veduta di Scena dalle passeggiate Tappeiner di Merano |
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lunedì 1 aprile 2013
Scena
domenica 4 novembre 2012
La chiesa parrocchiale.. vecchia e nuova
L'altare maggiore barocco con le statue dei SS. Saverio e Giovanni Nepomuceno venne eretto nel 1730 e ristrutturato nel 1819.
Oltre ai quattro altari, nella chiesa si trovano altre preziose sculture come la tardogotica statua di S. Sebastiano e quella barocca di San Giovanni Battista.
Le stazioni della via Crucis risalgono alla metà del XVIII secolo.
Nel 1931, dopo il completamento della nuova chiesa, la vecchia venne sconsacrata e utilizzata come magazzino, teatro e sala per le prove del coro.
Con i primi lavori di restauro vennero alla luce antichi affreschi particolarmente belli, raffiguranti scene della vita di San Giovani e San Pancrazio, le vergini savie e stolte, gli Evangelisti, cori angelici, ecc.
Nel marzo 1981 la chiesa fu riaperta e nuovamente consacrata.
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La costruzione della "nuova chiesa parrocchiale" risale fra il 1914 e il 1931 in stile neogotica.
Il progetto fu dell'arch. viennese Eduard Huetter.
Sull'altare si possono ammirare le statue dei 12 Apostoli e le 14 stazioni della Via Crucis intagliate nel legno da Johann Muhry, mentre le vetrate provengono da Innsbruck.
Su piedistalli laterali della navata centrale si vedono le statue dei SS. Vigilio, vescovo di Trento, Cristo Re, il beato Heinrich di Bolzano, San Nicola di Flue, l'apostolo Filippo, Giovanni Evangelista, il vescovo Valentino e di S. Josef Freinademetz.
Entrambe le chiese sono dedicate alla Madonna che viene festeggiata il 15 agosto.
Nel campanile alto 35 m. si trovano 7 campane di cui la più piccola viene suonata quando muore qualcuno del paese.
Chiesa di San Martino
In entrambe le absidi si trovava, in origine,un altare, uno dei quali era consacrato a San Martino, patrono della chiesa.
Per motivi di sicurezza, questo altare tardogotico risalente al XVI secolo, fu trasferito nella vecchia chiesa parrocchiale.
Dopo aver subito piccole modifiche la chiesa ricevette il suo aspetto attuale nel 1992, quando il Ministero delle Belle Arti decise di impegnarsi nella valorizzazione dei monumenti romanici.
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Martinskirche - Chiesa di San Martino a Scena |
giovedì 18 agosto 2011
Castel Gaiano/Schloss Goyen
E' uno dei manieri più antichi dell’area meranese ed è caratterizzato soprattutto dalla sua imponente torre romanica, la quale rappresenta piccole feritoie ed un rilievo di un elefante su un angolo e un alto muro di cinta passa attraverso la torre.
Una leggenda antica racconta che sul castello vivevano dei Romani che portavano il nome „Gaius“ e dal quale infine il castello prende il nome.
La costruzione, come si presenta al giorno d’oggi, risale al XII secolo ed era di proprietá della famiglia Milser. Nel 1384 questa famiglia vendette il castello a Hans von Starkenberg.
Un litigio tra Federico "dalle Tasche vuote" ed un’associazione di nobili portò all’assedio di Castel Gaiano. Nel 1422 i Starkenberg si arresero e la proprietá del castello passò ai Campan. Dopodichè la famiglia Campan estinse, i Conti Botsch presero possesso del castello nel 1499. Quando però anche l'ultimo erede dei Botsch, Hans Gaudenz, morì nel 1647, i von Stachelberg comprarono Castel Gaiano. Da qui in poi il castello cambio varie volte di proprietà fino ad un certo Jan B. Van Heek che provvide a ristrutturarlo.
lunedì 26 aprile 2010
Chiesa di San Giorgio


La piccola chiesa è inglobata nell'area del castello di Scena ed è uno dei rari esempi in regione di chiesa tardoromanica del XIII sec. a pianta circolare,con tetto a cono e l'interno a cupola.
All'interno i nove riquadri affrescati sono di un pittore bolzanino della fine del 1300, chiamato Maestro di S. Giorgio proprio da questi affreschi. Il pittore ispiratosi assai da vicino alle Storie di San Vigilio al Virgolo (Bolzano) ed in genere alla pittura bolzanina della fine del 1300, in stretto contatto con il fantasioso maestro Venceslao attivo nel meranese. I personaggi vestono eleganti costumi del tempo.
La volta è affrescata da altro pittore anonimo. Vi sono rappresentati Santi, le Vergini sagge e stolte, un Profeta in trono, il Giudizio Universale, Cristo tra gli angeli, Maria e Giovanni, gli Apostoli, la Resurrezione dei beati che si avviano "alla porta del Paradis".
In un nicchia il San Giorgio affiancato dai SS. Nicolò e Antonio Abate risale al XVIII secolo.
L'altare a portelle gotico è attribuito - da alcuni - a Hans Schnatterpeck, o comunque della sua bottega. Risale agli inizi del Cinquecento, contiene nello scrigno la statua lignea di S. Giorgio a cavallo. Le figure laterali di Maria con il Bambino e S. Barbara, due angeli che reggono la cortina e due musicanti sono stai rubati. All'interno delle portelle sono rappresnetati i SS. Silvestro e Antonio abate, mentre all'esterno è dipinta l'Annunciazione. Nella predella Sant'Orsola con le Vergini ha accanto un vescovo e il suo diacono.
Mausoleo di Giovanni d'Austria

Sorge in posizione panoramica in stile neogotico in granito rosso. Dedicato all'arciduca Giovanni d'Austria, ritiratosi nel vicino castello di Scena a seguito del matrimonio morganatico con Anna Plochl, e qui morì nel 1859.
La costruzione fu affidata dal figlio Francesco d'Asburgo, conte di Merano, all'architetto viennese Moritz Wappler Nel 1869.
ARCIDUCA GIOVANNI (Firenze 1782 - Graz 1859)
Figlio del granduca Leopoldo di Toscana, futuro imperatore Leopoldo II, e di Maria Ludovica di Borbone Spagna. Nel 1805 il fratello arciduca Carlo lo nomina direttore generale delle Fortificazioni e del Genio militare. In tale veste si reca in Tirolo dove riconosce l'importanza del ruolo svolto dalla milizia territoriale e organizza l'armamento del popolo. Dopo la pace di Presburgo (2 dicembre 1805) Giovanni deve cedere il Paese alla Baviera. Insieme al fratello Francesco fa piani segreti per la riconquista del Tirolo. Dopo lo scoppio della guerra nell'aprile 1809 diventa comandante in capo delle truppe austriache nel Nord Italia. La pace di Schönbrunn comporta la rinnovata perdita del Tirolo. Dopo che il fratello, l'imperatore Francesco, viene a conoscenza dei suoi piani segreti di fondare una "Lega alpina" e di tentare una nuova rivolta armata, Giovanni è seriamente compromesso, ma rimane tuttavia a capo del Genio militare. Gli viene però vietato di mettere piede in Tirolo. Nel 1833, quando il divieto viene a cadere, acquisisce il castello di Scena. Nel 1848 per un breve lasso di tempo è nominato vicario dell'impero dall'Assemblea nazionale tedesca, riunita a Francoforte. Muore a Graz nel 1859. Nel 1869 la salma viene traslata nel mausoleo appositamente innalzato nei pressi del castello di Scena, vicino Merano.
Castello di Scena


Costruito dal burgravio Petermann von Scena, una delle personalità più potenti e ricche dell'epoca, nel 1346.
La costruzione doveva rispondere alle nuove esigenze del suo ruolo e alle prestiose relazioni sociali, tra le quali Margareta di Tirolo.
Alla sua morte esso passò al genero Hans von Starkenberg, che con l'acquisizione del castello vedeva estendersi anche a sud le vaste proprietà che possedeva nel Tirolo del nord. Dopo un memorabile assedio il castello fu espugnato nel 1423 da Federico "il Tascavuota", nemico dei nobili locali, la cui autonomia egli avversò in tutti i modi.
Agli Starkenberg successero nella proprietà i Rottenstein, che effettuarono lavori di riparazione e ampliamento e nel 1496 i Lichtenstein che l'ebbero fino all'estinzione della casata nel 1749. Con i Lichtenstein, che chiamarono a Scena l'architetto capo di Massimiliano Jorg Kolderer, il castello cambiò completamente aspetto. Furono infatti costruiti una serie di edifici affiancati, che vennero a ceare un complesso con pianta a spirale e cortile centrale. La cappella, ricostruita intorno al XVII secolo, sorge su una più antica tardoromanica, a due piani, con abside orientata a oriente.
Altri rimaneggiamenti il castello ha subito nel corso del Settecento e dell'Ottocento; fu concesso dall'imperatrice Maria Theresia d'Austria nel 1752 ai conti Bettoni di Brescia.
Nel 1844 fu acquistato dall'arciduca Giovanni d'Asburgo e, ancor oggi, appartiene alla sua discendenza, i conti di Merano. All'interno sette sale con soffitto a cassettoni, conservano mobili d'epoca ed una preziosa collezione d'armi.