mercoledì 8 febbraio 2012

Il marmo di Lasa



Lasa deve la sua notorietà ai ricchi giacimenti marmiferi. Si presume che il candido marmo locale fosse impiegato già dai Romani.
A 1567 metri si trova la Cava dell'Acqua Bianca, con i giganteschi macchinari per la movimentazione dei blocchi pesanti tonnellate. Da qui, il materiale estratto, viene trasferito con una teleferica sul lato opposto della valle, meno impervio e quindi più adatto per l'installazione di impianti e attrezzature. Quindi prosegue su una ferrovia quasi pianeggiante fino al punto di partenza di una funicolare - la prima del genere al mondo - che lo trasporta 500 metri più a valle.
I blocchi marmiferi vengono infine scaricati nel deposito accanto alla Ferrovia della Val Venosta.
Il marmo è onnipresente a Lasa, dove è utilizzato per i marciapiedi, piazze, fontane, lapidi ed anche per la chiesa di San Giovanni, a testimonianza del suo impiego già in epoca romanica.
Di marmo è anche il busto di Francesco Giuseppe I, collocato davanti al municipio: fu commissionato da Vienna insieme ad altri monumenti prima dello scoppia della I Guerra Mondiale, ma dopo il 1918 nessuno si preoccupò più a ritirarlo.
La locale scuola di lavorazione del marmo forma futuri scalpellini e scultori.

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