Le “compattate” del 1363 erano così gravose e umilianti per il principe
vescovo di Trento (e anche spudoratamente menzognere, poiché si asseriva
che al duca d’Austria spettava il merito di aver restaurato il
principato vescovile di Trento “nel'antico onore, dignità e vantaggi) che si ritengono
contraffatte. Certo è che non furono più richiamate per avvalorare
successivi documenti analoghi, nemmeno nelle “compattate” di appena due
anni dopo, in seguito alla morte del duca Rodolfo.
Queste, senza dubbio
autentiche, sebbene confermassero la restrizione territoriale del
principato di Trento e l’invadente strapotere degli Asburgo (arciduca
Alberto III di Asburgo), che più che avvocati si consideravano “signori”
protettori, non contenevano clausole del tutto incompatibili con la
dignità e i diritti sovrani del principe vescovo.
Si trattava nel
complesso di un’alleanza militare che riconosceva, in tempo di guerra,
al conte nel Tirolo il diritto di far presidiare dalle sue
truppe castelli e capisaldi militari del principato vescovile.
Le "compattate" sancirono di fatto la fine del potere temporale dei principi vescovi.
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