Nell'anno 769, per la fondazione del monastero Cellula Inticha a San Candido (Innichen), il duca bavaro Tassilo III (ultimo duca bavarese degli Agilofinger, cugino di Carlo Magno), allo scopo di promuovere l'evangelizzzione degli slavi, donò all'abate Atto di Scharniz un vasto territorio in Campogelau (campo gelato) nella zona d'origine dei due terrenti Rienza e Drava.
Nell'anno 816, quasi 50 anni dopo, re Lodovico (778-840), come duca di Baviera, conferì alla diocesi di Frisinga il dominio feudale con relativa immunità sul convento di San Candido, che nel frattempo era stato fondato. Il confine ad ovest di questo vasto territorio era Monguelfo. In un documento del XII sec., che ne confermava il possesso e che riporta l'anno 973 citanto l'imperatore Ottone III, come nome del luogo di confine è attestato Budigum.
A causa della vasta estensione del territorio, la diocesi di Frisinga conferì, come avvocazie, singole zone a potenti casate nobili come: i Morit, i Taufers, gli Andechs, i Tirolo-Gorizia ecc.
Le avvocazie, oltre alle funzioni amministrative, comprendevano anche l'esercizio della giustizia: ".. perciò i giudici e funzionari del conte non devono caricare gli averi e le persone con tributi dell'antico diritto di avvocazia. Il burgravio o funzionario del vescovo ha la giurisdizione sulle sue genti, ad eccezione dei gravi crimini che sono riservati ai giudici del conte.." (contratto stipulato nel 1285 tra Albert di Gorizia, fratello di Mainardo II del Tirolo, e il vescovo Emicho di Frisinga).
A partire dall'anno 1253 i conti di Gorizia e Tirolo detenevano l'intera avvocazia di Frisinga. Nella loro qualità di avvocati della diocesi e di conti della Pusteria conferirono l'esecuzione della loro autorità, all'interno del territorio tra Tesido (Taisten) e Dobbiaco (Toblach), ai loro fedeli ministeriali, i Signori di Welsberg.
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