martedì 14 febbraio 2012

il "soldo delle vergini"

A Bressanone si ha notizia di una prassi interessante, in rapporto con la verginità prematrimoniale: l'assegnazione del soldo delle vergini.
Le donne prive di mezzi, per lo più domestiche, prima o subito dopo il matrimonio potevano richiedere alla chiesa parrocchiale o al capitolo del Duomo la concessione del cosiddetto "soldo delle vergini" - Jungfrauengeld.
I 10 fiorini, che venivano pagati in sostituzione o ad integrazione della dote provvista dai genitori, assente o ridotta, provenivano da fondazioni pie.
Le donne dovevano presentare, oltre ad un certificato relativo all'onetso e probo servizio prestato a Bressanone, un attestato riguardante la propria verginità.
Questo sostegno alle donne povere desiderose di contrarre matrimonio veniva corrisposto soltanto nel caso in cui la condotta di vita precedente fosse immacolata e pertanto in sintonia con le vigenti norme sociali e religiose.
Nel 1679 il consiglio cottadino volle informarsi esattamente se Johanna Mayrin fosse stata veramente vergine al momento del matrimonio prima di assegnarle il soldo delle vergini. Perciò la sua richiesta fu rinviata due volte con la motivazione dell'esistenza di dubbi fondati sulla sua "onorabilità".
Nella maggior parte dei casi, se le condizioni richieste venivano soddisfatte, il soldo delle vergini veniva liquidato, a meno che non ci fossero troppe richieste.
Nel 1672 furono dodici. Due donne furono soddisfatte, altre due respinte, le altre furono rinviate all'anno seguente. Infatti la chiesa parrocchiale distribuiva ogni anno soltanto 20 fiorini, cioè due donazioni da 10. Secondo l'opinione del consiglio cittadino una delle due donne respinte non era affatto sposata, l'altra era una monaca.
Le monache, spose di Cristo, pretendevano ugualmente la corresponsione del soldo delle vergini in ragione della loro purezza sessuale.
Brigitta, domestica di Hans Vestmayr, dichiarò di voler entrare in convento e sperava perciò di ricevere il soldo delle vergini. Ma il consiglio cittadino riteneva che soltanto le donne "onorevolmente sposate" ("ehrlich verheiratet") dovessero essere prese in considerazione per il conferimento del soldo delle vergini.
Nel 1646 e nel 1651 due monache ebbero maggior fortuna: ottenero il conferimento del sostegno auspicato.

(dal capitolo "Donne deboli donne forti" di Marlene Huber - dal libro: L'altra storia, Sieglinde Clementi, ed. Weger)

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