


Se in epoca conciliare i contadini potevano vestirsi solo con abiti confezionati in casa, con materiali da essi stessi prodotti come il "l o d e n", nobili e borghesi utilizzavano già allora sete e velluti.
Solo sotto l'imperatrice Maria Theresia d'Austria queste norme vennero abolite liberando così i ceti bassi dalla cosidetta "schiavitù dell'abito".
Nasce in questo periodo la vera e propria "moda contadina" legata quasi sempre ai confini della propria parrocchia, o più in gneerale al proprio territorio (che coincide spesso con la vallata) e traduce in segni esteriori - ben riconoscibili e codificati - la profonda religiosità, l'attaccamento alla propria terra, alle tradizioni e alle consuetudine della popolazione sudtirolese.
La caratterizzazione territoriale dei costumi è evidenziata dagli accessori che conoscono una rigogliosa fioritura dall'inizio del 1800.
Con la fine del secolo ci si avvia ad un consolidamento dell'abbigliamento festivo in tutta la popolazione tirolese. Uomini e donne, adeguandosi alla moda di corte, iniziano così ad adottare abiti dai colori scuri e da un taglio "morigerato".
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