lunedì 18 ottobre 2010

Mostrum e predigium

















La prima caratteristica del mostro è quella di essere diverso. Nel medioevo il mostro/la diversità veniva visto in un contesto cristiano. L'esistenza dei mostri è ammessa molto prima del Medioevo da storici, viaggiatori, medici e naturalisti, tutti autori degni di fede ma il "mostruoso" pone il problema del suo posto inuniverso creato da Dio. Sant'Agostino ammette l'esistenza e conferisce una forma di legalità: "se il mostro esiste, è perchè è stato voluto da Dio per delle ragioni a noi sconosciute, ma che non alternano l'armonia creata da Dio".
I mostri quindi non sono frutto di carenze genetiche o del caso, come sosteneva Aristotele, ma rientrano nel progetto di Dio (S. Agostino) .
Nella tarda antichità e nel medioevo abbondano i trattati di mostri si registra un salto: il mostro, da prodigio e segno divino diventa un problema di storia della scienza. Infatti, vengono tramandati di testo in testo, diventano personaggi del fantastico, perdono il primitivo simbolico di presagi e assumono significati prima morali e poi allegorici.
Santa Ildegarda di Bingen (1098-1179), badessa del convento di Rupertsberg, basandosi sulla Bibbia afferma che i rettili mostruosi esistevano prima del Diluvio Universale, durante il quale morirono perchè non sapevano nuotare, ma quando l'acqua si ritirò dai loro cadaveri nacquero altri della stessa specie.
San Girolamo, nel IV secolo, sosteneva che avere rapporti durante il ciclo mestruale generava mostri, Alberto Magno afferma che i rapporti che si hanno sul fianco o in piedi possono generare mostri e il divieto di avere rapporti durante notte, per evitare la nascita di bambini ciechi, continuerà ad essere valido fino al XVII secolo, la donna incinta non diveva posare il proprio sguardo su animali o individui brutti o deformi, ecc.

* (immagini tratte da Liber Chronicarium di Hartman Schedel, Nuremberg, 1493 e Buch der Natur di Conrad von Megenberg, 1478)

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