sabato 11 febbraio 2012

Chiesa di San Vigilio

Chiesa di San Vigilio al Virgolo (St.-Vigil-Kirche auf dem Virgl) a Bolzano sorge sul luogo di un edificio sacro risalente al VI secolo. Fu seriamente danneggiata quando, nel 1292 Castel Weinegg fu attaccato da Mainardo II, ma non completamente distrutta, come invece accadde al maniero.
In scavi recenti emersero dal suolo le fondamenta di un sacello precedente di metri 7x5 privo di abside e diverse tombe. Il corredo dei sepolcri rimanda al VI e VII(resti di chiesa carolingia!) secolo e quindi si presupone che la prima chiesa risalga al V secolo. Lungo il muro meridionale interno si è trovato anche un sepolcro con uno scheletro del XII secolo in ottimo stato di conservazione.
La chiesa carolingia dovrebbe essere quella documentata agli inizi dell'VIII secolo e dedicata a San Corbiniano, patrono della diocesi di Frisinga; diocesi che proprio a quei tempi aveva dei possedimenti proprio sul Virgolo.
 Nel sepolcro è stata rinvenuta una fibbia di cintura carolingia del VII o VIII secolo. La fibbia artisticamente lavorata apparteneva ad un cavaliere bavarese  o al conte del castel Weineck stesso.
L'edificio attuale fu eretto nell'alto medioevo, ma il muro sud fu rifatto verso il 1300.
Dopo la costruzione della chiesa del Calvario la cappella di San Vigilio fu sconsacrata e riaperta appena nel 1997 dopo complessi restauri.
La chiesa di San Vigilio è un edificio romanico semplice con frontone ribassato, porta ad arco acuto ed una abside semicircolare, circondata da un muricciolo, cosa piuttosto rara per le chiese tirolesi. Il muretto era collegato con il sistema difensivo di Castel Weineck.
I pregevoli affreschi lungo la facciata sono decifrabili a fatica: sotto San Martino dona metà del proprio mantello ad un povero - a destra è raffigurata la leggenda di S. Osvaldo ed il vescovo San Vigilio - quali intercessori presso Dio, alcuni stemmi dei Weineck.
Le pitture murali di notevole interesse per la storia dell'arte, risalgono al 1390 ca. e sono riconducibili alla "scuola bolzanina".
L'autore ignoto - proveniente dall'Italia - delle dodici scene raffiguranti le "storia di Maria", l'arco trionfale con l'Annunciazione di Maria, le Vergini saggie e stolte, nonchè quelli dell'abside con gli Apostoli.
Le prime 4 scene del ciclo mariano nella fascia superiore non sono più decifrabili; la quinta propone la Nascita di Maria e la Presentazione di Maria al Tempio.
La fascia di pitture sottostanti è meglio conservata e presenta Maria al telaio - il fidanzamento di Maria - il suo Sposalizio con Giuseppe - la Sibilla Cumana ed infine la Sacra Stirpe.

Sulla parete a sinistra viene rappresentata la "storia di San Vigilio" (patrono della diocesi di Trento), opere attribuite al cosiddetto Secondo Maestro di San Giovanni in Villa, pittore bolzanino, forse discepolo, ma certamente influenzato dal pittore padovano Guariento di Arpo, che già aveva decorato la cappella di San Nicolò a Bolzano nella Chiesa dei Domenicani. Si ritiene, inoltre, che i pittori che eseguirono i lavori conoscevano i lavori del tosco/padovano Giusto de' Menabuoni: i dipinti sulle pareti nord e sud sono dello stesso stile.
Gli affreschi dedicata alla vita di San Vigilio sono 12: la consacrazione episcopale, il suo operato in Val di Non, S. Vigilio distribuisce la comunione, scaccia gli spiriti maligni, predica al popolo, martirio santo (colpito a morte con gli zoccoli), la sua Traslazione a Trento e la sua solenne inumazione concludono il ciclo. Questi affreschi sono opera di un artista di area tedesca appartenente alla "Scuola di Bolzano"
 Si ricorda anche il martirio dei tre santi della Val di Non: Sisinio, Martirio ed Alessandro.

Dal punto di vista artistico i due pittori sono degli eccellenti coloristi. Nel caso del "Maestro della vita di Maria" la tonalità di fondo tende all'azzurro, mentre il "Maestro della Leggenda di San Vigilio" è più incline al color ocra.


Tutta la parete sud è riservata alla leggenda di sant'Anna, nel XV secolo la sua devozione era diffusa negli strati sociali più elevati.
Anna si sarebbe maritata tre volte, diventando progenitrice di una numerosa discendenza nonostante la sua età avanzata; quindi apre le porte del Cielo non solo la verginità, ma pure la maternità e la procreazione.
Il ciclo inizia con l'umiliazione di Gioacchino che si apparta con il suo gregge, ma poi s'incontra con la moglie Anna che dà alla luce Maria, allevata nel tempio. Seguono il matrimonio di Maria con Giuseppe e la nascita di Gesù, a cui mandò incenso persino l'imperatore Augusto secondo la profezia della Sibilla tiburtina.
La Santa Stirpe che viene qui rappresentata da Anna come figura centrale con il primo marito, Gioacchino, tra loro Maria e Giuseppe con Gesù bambino. Ai due lati le figlie nate dal secondo e dal terzo matrimonio di Anna: Maria Cleopa con i 4 figli (Giacomo il giovane, Taddeo,Barnaba e Simone); Maria Salomas con i figli Giovanni Evangelista e Giacomo il vecchio (noto come San Giacomo di Campostela).

Accanto alla chiesa si trova una specie di cella costruita dall'eremita Stefano, come indica la scritta dilavata dalle intemperie.

























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