Ljubov’ Dostoevskaja, la figlia prediletta del grande romanziere russo Feodor Dostoevskji (1821/1881), si spense al Grieserhof di Bolzano. Era nata a Dresda il 14 settembre 1869 (suo padre raccontò che era stata concepita nove mesi prima a Firenze); la morte la colse il 10 novembre 1926. Figlia di secondo letto, aveva un fratello di nome Fedor. Quando suo padre – già famoso – morì, Ljubov’ aveva 11 anni. Il governo russo mise a disposizione della piccola una borsa di studio e un posto in un collegio, ma nel frattempo le rendite derivanti dagli scritti del padre crescevano, e così la madre trovò per lei un altro corso di studi, a proprie spese. Tra il 1905 e il 1912 Ljubov’ (che all’estero si faceva chiamare Aimèe, ossia “amata”, traduzione di Ljubov’) strinse rapporti di amicizia con il figlio di Tolstoj,L’vovic,frequentava il piccolo salotto letterario da lei aperto nel 1897 in via Furštadtskaja a Pietroburgo.
A partire dall'ultimo decennio del XIX secolo visse per lo più all'estero a causa della sua salute cagionevole; tra il resto a Menaggio, Roma, Montreux, Ginevra, Costa Azzurra. Nel 1924 si trasferì da Nizza a Merano, nel 1926 a Gries, poi ad Arco, infine nuovamente e definitivamente a Gries. Nel suo errare, durante il quale s’appoggiava frequentemente a famiglie russe, scrisse vari libri: Bol'nye devuški (1911), Emigrantka (1912), Advokatka (1913), Dostojewski geschildert von seiner Tochter (1920), tradotto da Maria Laetitia Lumbroso in Dostoevskij nei ricordi di sua figlia (1922).
Per sapere della Dostoevskajia durante la sua presenza a Gries giova l’opera di Bianca Marabini Zoeggeler e Michail Talaly, edita a Bolzano nel 1999 grazie all’Associazione culturale Rus’, e col sostegno di Regione, Provincia, Comune e Azienda di soggiorno.
Il dott. Hanns Rössler, la cui famiglia fu proprietaria del “Grieserhof”, ne ricorda anzitutto la struttura: “l'edificio era formato da una pensione e un ospedale. Al terzo piano venivaospitati i cosiddetti curandi, al primo piano si trovava il reparto di medicina generale, al secondo il reparto infantile e la clinica ostetri(...) Il terzo piano era appunto riservato agli ospiti provenienti soprattutto da Germania, Austria, Ungheria, Russia, Polonia e Cecoslovacchia. (...) I curandi appartenevano prevalentemente all’aristocrazia e all’alta borghesia e si trattenevano a Gries per periodi variabili da uno a tre mesi. (...) Prima del suo accorpamento alla città di Bolzano (1925, ndr), Gries non poteva ospitare tubercolotici, e la Dostoevskaja era appunto malata di tubercolosi. (...) Arrivò da sola, senza nemuna dama di compagnia. (...) In ogni caso non doveva mancarle il denaro, perché pagò sempre in contanti. (...) Fu ricoverata nella nostra clinica come affetta da "Anaemia perniciosa", poiché non le si poteva diagnosticare la tubercolosi - in quel caso, infatti, non avremmo potuto accettarla. (...) Conduceva una vita molto ritirata, non mi risultano neppure delle visite. L’unico ad occuparsi di lei era un suo cugino che viveva nel principato del Liechtenstein. (...) Trascorse da noi alcuni mesi, fino alla sua morte, nel 1926. Fu sepolta a Gries, nel (“nuovo”, ndr) cimitero che si trovava dove oggi c'è il Centro ciechi. (...)
Dal registro parrocchiale delle persone decedute a Gries nel 1926 sappiamo che Ljubov' morì il 10 novembre presso il “Grieserhof”, via S. Maurizio n°80 all’età di 57 anni e che fu sepolta il 12 novembre alle 4 del pomeriggio. Anche questo documento riporta come causa del decesso l’”Anaemia perniciosa”. (...) Sulla sua tomba venne eretta una semplice croce in legno su cui si leggeva: Aimée Dostoewskij, nata il 14.IX,1869 – deceduta il 10.XI.1926”. Giova aggiungere che il funerale fu modestissimo: seguirono il feretro il dott. Rössler, sua moglie, un’infermiera e un sacerdote cattolico. Liubov’ a Bolzano non aveva amici.
Passano gli anni e per il cinquantesimo anniversario della scomparsa di Fèdor Dostoevskji (1931), la "Neue Freie Presse di Vienna racconta che a Bolzano la tomba della figlia dello scrittore si riduce ad una misera lapide, con un’iscrizione quasi illeggibile. Il giornale viennese promuove una raccolta di fondi, affinché la figlia di Dostojevskij possa essere commemorata degnamente. Il 7 luglio 1931 la Rivista della Venezia Tridentina riprende la notizia invitando il governo fascista ad attivarsi. Il prefetto di Bolzano Marziali fa sua l'idea e nel dicembre 1931 sorge nel cimitero di Gries un nuovo monumento commemorativo, scolpito da Franz Ehrenhöfer, l’autore delle due statue che ornano la facciata della stazione di Bolzano (la trazione a vapore e la trazione elettrica). Sul monumento si legge: "Lontana dalla sua Patria in Bolzano d'Italia moriva Aimée Dostojewskij che del grande suo genitore fu biografa amorosa e verace - n. 14.9.1869 m. 10.11.1926. Ella riposa sotto questa pietra eretta per fraterna ammirazione e pietà nell'anno X dell'Era fascista".
Il monumento consiste in una grande tazza, nella quale crescono piante e fiori. Il 31 maggio 1957 viene trasferito nel cimitero di Oltrisarco, con qualche riferimento fascista in meno, e con in più l’aggiunta di una targa in cirillico, curata da Hanns Rössler. E lì tuttora si trova. In occasione del campionati mondiali di scacchi tenutisi a Merano nel 1981 vi si recò a rendere omaggio un ministro sovietico. E ancor oggi ogni tanto ai piedi del cippo mani sconosciute accendono candeline.
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