Nella decorazione delle chiese, oltre a figurazioni simboliche ed immagini sacre, si possono trovare fregi, intrecci e ...croci!
La croce è un simbolo antichissimo; ne sono stati rinvenuti reperti preistorici addirittura dell'età neolitica, per non parlare della croce ansatica egiziana, della swastika tibetana o della croce azteca di Tlaloc. La circostanza che questo simbolo sia presente in epoche e contesti sociali diversi assumendo per contro significati analoghi, se non addirittura identici fra loro, suscita in noi emozione profonda.Il termine Croce deriva dalla parola greca stauròs che è un palo piantato diritto (palo a punta); può servire a molteplici usi, come erigere steccati, gettare fondamenta; può avere anche il significato speciale di palizzata (fin da Omero). Di conseguenza, stauróô significa piantare pali, erigere palizzate (fin da Tucidide).Con il Cristianesimo diviene simbolo della Passione di Cristo, assumento poi diverse forme, alle quali corrispondono diversi significati.
Come anche indicano i casi più frequenti in cui è usato il verbo, staurós può quindi significare il palo (a volte appuntito in alto) al quale viene abbandonato un ucciso, quasi a significare una pena aggiuntiva, in segno di vergogna, sia appendendolo che infilzandolo; in altri casi si tratta del palo usato come strumento di esecuzione capitale (per strangolamento o altro). Inoltre staurós è il legno del supplizio, grosso modo nel senso latino di patibulum, una trave assicurata sulle spalle; è infine, come strumento di supplizio, la croce, formata da un palo perpendicolare e da una trave orizzontale, in forma di T (crux commissa) o di † (crux immissa).
In oriente si usava appendere od infilzare il cadavere del condannato per esporlo alla vista e al ludibrio di tutti. In occidente questo tipo di punizione non era usato nè accettato: «L'appendere o l'assicurare a un palo di qualunque tipo, trave o croce, era un procedimento che veniva applicato a una persona ancora viva. L'esecuzione per crocifissione è attestata per la Grecia e per i cartaginesi; i romani devono averla presa da quest'ultimi. Gli orientali invece non hanno usato nè sviluppato questo tipo di crocifissione».
Croce commissa o a T : il braccio orizzontale non interseca il braccio verticale ma è poggiato all'estremità di quest'ultimo; è il simbolo della morte vinta per mezzo del sacrificio
Croce latina: i due bracci si intersecano a circa due terzi dell'altezza; è il simbolo dell'umanità attratta da Cristo dalle quattro parti del mondo e delle virtù dell'anima umana. Il braccio orizzontale allude alla carità che viene estesa anche al nemico.
Croce greca: i due bracci sono uguali e si intersecano a metà dell'altezza.
Croce con due bracci orizzontali: presenta due bracci orizzontali, superiore più piccolo, simboleggia la scritta INRI, mentre quello inferiore richiama le braccia distese del Cristo.
Croce con tre bracci orizzontali: i tre bracci rappresentano la gerarchia ecclesiastica; i tre bracci rappresentanto la tiara papale, il cappello cardinalizio e la mitra episcopale.
Croce celtica: è una croce iscritta in un cerchio dal quale fuoriescono le sue estremità, che unisce il simbolismo del cerchio a quello della croce, divenendo il simbolo dell'eternità che si attua grazie al sacrificio di Cristo.
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