sabato 11 febbraio 2012

Sacra Stirpe o Santa Parentela


Nella chiesa di San Vigilio e di San Giovanni in Villa a Bolzano si trova una rarissima rappresentazione di Anna, la madre di Maria, con i suoi tre mariti.

La “Leggenda Aurea”, cioè le agiografie di Jacopo Varazze (vescovo di Genova del XIII sec.), non accettata dal Concilio di Trento, fa riferimento al "trinubium Annae" che avrebbe sposato secondo i costumi del tempo e gli usi biblici, per successive morti, tre fratelli Gioacchino, Alfeo, Salome, e da ciascuno dei tre Anna avrebbe avuta una figlia di nome Maria:
- Maria, da Gioacchino, poi sposa di Giuseppe, madre vergine di Gesù;
- Maria, da Salome, sposa di Zebedeo, madre di Giacomo Maggiore e Giovanni Evangelista;

- Maria, da Alfeo, sposa di Cleofe, madre di Giacomo il Minore, Giuseppe il Giusto, Simone e Giuda Taddeo.

Anna è menzionata, infatti, in vari vangeli apocrifi per i quali visse fino ad ottanta anni, rimasta vedova, si sposò altre due volte ed ebbe, appunto, altre figlie, la cui progenie costiturebbe la “Santa Parentela” di Gesù.
Cinque apostoli, così potrebbero considerarsi cugini di Gesù, e due delle Marie
citate dai Vangeli sarebbero sorelle della Vergine, tutte da Anna: “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Màgdala.” (Gv 19,25).
Nel Protovangelo di Giacomo ed altre scritture “apocrife” v’è traccia di tali tradizione.
Secondo questi scritti la madre della Vergine Maria era Anna, figlia di Achar,
sorella di Esmeria che fu madre di Santa Elisabetta e nonna del Battista.
Quel Protovangelo, della metà del II secolo, è menzionato da Origene (185-254) e si autopresenta come scritto da Giacomo il Giusto (morto nel 62 d. C.) “fratello” del Signore, primo vescovo di Gerusalemme, identificato in Giacomo il Minore figlio Cleofa, ma stile, linguaggio e carente conoscenza d’usi giudaici non è compatibile con l’attribuzione a quel Giacomo, cristiano-giudeo fervente.
I primi studi sugli apocrifi iniziarono con l'Umanesimo e la Riforma Protestante e lo scopritore di questo scritto è l'umanista Guglielmo Postel (+1582), che tradusse in latino a Basilea nel 1552 il "Protovangelo di Maria".

In sintesi per quel Vangelo apocrifo, riconosciuto molto antico, Gioacchino è un ricco anziano pastore, abita a Gerusalemme, sacerdote, sposato con Anna, coppia pia senza figli avanti con gli anni, ne chiedono la grazia al Signore.
Ora, per quel Protovangelo a Gioacchino nei campi appare un angelo ad annunciare la nascita d’un figlio, Anna ha analoga visione, i due s’incontrarono alla porta (aurea di Gerusalemme), nasce la bambina Maria e la votano al Signore, a tre anni la portano al tempio per essere educata secondo la legge di Mosè.
Pur non volendo togliere fondamento storico alla tradizione l’apocrifo è vestito d’elementi secondari e fantastici ed è palese la volontà d’assimilare la storia di Anna, madre di Maria, a quella della madre del profeta di Samuele che, infatti, sterile, pregò il Signore e fece voto di consacrargli il nascituro, quindi, ottenuta la grazia, svezzato Samuele, lo portò a Silo e l’affidò ad Eli.
Quel testo, ove Maria era stata data in consegna a Giuseppe solo perché fosse garante della sua verginità e non a scopo di fidanzamento e poi di matrimonio, con la “Storia di Giuseppe il falegname” che la conferma, indubbiamente hanno avuto peso nel far ritenere a creare quella linea di pensiero secondo cui Giuseppe fosse vecchio e vedovo al momento del matrimonio con Maria.

Un codice del Vangelo dello pseudo Matteo ha questo inizio:“Anna ed Emeria erano sorelle. Da Emeria nacque Elisabetta, madre di Giovanni il Battista. Anna ebbe tre mariti: Gioacchino, Cleofa e Salome. Da Gioacchino, Anna ebbe Maria madre di Cristo. Morto Gioacchino, Anna sposò Cleofa dal quale ebbe una figlia di nome Maria, detta di Cleofa. Cleofa diede la figliastra Maria, madre di Cristo, in sposa a Giuseppe, suo fratello; mentre la propria figlia Maria, avuta da Anna, la diede in sposa ad Alfeo, dal quale nacque Giacomo il Minore, detto Giacomo d'Alfeo, e un altro Giuseppe.” ed una versione del Cap. 42 riporta:

Un codice del Vangelo dello pseudo Matteo ha questo inizio:“Anna ed Emeria erano sorelle. Da Emeria nacque Elisabetta, madre di Giovanni il Battista. Anna ebbe tre mariti: Gioacchino, Cleofa e Salome. Da Gioacchino, Anna ebbe Maria madre di Cristo. Morto Gioacchino, Anna sposò Cleofa dal quale ebbe una figlia di nome Maria, detta di Cleofa. Cleofa diede la figliastra Maria, madre di Cristo, in sposa a Giuseppe, suo fratello; mentre la propria figlia Maria, avuta da Anna, la diede in sposa ad Alfeo, dal quale nacque Giacomo il Minore, detto Giacomo d'Alfeo, e un altro Giuseppe.”
ed una versione del Cap. 42 riporta:
- Quando Giuseppe andava ad un convito con i suoi figli Giacomo, Giuseppe, Giuda, Simone e le sue due figlie, ci andavano pure Gesù e Maria sua madre con sua sorella Maria di Cleofa, data dal Signore Dio a sua madre Anna ed a Cleofa. Anna, dopo che aveva offerto al Signore Maria, madre di Gesù, morto Gioacchino suo primo marito, risposatasi con Cleofa, chiamò per conforto con lo stesso nome di Maria la figlia nata nel secondo matrimonio.
- Anna si sposò per la terza volta con uno di nome Salome ed ebbe un'altra
figlia che pure chiamò Maria. Questa si sposò con Zebedeo.


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