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lunedì 15 febbraio 2010
Chiesa di San Benedetto a Malles Venosta
La chiesa di San Benedetto sorge al margine occidentale del paese di Malles. Esternamente si presenta come un edificio romanico, con una torre campanaria a quattro piani racchiusa in un piccolo cimitero. All'interno sono ancora presenti le pareti est e nord dell'edificio altomedievale con parti dell'arredo carolingio.
Sulla chiesa, che dal 1770 (con diritto di proprietà solo dal 1284) fino alla soppressione era nelle mani del convento femminile di San Giovanni a Mustair, non vennero eseguito nel tempo interventi di grande rilevanza.
Quando la chiesa nel 1786, sotto l'imperatore Giuseppe II, venne chiusa, l'abbazia di Mustair documentò i diritti di proprietà che dovevano essere rimborsati dallo stato e sottolineò le sue prestazioni: l'abbazia aveva ricevuto la chiesa nel 1294 dal vescovo di Coira, l'aveva ampliata e rinnovata e aveva introdotto una messa settimanale di San Benedetto.
Dopo la soppressione l'edificio divenne proprietà del Comune, gli arredi andarono alla parrocchia.
Cento anni più tardi gli ambienti artistici vennero a conoscenza che la chiesa, nel frattempo affittata come falegnameria, conteneva dei dipinti ricoperti da una imbiancatura a calce.
Già nel 1889 vennero portate alla luce parti degli affreschi e nel 1915 venne presentata una relazione sulla scoperta. Da allora la chiesa è menzionata in tutti i testi di storia dell'arte altomedievale!
Con lo scoppio della I guerra mondiale la chiesa fu usata come deposito di munizione austriaco; poi, dopo l'arrivo degli italiani, come ricovero per i soldati.
Nel 1953/54 la Sovrintendenza delle Belle Arti di Trento fece levare intorno le nicchie resti di intonaco e di imbiancature, riportando alla luce i disegni preparatori a sanguigna, calchi di stucchi, fori e chiodi di fissaggio della decorazione a stucco.
Nel 1962/63 seguirono, con Nicolò Rasmo, i decisivi interventi di restauro e conservazione.
Come nella maggior parte delel chiese carolingie, il vano rialzato dell'altare era separato dalla parte destinata ai fedeli per mezzo di un setto divisorio.
Architetture in stucco composte da colonne bianche ed arco con capitelli bianchi e figure d'animali incorniciavano le nicchie. E' rimasta un'unica colonna con capitello figurato, alla parete sono rimasti disegni preparatori in rosso.
In origine la chiesa era completamente dipinta. Sulla parete dell'altare con le nicchie un programma absidale altomedievale è stato modificato con l'inserimento di figure singole monumentali; sulla parete nord erano raffigurate 5 scene di vite di santi in ognuno dei due registri (molto probabilmente anche sulle pareti sud e ovest, sulle superfici lasciate libere da porte e finestre). La conclusione della pittura verso il soffitto è costitituita da un fregio d'angeli alla aprete dell'altare e da un meandro alla parete nord.
Come ovunque nella pittura carolingia era usata la scrittura. Grandi caratteri alfabetici compaiono sulla parete dell'altare per i nomi dei santi nelel nicchie e sul libro aperto del Cristo. Nelle nicchie sulla parete dell'altare è raffigurata la Corte celeste con Cristo, angeli e santi. Su un livello più basso compaiono i fondatori. La mano destra del Cristo è levata nel egsto benedicente, la sinistra regge un libro aperto.
Nelle nicchie laterali sono raffigurati San Gregorio e Santo Stefano, entrambi con un codice chiuso nella mano sinistra, la destra levata nel gesto benedicente. San Gregorio era monaco e dottore della chiesa (oltre che il più importante biografo del padre del monachesimo San Benedetto), e fu papa dal 590 al 604.
L'altare centrale è dedicato al Cristo, quelli laterali a Gregorio Magno e S. Stefano.
Tra le nicchie i due offerenti/fondatori: un cavaliere con la spada (in posizione di pace) ed un ecclesiastico. Entrambe le figure debordano sopra l'incorniciatura bianco e rossa, entrambi hanno un'aureola rettangolare, segno che erano ancora in vita. Il cavaliere indossa un costume carolingio: una tunica lunga fino alle ginocchia, con calzoni serrati da lacci incrociati e un mantello. Il fondatore spirituale, con tonsura, indossa un'alba come sottoveste, sopra porta una dalmatica grigio-blu ed una casula ocra; offre a Cristo il modellino della chiesa. San Gregorio appare anche con il suo discepolo Paolo Diacono in una disputa dialettica.
Si intravedono alcune scene tratte dalla vita dell'apostolo S. Paolo (riconoscibile dalla barba e dalla fronte calva) e tre dei molti martiri subiti da Paolo nella sua vita: lapidazione a Lystra, supplizio a Filippi con il suo accompagnatore verso Filippi ....
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