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sabato 3 aprile 2010

Chiesa di S. Maria Assunta


Testimoniata sil dalla prima metà del Duecento, della quale si conserva il campanile. Ricostruita nella seconta metà del 1200 in stile gotico, ad opera delle stesse maestranze tedesche che avevano lavorato al Duomo di Bolzano.
Coro gotico che si chiude a pianta pentagonale, si apre con ampie finestre ad arco acuto, decorate a traforo. Campanile a tre ordini di bifore e trifore, ristrutturata nel Trecento nella parte superiore è incorporato nella chiesa. La torre campanaria che sorge isolata e stata ricostruita nel 1800, sostituendo quella cinquecentesca pericolostamente troppo inclinata.
Portale maggiore ad arco ogivale decorato con statue in edicola. Sulla afcciata esterna è affrescato un gigantesco S. Cristoforo degli inizi del 1400.
L'interno è a navata unica, collegato attraverso l'arco trionfale all'ampio presbiterio che è leggermente spostato ripsetto all'assa della navata; sul lato nord si apre sulla cappella detta dei minatori. Le ampie volte sono sottolineate dai cornicioni. Il livello del pavimento è stato notevolmente abbassato durante i restauri del 1964 riportandolo a quello originale.
Gli affreschi trecenteschi (i più antichi nel coro) si stendono sulle superfici della navata, del coro, della volta e della cappella laterale. Alla fine del 1300 risalgono gli affreschi con le "storie di Maria, le figure degli Apostoli e i Santi Ausiliatori e altri dipinti votivi". Sulla parete sud della navata sono rappresentato 9 scene della Vita di Maria, sulla volta: i Padri della Chiesa e i Simboli degli Evangelisti. Gli affreschi della navata sono di Hans Stotzinger di Ulm: la circoncisione, la natività di Maria (commissionati da Sigismund von Niederthor e dalla oglie Margaretha von Villanders costituiscono l'opera conclusiva del pittore tedesco.

Schloss Neuhaus / Castel Casanova

Fu eretto intorno al 1220 da Alberto III di Tirolo nella sua politica di espansione contro il vescovo di Trento.
Sorge a monte della chiusa che sbarava a valle la strada tra Bolzano e Merano. Il mastio che sorge sul ciglio del breve pianoro ha una pianta pentagonale. A veit von Niederthor, il più prestigioso della casata, morto nel 1531 si deve la costruzione della cappella tardogotica dedicata a Maria.
Successivamente passò ai Wolkenstein ma da 1733 andò progressivamente in rovina.
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La Contessa del Tirolo, Margaretha, (figlia del duca Enrico di Carinzia e Tirolo e della contessa del Tirolo, Adelaide di Braunschweig)amava soggiornare nel Castel Neuhaus, chiamato anche “Castel Maultasch”, sopra Terlano. La rocca venne chiamata a quell’epoca anche “mala tasca” ovvero in tedesco “Maultasch”, dato il fatto che sotto il castello era situata la stazione doganale. E da qui la contessa prende il suo soprannome.

Un ulteriore spiegazione da dove proviene il nome “Maultasch”: l’espressione “Maultasch” significa anche “prostituta, donna di facili costumi” e come tale veniva impiegata nella propaganda papale ed anche Boemia. Ed inoltre, Margarethe venne spesso raffigurata molto brutta su dipinti, cosa che però non corrispondeva ai fatti.

giovedì 1 aprile 2010

Castel Greifenstein / Castel del Grifo o Castel del Porco

Castel Greifenstein, noto anche come Castel del Porco, si trova al margine della vecchia strada statale Bolzano-Merano, nella zona di Settequerce. Qui ha inizio un sentiero che in circa un'ora di salita porta alla boscosa selletta fra il monte ed il precipite dirupo di Castel Grifo/Greifenstein. (comune di S. Genesio/Jenesien).
Probabilmente era posseduto dai conti di Appiano, finchè la rocca fu poi assalita e distrutta da Mainardo II, conte di Tirolo. Nel tardo Trecento il manufatto entra in possesso dei signori di Starkenberg, in quanto l'ultimo membro della famiglia von Greifenstein, Federico, era caduto nella battaglia di Sempach nel 1386.
Il soprannome di castel del porco gli viene attribuito, secondo la leggenda, per l'assedio che Federico IV d'Asburgo, detto "dalle tasche vuote", strinse per molte settimane nel 1423. Gli assediati – e tra loro anche Oswald von Wolkenstein, che compose un poemetto su tale episodio – gettarono fuori dalle mura verso l'esercito di Federico un maiale arrosto.
Dopo ripetuti insuccessi però, Gugliemo di Starkenberg, si vide costretto a lasciare di nascosto il castello e andare in esilio.
Ora è solo un mucchio di rovine, ma vale la pena raggiungerlo, se non altro per la splendida vista sulla valle dell'Adige ammantata di frutteti.

sabato 27 marzo 2010

Chiesa di San Antonio dell'Ordine Teutonico di Settequerce

La cappella costruita à l’italienne e dedicata a S. Antonio di Padova, come veniva descritta nel 1702, dal commendatore Johann Jakob conte Thun rappresenta anche la coronazione dei lavori intrapresi da lui a partire dal 1664 per abbellire la proprietà dell’Ordine Teutonico a Settequerce. All’interno, molto luminoso grazie alla posizione delle finestre, si trovano vari tipi di decorazione. Le quattro colonne nere inserite nei pilastri sui quali poggia la cupola e le croci di consacrazione su sfondo nero corrispondono volutamente ai colori dello stemma dell’Ordine teutonico. L’altare con due colonne e le statue dei santi Giovanni e Giacomo, i due patroni del fondatore della chiesa, è attribuito allo scultore Cristoforo Benedetti da Castione. La pala dell’altare con il patrono della chiesa dipinto frontalmente è firmata Bar.Mor., sigla che non è stata finora decifrata. Sullo sfondo si vede la tenuta e la chiesa, dalla quale risaltano l’originaria copertura del tetto con coppi (oggi in lamiera di rame) rispettivamente gli scuri delle finestre dipinti in rosso-bianco-rosso. Elisabetta e Giorgio rappresentano i patroni dell’ordine teutonico, Urbano e Sebastiano sono riferibili alla viticoltura e al riparo dalla peste e dalle malattie. L’esecuzione dei lavori era stata affidata alla famiglia dei costruttori edili Delai di Bolzano.
La chiesa non è visitabile.