Conseguita la licenza di "pittore accademico" nel 1932 per la giovane
artista bolzanina iniziò una lunga e fervida carriera artistica. Una
carriera che la porta a Parigi e a Roma dove frequenta lo studio del
maestro Bargellini. La sua produzione artistica diventa via via sempre
più importante. La sua presenza alle più significative rassegne
nazionali le consente di conquistare il consenso unanime della critica
più qualificata. Si aggiudica nel contempo importanti premi quali il "Premio del Golfo" a La Spezia nella cui giuria siedono maestri del calibro di Guttuso, Casorati, Carrà. Furono gli anni del grande successo.
Tullia Socin a cavallo degli anni Quaranta dà inizio ad un
periodo di "silenzio pubblico" dovuto alla tragedia della seconda guerra
mondiale che ha visto la pittrice sfollata prima a Castelrotto e poi in
Val di Non. Un silenzio artistico, il suo, che si protrae fino al 1945.
Nel dopoguerra l'ispirazione della ricerca artistica della Socin è
completamente diversa da quella che caratterizzò gli anni Trenta.
Particolarmente feconda la parentesi torinese, accanto al marito, lo
scultore Enrico Carmassi, fino all'evoluzione dell'astrattismo cosmico
che caratterizzerà le opere della sua maturità.
Sue opere sono conservate oggi nei più importanti musei nazionali di arte moderna e contemporanea, quali la Galleria nazionale d'arte moderna di Roma, nonché in prestigiose collezioni private. Tullia Socin si è spenta nel gennaio 1995.
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