venerdì 28 ottobre 2011

La via Alemagna e le spezie

Nel 1420 la Repubblica di Venezia conquistò il Cadore. Iniziò una nuova fase economica, politica e sociale, importante per tutta la regione. Mai come allora i confini divennero precisi, e mai come allora il popolo, stremato dalle difficoltà economiche, dalle carestie e dalla sovrappopolazione, si spostava in cerca di lavoro.

Così Cadore, Carnia e Alta Pusteria divennero i serbatoi di approvvigionamento di legname per la costruzione di navi e di abitazioni, per il riscaldamento e per le officine di vetreria dei veneziani.

Nacquero importanti stazioni doganali: Lienz, Sesto e Dobbiaco.

La Via Alemagna, oggi la statale 51 di Alemagna, era la via più breve di comunicazione tra Oriente e Nord Europa. Attraverso di essa arrivavano carichi di spezie, stoffe pregiate e sete, oggetti di vetreria artistica, gioielli, ambra, profumi e per il sud partivano legnami, tessuti di lino, lana e canapa, cappelli, tappeti, orologi, tabacchi e oggetti di artigianato, soprattutto in metallo, grazie alla presenza nella zona di miniere di ferro e forni di fusione dei metalli.

In Val di Landro, poco lontano da Dobbiaco, si trovano le vestigia dei forni di fusione, che risalgono al 12° secolo. Vi si fusero gallio e piombo, usati come lega per altri metalli, rame ed argento e persino modeste quantità di oro.

E attraverso la via Alemagna, dal 1600 in poi, arrivarono il cacao ed il caffè, l’uva secca di Corinto, le mandorle, le noci, i frutti canditi ed i fichi secchi.
Q
uesti ultimi ingredienti sono indispensabili per la preparazione dello Zelten, tipico dolce natalizio!

Nessun commento:

Posta un commento