di prestarglielo in cambio di un favore che costituì il trampolino di lancio della sua incredibile fortuna finanziaria. Sigismondo gli garantì come contropartita la propria parte sulla produzione d'argento delle miniere del Tirolo. Fugger non attese un momento a vendere quel metallo prezioso (e il rame che riuscì a procurarsi) sulla piazza ove ciò era più vantaggioso, e cioè Venezia.
Introdottosi in questa lucrosa attività, il Fugger riuscì ad ottenere in seguito di partecipare all'esercizio diretto delle miniere e dei forni per la fusione dei metalli.

Egli non tardò a constatare che si trattava di un filone molto redditizio e quindi dal Tirolo estese la sua attività alle vicine miniere della Stiria e della Carinzia oltre che a quelle ungheresi e spagnole. Particolarmente notevole in quest’ultimo settore fu soprattutto lo sfruttamento delle miniere di mercurio casigliane di Almadén.
La vera e propria funzione dei Fugger venne riconosciuta dai fratelli Ulrich e Georg a Jacob fin dal 1493. La ditta moltiplicò le sue fattorie sulla scia dei notevoli successi minerari e bancari aprendone, oltre che a Norimberga e Francoforte, anche a Lipsia, Breslavia, Innsbruck, Buda, Venezia, Roma, Napoli, Lisbona e Anversa.
Gli affari con la corte di Roma furono particolarmente floridi perché il Fugger si seppe inserire abilmente nello speciale sistema di circolazione di tali cespiti. Fu attraverso la sua azienda che infatti avvenivano i trasferimenti di denaro inviato dagli ecclesiastici di gran parte dei Paesi germanici alla Curia romana. Per di più all’inizio del Cinquecento furono proprio gli agenti dei Fugger a incassare il prezzo delle indulgenze. Quest’ultima operazione era tanto più proficua in quanto la metà degli introiti finiva nelle casse dei Fugger, per compensare così un prestito concesso ad Alberto di Brandeburgo quando egli aveva dovuto versare le somme richieste per divenire titolare della sede vescovile di Magonza.

Così fra il 1495 e il 1525, grazie soprattutto all’impulso dell’insaziabile Jacob, i Fugger si affermarono come la più grande azienda commerciale e bancaria dell’Europa intera. In un certo senso, però, essi dovettero dimostrare di saper anche pagare il prezzo del loro rango, come avvenne nel 1519 con l’elezione di Carlo V d’Asburgo al trono imperiale germanico. In quell’occasione i Grandi Elettori richiesero ben 850 000 fiorini d’oro per accordargli il voto e Jacob non esitò a venire in aiuto di Carlo contribuendovi con 540 000 fiorini. In cambio beninteso, il Fugger otteneva notevoli privilegi che a loro volta si traducevano in cospicui profitti.
Le attività quasi tentacolari dei Fugger non si limitarono affatto a simili interventi.
Durante i pontificati di Giulio II e di Leone X essi assunsero la direzione della Zecca romana, impiegandovi in maniera oltremodo redditizia l’argento delle miniere da loro controllate. A partire dal 1503 essi parteciparono finanziariamente anche alle imprese marittime portoghesi nelle Indie orientali e in seguito figurarono fra i principali banchieri di Carlo V, imperatore e sovrano dei ricchi territori americani ma anche sovente bisognoso di ingenti prestiti.

Che uomini furono i Fugger e in particolare Jacob?
A proposito di quest’ultimo gli storici non sono del tutto concordi: alcuni gli attribuiscono doti di umanista e di mecenate mentre altri tendono a negargliele.
Genio degli affari, egli non fu comunque insensibile alla cultura e alle arti, anche se, come è stato giustamente notato, esigeva che su ogni opera commissionata fosse ben visibile lo stemma del suo casato. I migliori artisti che egli quindi fece lavorare dovevano in primo luogo soddisfare il suo desiderio di prestigio (cosa del resto assai frequente sia fra i grandi mercanti sia fra i principi del tempo).
E’ noto che Jacob offrì preziosissimi gioielli alla consorte (
dalla quale non ebbe figli) e diede sontuosi ricevimenti nel palazzo che si era fatto costruire ad Augusta.
Nell’ambito familiare poi venne stabilito che solo i maschi potessero detenere parti della società mentre alle femmine veniva assicurata comunque una dote in denaro contante.
Che Jacob non fosse mosso solo dalla passione di accumulare ricchezze è pure assai evidente.
Egli non adottò infatti il tenore di vita proprio dei nobili ma preferì attenersi a uno standard da agiatissimo borghese. Ciò non gli impedì però di comprare dall’imperatore Massimiliano le contee Kirchberg e di Weissenhorn, con i castelli e i diversi diritti connessi.
Verso la fine della vita - fra il 1519 e il 1523 -
Jacob Fugger realizzò ad Augusta, un notevole intervento di beneficenza, destinato a perpetuare la memoria del casato. Destinò un grande terreno, situato nel sobborgo di San Giacomo, all’edificazione di un intero quartiere modello, integrato alla città, con 106 case popolare e scuola annessa, affittate per una cifra simbolica. Si trattò probabilmente del primo nucleo urbanistico di edilizia sovvenzionata in Europa.
I residenti dovevano recitare ogni giorno un Pater, un’Ave e un Credo per le anime del fondatore e della sua famiglia.

A Vipiteno possedevano almeno tre case,
contraddistinte da due campioni di minerale. Le "case dei Fugger" potrebbero essere state quelle con i numeri civici odierni 22, 22/a e 22/b. Ancora oggi Vipiteno viene chiamata la anche "città dei Fugger".