domenica 27 novembre 2011

Museo Civico di Bolzano
































La collezione di arte medievale del Museo Civico comprende affreschi staccati, dipinti, stucchi, sculture in pietra e legno policromo, altari, oggetti liturgici e devozionali, stufe di maiolica ecc provenienti da Bolzano e da tutto l'Alto Adige.
Il Museo civico di Bolzano, che è stato riaperto il 23 novembre 2011, fu costruito fra il 1902 e il 1904 sulle fondamenta della residenza medioevale Hurlach, su progetto di Karl Delug.
Il termine "medioevo" nell'arte locale copre un arco cronologico molto lungo che parte dalle testimonianze carolingie dell'VIII secolo, comprendente il periodo romanico fino al XIII secolo, il gotico in tutte le sue varianti dagli inizi del Trecento fino agli inizi del Cinquecento, compresi pertanto i primi influssi rinascimentali.
Attraverso molte opere del Museo Civico si segue l'evoluzione dell'arte medievale locale. La monumentalità e il rigore dell'arte romanica (vedi la Madonna lignea di Gais) lasciando il posto alla maggiore naturalezza e umanità delle prime testimonianze gotiche come l'Uomo del dolore proveniente da Bronzolo e risalente alla metà del Trecento.
La grande stagione della pittura murale nella città di Bolzano inizia alla fine del Duecento con dipinti in gotico lineare, opera di artisti nordici come la Crocifissione fra i dolenti (proveniente dalla Chiesa di Santa Maddalena). Prosegue quindi con l'avvento delel botteghe giottesche attive al Duomo, ai Francescani e, soprattutto, ai Domenicani (cappella di San Giovanni).
Verso la metà del Trecento la presenza del padovano Guariento lascia un'impronta indelebile nel successivo sviluppo della pittura locale, soprattutto per la sensibilità nel rendere lo spazio, per l'ambientazione ricca di dettagli e per l'abilità narrativa. Agli inizi del Quattrocento, dall'incontro dell'arte italiana e arte tedesca, nasce uno stile autonomo e originale, la cosidetta Scuola di Bolzano.

lunedì 21 novembre 2011

I Mercatini Originali dell'Alto Adige/Südtirol


Il mercatino di Natale è una tradizione che affonda le sue radici nella cultura mitteleuropea, un’usanza caratterizzata da luci, profumi e colori che evocano ricordi lantani. La tradizione dei mercatini di Natale risale ad un tempo in cui gli acquisti all’ingrosso non si facevano nei supermercati, ma bisognava aspettare le fiere organizate alla scadenza di ricorrenze annuali come l’Avvento.

Le prime tracce di mercati natalizi risalgono al XIV sec. in Germania e in Alsazia con il nome di Mercato di San Nicola. Il primo documento che attesta un mercato di Natale risale al 1434 a Dresda. Durante la Riforma protestante fu ribattezzato Christhdlmarkt, mercato di Gesù. Altri antichi mercati di secolare tradizione sono quello di Salisburgo risalente al 1570 e quello di Norimberga.

Ancora oggi vive questa tradizione non solo nel nord Europa ma anche in Italia i mercati natalizi sono divenuti una sorta di moda molto diffusa.Ogni città o piccolo borgo italiano nel periodo natalizio presenta il suo mercato incorniciato da casette di legno, immerso in parchi verdi o racchiuso in splendide piazze storiche, e regala a tutti i suoi visitatori esperienze fatte di colori, sapori e profumi inebrianti.Il visitatore ha l’imbarazzo della scelta, le diverse bancarelle presentano dolci e prelibatezze locali sempre apprezzate e ricercate. Inoltre è facile imbattersi in oggetti di artigianato unici, che spesso altro non sono che idee regalo pronte a stupire.Manufatti in lana, giocattoli, decorazioni natalizie, artigianato vero e locale,costoso a volte, ma unico nel suo genere.

In una atmosfera magica fatta di profumi e luci, giovedi 24 novembre si svolgerà l'inaugurazione del famoso "Mercatino di Natale" in piazza Walther alle ore 17,00, arrivato alla sua 21.ma edizione.
Dal 25 novembre al 23 dicembre piazza Walther ospiterà le caratteristiche casette in legno del "Christkindlmarkt"; 80 espositori propongono tipici addobbi in vetro, legno e ceramica, tante idee regalo all'insegna della più genuina tradizione artigianale, nonché specialità gastronomiche e deliziosi dolci natalizi come il famoso "Zelten" di Bolzano.

NOVITÁ 2011: verrà allestito un Mercatino per bambini in via e piazza della Mostra con degli stand a misura dei visitatori più piccini, dove verrà proposta animazione che coinvolgerà in modo interattivo i bambini: preparare biscotti e le decorazioni per l'albero di Natale, narrazione di fiabe, preparazione del prodotto messo in vendita, confezione di decorazioni varie.

Sorprese per gruppi e ospiti individuali

L'Azienda di Soggiorno ha in serbo alcune proposte interessanti per gli ospiti che soggiornano in città durante il Mercatino di Natale.

Per i gruppi

Ai gruppi di almeno 20 persone che effettuano una o più pernottamenti in città tra domenica e venerdì viene offerta una visita guidata gratuita del centro storico della durata di 2 ore. È richiesta la prenotazione al numero 0471 307000 oppure via mail a info@bolzano-bozen.it.

Per gli ospiti individuali

Chi soggiorna a Bolzano per almeno tre notti può ritirare una tazzina originale da collezione del Mercatino di Natale consegnando l'apposito buono rilasciato dall'albergo presso l'Ufficio Informazioni in Piazza Walther 8.

Per tutti

L'edizione speciale della Bolzano Bozen Card del Mercatino propone una serie di agevolazioni per chi vuole conoscere i tesori artistici e non solo di Bolzano! Sarà in vendita presso il il nostro Ufficio Informazioni in Piazza Walther 8.

Orari d'apertura del Mercatino:
lun–ven 10.00–19.00
sab 9.00–20.00
dom 9.00–19.00
8 dic–11 dic 9.00–20.00.

Mercatino di Merano all'insegna del piacere e riposo
25.11.2011 - 06.01.2012 - Passeggiata Lungo Passirio

Natale all'insegna del piacere e del riposo: abbandonarsi alla carezza del wellness, scoprire tra le bancarelle pregiate creazioni artigianali, specialità pasticcere e attrazioni per i bambini. In questa splendida città termale le occasioni di benessere non mancano mai.

Bressanone. Arte e storia 25.11.2011 - 06.01.2012 - Piazza Duomo
La suggestione del presepe, che qui vanta una storia di 800 anni, rivive in una festa di colori, sapori e musica. E, naturalmente, tradizionali decorazioni da ammirare sulle bancarelle di Piazza del Duomo. Imperdibile una visita al Palazzo Vescovile, con il Museo dei Presepi.

Brunico. Artigianato e tradizione 25.11.2011 - 06.01.2012 - Via Bastioni e Piazza Municipio

La "Perla della Val Pusteria" è l'ideale per conciliare il divertimento sulle piste da sci con emozionanti passeggiate tra le incantevoli case medievali della Via Centrale. Dove il Mercatino di Natale offre i più caratteristici prodotti artigianali e specialità dolciarie per tutti i gusti.

Vipiteno. Tra passato e presente 25.11.2011 - 06.01.2012 - Piazza Città

Qui la magia del Natale è nel centro storico, scrigno di tesori culturali del Medioevo, nonché di una lunga tradizione mineraria testimoniata da una speciale mostra. L'imponente Torre delle Dodici, nella piazza principale, fa da sfondo al Mercatino che riscalda e illumina la città.

Il Labirinto




Il labirinto ha le sue origini nella cultura minoica, come invenzione di Dedalus, per rinchiudervi il Minotauro. L'etimologia del termine potrebbe derivare da Labrys (la doppia ascia che simboleggia il sole) o da labor (lavoro) e intus (dentro), che chiaramente allude ad una ricerca interiore.
Nel Medioevo il labirinto è presente nelle pavimentazioni delle chiese, in forma di mosaico di piccole o grandi dimensioni, o in forma di scultura di piccole dimensioni.
I significati del labirinto sono molteplici e il fatto che in genere il suo ingresso è orientato a ovest, dove tramonta il sole, ci fornisce l'indizio per unaprima interpretazione: è un percorso che dalle tenebre va in direzione della luce, una metafora della ricerca della fede e della Salvezza.
Spesso al centro del labirinto è rappresentata la "Gerusalemme celeste" oppure una valva di conchiglia, che allude al Battesimo ma anche al pellegrinaggio.
In relazione a quest'ultimo significato alcuni studiosi hanno ipotizzato che il tracciato di grandi dimensioni, come ad esempio quello di Chartres (in Francia), fosse una alternativa al pellegrinaggio per chi era impossibilitato a mettersi in cammino per i luoghi santi durante il Giubileo. Non a caso alcune fonti definiscono il labirinto Chemin de Jerusalem, che i fedeli potevano percorrere in ginocchio, pregando e intonando salmi penitenziali; quelli di piccole dimensioni, come quello di San Martino a Lucca, poevano essere percorsi con un dito. Riguardo a quest'ultimo bisogna notare che accanto compare una scritta che recita:
"questo è il labirinto di Dedalo, dal quale nessuno può uscire tranne Teseo grazie al filo di Arianna". Questo identifica il fedele inun novello Teseo e la Fede in un filo di Arianna, e grazie a quest'ultima diventa chiaro il percorso che conduce alla salvezza.
In altre rappresentazioni il labirinto si trasforma in metafora del mondo terreno e del viaggio, un mondo in cui ci si può perdere ma che bisogna ugualmente attraversare per raggiungere la meta finale.

(Manuale dei simboli nell'arte di Maurizio Chelli, ed. EDUP)

venerdì 18 novembre 2011

La Croce


Nella decorazione delle chiese, oltre a figurazioni simboliche ed immagini sacre, si possono trovare fregi, intrecci e ...croci!
La croce è un simbolo antichissimo; ne sono stati rinvenuti reperti preistorici addirittura dell'età neolitica, per non parlare della croce ansatica egiziana, della swastika tibetana o della croce azteca di Tlaloc. La circostanza che questo simbolo sia presente in epoche e contesti sociali diversi assumendo per contro significati analoghi, se non addirittura identici fra loro, suscita in noi emozione profonda.Il termine Croce deriva dalla parola greca stauròs che è un palo piantato diritto (palo a punta); può servire a molteplici usi, come erigere steccati, gettare fondamenta; può avere anche il significato speciale di palizzata (fin da Omero). Di conseguenza, stauróô significa piantare pali, erigere palizzate (fin da Tucidide).Con il Cristianesimo diviene simbolo della Passione di Cristo, assumento poi diverse forme, alle quali corrispondono diversi significati.

Come anche indicano i casi più frequenti in cui è usato il verbo, staurós può quindi significare il palo (a volte appuntito in alto) al quale viene abbandonato un ucciso, quasi a significare una pena aggiuntiva, in segno di vergogna, sia appendendolo che infilzandolo; in altri casi si tratta del palo usato come strumento di esecuzione capitale (per strangolamento o altro). Inoltre staurós è il legno del supplizio, grosso modo nel senso latino di patibulum, una trave assicurata sulle spalle; è infine, come strumento di supplizio, la croce, formata da un palo perpendicolare e da una trave orizzontale, in forma di T (crux commissa) o di † (crux immissa).

In oriente si usava appendere od infilzare il cadavere del condannato per esporlo alla vista e al ludibrio di tutti. In occidente questo tipo di punizione non era usato nè accettato: «L'appendere o l'assicurare a un palo di qualunque tipo, trave o croce, era un procedimento che veniva applicato a una persona ancora viva. L'esecuzione per crocifissione è attestata per la Grecia e per i cartaginesi; i romani devono averla presa da quest'ultimi. Gli orientali invece non hanno usato nè sviluppato questo tipo di crocifissione».

Al tempo di Gesù in Palestina, la condanna alla crocifissione e l'esecuzione di questo tipo di pena erano praticate soltanto dalla potenza occupante romana. La pena della crocifissione era quindi intesa più come deterrente che come espiazione, come strumento di ordine al fine di mantenere il dominio vigente. È quindi del tutto logico che lo strumento del supplizio venisse eretto in un luogo ben esposto.I romani han fatto ampio uso di questo tipo di esecuzione. e lo strumento di supplizio adottato, lo staurós,comportava un pezzo di legno incrociato e aveva quindi la forma delle due travi in croce.
Croce commissa o a T : il braccio orizzontale non interseca il braccio verticale ma è poggiato all'estremità di quest'ultimo; è il simbolo della morte vinta per mezzo del sacrificio
Croce latina: i due bracci si intersecano a circa due terzi dell'altezza; è il simbolo dell'umanità attratta da Cristo dalle quattro parti del mondo e delle virtù dell'anima umana. Il braccio orizzontale allude alla carità che viene estesa anche al nemico.
Croce greca: i due bracci sono uguali e si intersecano a metà dell'altezza.
Croce con due bracci orizzontali: presenta due bracci orizzontali, superiore più piccolo, simboleggia la scritta INRI, mentre quello inferiore richiama le braccia distese del Cristo.
Croce con tre bracci orizzontali: i tre bracci rappresentano la gerarchia ecclesiastica; i tre bracci rappresentanto la tiara papale, il cappello cardinalizio e la mitra episcopale.
Croce celtica: è una croce iscritta in un cerchio dal quale fuoriescono le sue estremità, che unisce il simbolismo del cerchio a quello della croce, divenendo il simbolo dell'eternità che si attua grazie al sacrificio di Cristo.

giovedì 17 novembre 2011

Unità del gruppo etnico - Einheit der Volksgruppe


In Sudtirolo molte persone considerano ancora l'unità del gruppo etnico (tedesco) come un bene irrinunciabile; e questo praticamente fin dall'inizio del regime fascista in Italia (prima, per es., erano presenti più partiti politici). Questa convinzione si basa su una buona porzione d'esperienza (il destino di altre minoranze ha mostrato come queste, se divise, possano essere più facilmente sopraffatte), ma può anche giocare un brutto tiro, perchè la compatezza e il conformismo, se considerati di per sè e svincolati dai contenuti, sono elevati a valore supremo, e ogni deviazione viene dichiarata dannosa e sanzionata dalal società perfino in modo violento.
La storia delle Opzioni è a questo proposito molto istruttiva e non a caso è stata semplicemente rimossa.
Là dove il pluralismo viene giudicato dannoso e l'omologazione è invece accettata senza battere ciglio, posso fiorire e svilupparsi tendenza autoritarie e totalitarie. Questo è precisamente ciò che è ampiamente accaduto in Sudtirolo da parte tedesca, come conseguenza della battaglia per la supremazia etnica: la politica, le associazioni, la vita culturale, i media, la Chiesa, le istituzioni sociali e in pratica tutti gli organismi dei sudtirolesi di lingua tedesca hanno servito la superiore causa dell'unità del gruppo etnico.
Soltanto da poco è potuto lentamente affiorare un certo pluralismo, anche perchè ci si sente più sicuri come gruppo etnico.
Ma è nell'altro gruppo linguistico, quello italiano, che adesso si comincia a notare un simile processo di unificazione, una stretto serrare le file che, come è sttao dimostrato dall'esperienza dei sudtirolesi di lingua tedesca, porta ad evidenziare il ruolo dei nazionalisti più risoluti.

(da Sudtirolo ABC di Alexander Langer)

venerdì 11 novembre 2011

Trodena












Il parco copre una superficie di quasi 7.000 ettari, distribuita nei territori dei comuni di Trodena, Anterivo, Montagna, Egna e Salorno.
L'area protetta si estende lungo la dorsale di roccia porfirica e dolomitica situata sul versante orografico sinistro della valle dell'Adige ed è delimitata ad ovest dalla valle dell'Adige, a sudest dalla valle di Cembra e a nord dalla sella di San Lugano, estendendosi dal Cislon a nord fino alla stretta di Salorno a sud e dal margine submediterraneo della valle dell'Adige raggiunge la zona subalpina intorno al monte Corno (1817 m.)
Il parco naturale presenta una flora e una fauna tra le più varie dell'Alto Adige e costituisce uno dei più preziosi gioielli naturalistici di questa provincia.
Il territorio del parco naturale si articola in due aree geomorfologicamente distinte: sul fianco della Val d'Adige troviamo calcare chiaro e dolomia, al centro ed a est porfido quarzifero rosso-bruno che culmina sul monte Corno.
Circa 270 milioni di anni fa dalla crosta terrestre lacerata sgorgò un'incandescente colata di lava che, solidificandosi, formò la piastra porfirica bolzanina, il più grande giacimento di vulcanite delle Alpi, utilizzato per cubetti da pavimentazione, lastre e pietre per muratura.
I seguenti milioni di anni furono caratterizzati da un clima desertico, ove tempeste di sabbia accumularono enormi dune, da cui originò l'arenaria della Val Gardena.
Nella forra di rio Trodena si incontrano resti fossilizzati e carbonizzati di piante terrestri (si tratta di frammenti fossili di rami, foglie e pigne di diversi tipi di conifere, felci, depositatisi in insenature e successivamente coperti da limo.
200 milioni di anni fa ca. lo strato tettonico sprofondando venne sommerso dal proto-mediterraneo. Nelle basse lagune si depositarono gli strati policromi delle formazioni di Bellerophon e di Werfen, lasciando impronte di fossili.
Sopra a quetsi strati si sono depositati i calcari di dolomia, alla sottile fascia di strati di Raibl - impermeabile e argillosa - seguono le stratificazioni di dolomia principale presentanto, talvolta resti di conchiglie e di chiocciole.