Il culto della triade femminile risale ad epoca precristiana, collegato ad una triade materna celtica, venerata in Renania.
La leggenda delle Tre Vergini di Maranza ha molte versioni: alcune antichissime, risalenti addirittura all'Alto Medioevo, altre provenienti da varie zone, fra le quali si conta l'alta Baviera.
Tutte seguono comunque un filo comune: la fuga dal paese natio a causa delle invasioni barbariche, l'arrivo nella Val d'Isarco, la salita al monte di Maranza, il miracolo del 'Tiglio', la vita a Maranza ed il martirio.
Si può quindi tentare di ricostruire la leggenda seguendo questo filo che le accomuna tutte, che fonde leggende a precise verità storiche.
Aubet, Kubet e Gwere erano, secondo tutte le fonti, tre sorelle: Aubet la maggiore, Gwere la minore. Alcuni si spingono anche a darne delle età: alla nascita di Gwere, Aubet avrebbe avuto tredici anni, Kubet sei.
Alcune fonti le considerano principesse, altre appartenenti alle stesse popolazioni barbariche (intendendo con 'barbariche' il significato di straniere alla terra dove arrivarono, dall'etimologia stessa della parola 'barbaro') ma, a differenza di queste, cristianizzate.
Quel che è certo è che in seguito alle invasioni furono costrette a fuggire dal loro paese. Considerando per vero il martirio subito con S. Orsola a Colonia, il periodo in cui sono vissute si può datare al V secolo dopo Cristo; e considerando ancora che tale martirio ha avuto luogo al tempo dell'invasione degli Unni e dei Goti, forse sotto il regno dell'Imperatore Marciano, nel 452 DC, considerando la giovane età delle fanciulle si può risalire al periodo della loro fuga, intorno al 420 DC.
Si può credere che esse provenissero dall'Europa dell'Est, in particolare dalle popolazioni Baioare, che in quell'epoca si stavano spostando verso Ovest in seguito alle invasioni. Fonti isolate danno a loro addirittura origini francesi. Dopo essere fuggite dal loro paese natio, la prima certezza è che esse arrivarono nella Val d'Isarco, in particolare a Lazfons, dove si hanno le prime notizie del loro arrivo. In questo luogo esse chiesero ospitalità in cambio di servigi ma vennero schernite e cacciate dagli stessi abitanti. (Si dice che per secoli gli abitanti di Lazfons, a digiuno e a piedi nudi, si siano recati in pellegrinaggio alle Tre Vergini di Maranza per invocare la pioggia sui loro campi. L'ultimo loro pellegrinaggio documentato avvenne nel 1906). Si rimisero quindi di nuovo in cammino, arrivando in Val Pusteria. Da Rio Pusteria, per il Katzensteig, salirono verso Maranza.
E da qui le leggende, parlando del miracolo del Tiglio, combaciano perfettamente.
Il sentiero che porta a Maranza è ripido e difficile, ed il sole di Luglio brucia sui loro volti. Non reggendo più alla fatica le fanciulle si abbandonano sfinite su di un prato. Allora Aubet prega il Signore di soccorrerle, di non lasciarle morire, donando loro un po' d'ombra: ed ecco ergersi accanto a loro un albero, che dona loro l'ombra tanto desiderata. Kubet, ringraziando il Signore del miracolo, chiede allora da mangiare: ed ecco che dall'albero crescono frutti, che saziano le Vergini. Infine Gwere chiede l'acqua per dissetarsi: ed ecco che una fonte sgorga per loro. Il miracolo è avvenuto, il Signore è con loro: e le fanciulle lo ringraziano con canti di lode, pregando felici e piene ancora di tanta speranza. Le Vergini continuano quindi l'ascesa del monte, arrivando al villaggio di Maranza.
Qua chiedono di nuovo ospitalità, in cambio di lavoro: e gli abitanti accettano volentieri le nuove venute, offrendo loro un riparo e cibo. Ben presto le Vergini diventano le beniamine del villaggio, e la voce della loro bontà si sparge ovunque: lavorano nelle case e nei campi, impastano e cuociono il pane, filano la lana, lavano, conducono il gregge al pascolo, arano la terra, falciano l'erba. E se il villaggio è in pericolo esse sono pronte a difenderlo con la armi e con la Fede: combattono e, quando la pace ritorna, riprendono con gioia le loro occupazioni. Lavorano e pregano, insegnando ai rudi abitanti di Maranza ad amare il Signore: e molti di essi si fanno cristiani.
A questo punto ogni leggenda ha la sua versione dei fatti. C'è chi dice che le Vergini siano morte proprio a Maranza, ma 'ufficialmente' esse fuorono martirizzate con Orsola a Colonia.
Ma ci si chiede: come hanno fatto da Maranza a far parte della schiera delle Vergini? Forse furono raccolte, come dice qualcuno, durante il pellegrinaggio che Orsola e le altre fecero verso Roma; o, secondo una delle versioni della storia di Santa Orsola, furono chiamate da una delle 10 sue ancelle, Palladia, per andare a far parte delle 11.000.
Quel che è sicuro è che esse furono martirizzate, come dimostra la freccia nelle mani di una di loro, nella chiesa di Maranza. Ed è tanta la venerazione che il popolo di Maranza ha per le sue sante patrone che il luogo dove esse si riposarono quel lontano giorno d'estate viene chiamato 'Jungfraurast', la sosta delle Vergini. Una particolarità: il nome 'Gwere' deriva una parola antichissima dal vocabolario religioso, participio passato ridotto dalla radice di gwere, che significa 'cantare inni di lode'; in uso nella zona baltica, slava, indopersiana.
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