mercoledì 21 settembre 2011

Soliman, l'elefante di Bressanone


Passando davanti all'albergo "Elefante" si può ammirare l'affresco che rappresenta un elefante, voluto dal proprietario dell'albergo Andrè Potsch nel 1551.
Si racconta che il pachiderma fu donato da Giovanna d'Asburgo, figlia dell'imperatore Carlo V e Isabella di Portogallo, a Massimiliano II d'Asburgo. L'elefante di Nome Soliman partì nel 1551 dal Portogallo, sbarcò a Genova, proseguì per Milano, Cremona, Mantova, Trento, Bressanone per poi arrivare a Vienna nel marzo del 1552. Durante il suo percorso destò meraviglia e festeggiamenti tanto da essere rappresentato anche nel Chiostro del Duomo di Bressanone in tenuta .... da guerra! Purtroppo morì un anno dopo.
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Nel Medio Evo gli elefanti furono usati spesso, anche Carlo Magno usò il suo elefante Abul-Abbas quando partì per combattere i Danesi nel 804. Le Crociate diedero a Federico II, Imperatore del Sacro Romano Impero, l'opportunità di catturare in Terra Santa un animale che più tardi userà nella conquista di Cremona nel 1214.

Fu l'uso di elefanti, ancora da parte di un sultano Indiano che pose quasi fine alle conquiste di Tamerlano. Nel 1398 l'esercito di Tamerlano affrontò in battaglia più di cento elefanti indiani e fu quasi sconfitto per la semplice paura delle sue truppe. Anche Annibale che faceva conto sulla forza degli animali proboscidati, portò con sé 37 elefanti da guerra durante la traversata delle Alpi, però gli elefanti, non abituati al freddo, essendo di origine nordafricana, morirono tutti eccetto Surus, il leggendario elefante di Annibale, passato alla storia come il più valoroso elefante di tutte le guerre puniche, che sopravvisse ma morì di malaria poco dopo. Alla sua morte Annibale costruì una città in suo onore.[1] Nella battaglia finale di Zama (202 a.C.) la carica degli elefanti cartaginesi risultò inefficace. Annibale lanciò la carica degli elefanti ma ormai i Romani avevano imparato come trattare quelle enormi bestie; con trombe acute e alte grida spaventarono i bestioni che, imbizzarriti, si volsero contro la cavalleria numidica dell'ala sinistra cartaginese

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