mercoledì 18 gennaio 2012

.. quando Teodorico sottomise il re Laurino ..


Nella piazza vicino agli uffici della Provincia di Bolzano e la stazion ferroviaria di Bolzano si trova una scultura, realizzata nel 1911 da Bruno Goldschmitt, dove viene rappresentata ".. la cattura del re Laurino da parte del re dei Goti: Teodorico o Dietrich von Bern (*).

La leggenda del Re Laurino (il Re mitologico dei ladini) fa parte della tradizione popolare delle Dolomiti e spiega coma mai al tramonto, queste montagne si tingano di rosa, ovvero "l'enrosadira" (letteralmente: "diventare di colore rosa").
La leggenda narra che sul Catinaccio, dove oggi possiamo notare fino a primavera inoltrata una chiazza di neve, il cosiddetto Gartl (letteralmente "piccolo giardino"), si trovava il giardino delle rose di Re Laurino; da questo il nome tedesco del Catinaccio: Rosengarten (giardino delle rose).

Re Laurino
era il monarca di un popolo di nani che attraverso scavi nella roccia delle montagne, trovava cristalli, oro e argento. Oltre a queste ricchezze possedeva due armi magiche: una cintura che gli dava la forza pari a quella di 12 uomini e una cappa che lo rendeva invisibile.
Un giorno il Re decise di concedere la mano della sua bellissima figlia Similde, e per questo decise di invitare per una gita di maggio, tutti i nobili delle vicinanze. Tutti tranne Re Laurino, che decise comunque di partecipare come ospite invisibile. Quando sul campo del torneo cavalleresco vide, finalmente, la bellissima Similde, se ne innamorò all'istante. Istintivamente la caricò in groppa al suo cavallo e fuggì con lei.
Tutti i nobili invitati si lanciarono all'inseguimento del fuggiasco, schierandosi poi all'ingresso del Giardino delle Rose per bloccargli il passaggio. Re Laurino allora indossò la cintura, che gli dava la forza di dodici uomini e decise di combattere. Quando si rese conto che non poteva battere tutti quegli uomini e stava per soccombere, indossò la cappa che lo rendeva invisibile e si mise a saltellare da una parte all'altra del giardino, convinto di essere invisibile agli occhi altrui. Ma i cavalieri riuscirono ad individuarlo osservando il movimento delle rose sotto le quali Laurino cercava di nascondersi. Lo catturarono, tagliarono la cintura magica e lo fecero loro prigioniero.
Re Laurino, arrabbiato per ciò che gli stava accadendo, si girò verso il Catinaccio che lo aveva tradito e gli lanciò una maledizione: "né di giorno, né di notte alcun occhio umano potrà più ammirarti". Ma nell'enfasi della rabbia Re Laurino si dimenticò dell'alba e del tramonto e così, da allora, accade che il Catinaccio, sia al tramonto che all'alba (né di giorno né di notte), si colori esattamente come un giardino di ineguagliabile bellezza.

In origine la fontana con il gruppo scultoreo fu eretta nel 1907 per illustrare la leggenda del Catinaccio/Rosengarten, e venne collocata lungo le passeggiate del torrente Talvera. Questa statua fontana fu vandalizzata durante il fascismo (1933); una notte, un gruppo di giovani, staccò la statua di Teodorico spezzandola in due. Tolomei ne fu felice (probabilmente commissionò egli stesso la missione) perchè considerava l'opera una rappresentazione del germanesimo d'inizio Novecento, l'opera fu smontata e trasferita al Museo dell Guerra di Rovereto.
Per protesta vennero accesi 8 "fuochi" sul Catinaccio/Rosengarten, le stesse autorità fasciste cercarono di stemperare la tensione che Tolomei aveva provocato. Mussolini stesso considerava Tolomei "una suocera cocciuta e pedante"!
Nel 1980 la fontana venne collocata dove oggi la troviamo.





(*)Teodorico (il cui nome in norreno e islandese è Þiðrik af Bern, mentre in tedesco è Dietrich von Bern, nato nella Pannonia nel 454 e morto a Ravenna nel 526), fu re degli Ostrogoti e - con l'uccisione del re Odoacre - re d'Italia.

Nessun commento:

Posta un commento