venerdì 19 febbraio 2010

"Sotto il tiglio" di Walther von der Vogelweide (*)

Sotto il tiglio,
sulla landa,
là, dove fu il nostro letto,
là potete trovare,
bellamente entrambi,
rotti fiori ed erba.
Dal bosco, nella valle,
tandaradei,
dolcemente cantava l'usignolo.

Arrivai
al prato,
là dove il mio amatore era arrivato prima di me;
là venni ricevuta -
gentil donzella -
così che ne sono sempre più felice.
Mi ha baciata mille volte:
tandaradei,
guardate come è rossa la mia bocca.

Là aveva egli fatto,
così ricco,
di fiori un giaciglio.
Di ciò riderà,
dentro di sè,
qualcuno che passi per quel sentiero.
Dalle rose potrà vedere,
tandaradei,
dove posava la mia testa.

Che egli presso di me si giacque,
se alcuno sapesse
- non voglia Iddio! -
di ciò mi vergognerei.
Ciò che egli fece con me
nessuno sappia
se non che io e lui
ed un piccolo uccellino,
tandaradei,
che, forse, potrà tacere.

(*) W. v.d Vogelweide (1170 - 1230 ca) è il più famoso poeta tedesco medievale.

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