venerdì 17 febbraio 2012

.. le signorine con le calze gialle ..


Il bordello di Bolzano dal 1472 al 1540

Nel 1472 il "rispettabile e saggio" Consiglio della città di Bolzano deliberò l'istituzione di un "bordello" cittadino. I lavori furono affidati al "costruttore" Jost Ortlieb affinchè ".. le brave signorine abbiano un posto dove stare, così da evitare gli scandali.."
Il Consiglio cittadino non ritenne la questione degna di ulteriori precisazioni; dopotutto nel XV secolo non c'era bisogno di grandi spiegazioni per aprire un bordello, neppure se al progetto partecipavano personalmente anche gli esponenti più illustri della città.
A quei tempi in tutte le città europee sorgevano "case di piacere" per iniziativa delle amministrazioni municipali; in alcuni centri più grandi, ad esempio Venezia e Parigi, queste esistevano già dal XIV secolo.
La stessa ragione adottata senza troppi eufomismi dai consiglieri bolzanini, ossia l'opportunità di evitare in tal modo scandali maggiori, legittimò anche le altre amministrazioni cittadine a regolamentare il sesso a pagamento; pertanto l'istituzione dei bordelli non può certo essere attribuita ad una particolare larghezza di vedute in merito alla sessualità. Agli amministratori cittadini interessava stabilire norme per il sempre prospero mercato del sesso: si tollerava la prostituzione organizzata al fine di arginare la prostituzione di strada.
Nel bordello bolzanino lavoravano da 6 a 10 prostitute, le quali, sebbene tollerate, erano escluse dalla vita cittadina.
La casa di tolleranza si trovava nell'odierna via della Roggia, angolo via Museo.
Come molti postriboli medievali, anche quello di Bolzano era collegato ad una locanda, denominata am Frauenhaus.
Il regolamento della casa conteva regole molto severe: la casa veniva affidata ad un tenutario o tenutaria che dovevano occuparsi dell'amministrazione finanziaria e al versamento delle imposte; erano responsabili delle prostitute e di tutto quello accadeva nella casa; la casa di piacere doveva chiudere tra le otto e le dieci di sera; dovevano denunciare ogni persona sospetta o qualsiasi violazione alla quiete pubblica.
Le prostitute venivano da fuori città e anche i clienti erano per lo più viaggiatori di passaggio, ai tenutari veniva imposto di reclutare donne sane, curate nell'giene, e dovevano essere riconoscibili con l'abbigliamento, indossando vestiti o calze gialle!
Le prostitute avevano limitata libertà di movimento, non potevano partecipare a cerimonie pubbliche e anche in chiesa dovevano sedere in banchi separati.
Come i boia, gli aguzzini, i becchini, gli scotennatori e gli ebrei, erano ritenute delle "infami".
Con il Concilio di Trento e la Controriforma i bordelli vennero chiusi, prima nelle città protestanti e poco più tardi in quelle cattoliche, e il meretricio venne proibito.
Il bordello di Bolzano venne chiuso nel giugno del 1540; la decisione era stata presa dal Consiglio già nel novembre del 1539, ma Katharina, la tenutaria, non aveva voluto rispettare l'ordine impartitole. Nemmeno l'incarcerazione dell'"amato consorte" Wolfgang Am Kreuz servì a far recedere la donna, ragione per cui il Consiglio di Bolzano dovette minacciare di adottare pene più severe se il bordello non fosse stato chiuso entro 3 giorni, Katharina sarebbe finita in prigione a pane e acqua per otto giorni, dopodichè sarebbe stata bandita

(Storie di cittadine Bolzano-Bozen, dal Medioevo ad oggi - S. Clementi e M. Verdorfer, Folio Editore)

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