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sabato 24 dicembre 2011

Bagni di Mezzo a San Pancrazio


I Bagni di Mezzo distano ca. 3 km da San Pancrazio in Val d'Ultimo. Erano già largamente conosciuti e molto frequentati da tempo. Agli inizi del XIX secolo erano considerati uno dei bagni più noti nell'area tedesca. Molti personaggi del tempo come Otto von Bismarck (negli anni 1840 e 1843), l'imperatrice Elisabetta d'Austria (negli anni 1871, 1889 e 1897), i fratelli Heinrich e Thomas Mann (durante un lungo periodo nell'estate del 1901) ed il pittore Franz von Defregger vi soggiornarono. Thomas Mann terminò proprio a Bagni di Mezzo il suo romanzo sui Buddenbrooks.
Il bagno era organizzato in modo che la popolazione più semplice utilizzasse delle vasche di legno, divise per sesso, in due stanze. Mentre per la clientela nobile erano predisposte vasche in marmo divise in singole cabine.

Il massimo periodo di prosperità dei Bagni di Mezzo si ebbe nel corso del XIX secolo e fino al 1919, anno in cui furono venduti. Negli anni successivi Bagni di Mezzo cambiarono spesso proprietario. Furono gestiti fino al 1971.

Grazie alle sue fonti terapeutiche ricche di ferro e magnesio, Bagni di Mezzo era considerata una delle località termali più rinomate di tutto il Tirolo tedesco.

L'acqua è stata da sempre considerata molto indicata per cure di anemie, disturbi ginecologici, malatte dei nervi, ferite, malattie della pelle e disturbi digestivi.

"L'albero che canta" nel bosco di Carezza



Nel bosco di Carezza (Karerwald) oltre ad essere uno dei più bei boschi delle alpi, è uno dei rarissimi luoghi dove dimora il Picea Excelsa (abete rosso). Il legno di questo peccio ha ottime proprietà di amplificazione del suono e viene perciò utilizzato nella costruzione delle tavole armoniche degli strumenti a corda. Il riferimento generico all'abete rosso va specificato facendo riferimento piuttosto all'abete rosso "di risonanza". Infatti, la costruzione di questi strumenti richiede legni con particolari caratteristiche acustiche, che solo l'abete rosso di risonanza può dare. L'abete rosso di risonanza è così chiamato per le sue caratteristiche acustiche. È un particolare tipo di abete rosso (spesso designato, commercialmente e in liuteria, col termine "abete maschio"), il cui legno presenta anomalie di accrescimento degli anelli annuali (c.d. "maschiature") e che, fin dai tempi passati, viene ricercato dai liutai per costruire la tavola armonica di svariati strumenti musicali a corda (violini, viole, violoncelli, etc.). La distribuzione di questo "albero che canta" è limitata a poche zone europee.
A causa delle minuscole cavità che la resina lascia al suo interno, della regolarità dei suoi anelli e delle nervature che ha sotto la corteccia, il suo legno armonico conduce un suono in maniera straordinaria e può essere tagliato in fogli sottilissimi, perfetti per la costruzione die migliori violini, violoncelli, viole e chitarre.
I liutai vanno personalmente nel bosco alla ricerca di un albero che li innamori, armati di esperienza ed intuizione. Per il taglio torneranno d'inverno, quando gli abeti sono mneo attacbili da afidi e muffe, e durante precise fasi lunari.
Gli abeti "che cantano" sono circa il 5% del totale, hanno l'attaccatura dei rami molto alta, non "girano" e, se colpiti con un martello di legno, rispondono con una speciale vibrazione "armonica".
Il Corpo Forestale dello Stato ha condotto un censimento sugli alberi monumentali d'Italia, nel quale viene segnalato un grande abete rosso a Bagni di Mezzo di San Pancrazio Ultimo: è alto 45 m e ha una circonferenza di 4,8 m.
Dalla distillazione della resina dell'abete rosso si ricava la trementina (acquaragia). La stessa resina si usa anche per produrre il nerofumo. Dalla corteccia si estraggono tannini, usati per la concia delle pelli. Inoltre, l'abete rosso è una delle piante più longeve al mondo. In particolare, un esemplare clonale datato da Leif Kullman, botanico all'università di Umeå in Svezia, avrebbe ben 9000 anni, risultando l'organismo vivente clonale più anziano del pianeta.

giovedì 3 febbraio 2011

San Pancrazio Ultimo


San Pancrazio in Val d'Ultimo è il primo paese ed il centro più grande della bassa Val d'Ultimo (a 10 km da Lana). Sullo sfondo a sinistra si vedono le cime del Monte Luco, del Monte Cornicolo e di Cima Cornicoletto. La Valle Falkomai (con il Rio Chiesa) e la Val Marano (con il Rio Morona) confluiscono qui nella valle principale. Dal centro del paese si innalza il campanile gotico a cupola ottagonale di 56 metri di altezza. La parrocchia di San Pancrazio è la chiesa più antica della Val d'Ultimo. Nel XI secolo divenne proprietà del convento di Weingarten che esercitava un diritto di signoria fondiaria anche su numerosi masi della zona.

La chiesa di San Sebastiano: la cappella a due piani caratterizzati da un bell'altare barocco venne costruita in memoria delle vittime della peste. Un'iscrizione in tedesco recita: "Questa cappella fu restaurata come ex-voto contro l'epidemia della peste che nell'anno 1636, al tempo del parroco Caspar Ampasen, uccise in questo luogo 460 persone".