Residenza dei principi vescovi, l'attuale costruzione iniziata in stile rinascimetale nel 1595 fu portata a termine in stile barocco e rococò racchiudendo, al suo interno, i resti del castello medievale.
Nel 1265 Bruno von Kirchberg (noto come il "vescovo di ferro") trasformò in propria residenza quello che era il castello del Capitano, nell'angolo sud-occidentale della cinta urbana. Il nuovo palazzo circondato da un fossato e munito di mura con 4 torri angolari e tre ponti levatoi aveva l'aspetto di un castello fortificato.
Nella prima metà del XV secolo il vescovo Ulrich Putsch (1427-1437) vi fa aggiungere due nuove torri e altre costruzioni. Il cardinale Madruzzo nel 1545 fa edificare una nuova cappella e una scuderia. All'epoca la residenza vescovile era costituita da 52 ambienti. Dell'antico palazzo però non è rimasta alcuna traccia perchè venne distrutto e rifatto nel sontuoso palazzo rinascimentale che oggi possiamo ammirare.
Nel 1595 su incarico del cardinale Andreas d'Austria (1558-1600, figlio di Ferdinando II d'Austria e Philippine Welser), l'architetto di corte Alberto Lucchese progetta la nuova residenza. La sontuosa costruzione, a causa dei costi eccessivi, viene realizzata solo in parte. Tra il 1597 e il 1600 vengono eseguite a Bressanone, dallo scultore bavarese Hans Reichle (1570-1642), 44 statue che dovevano riprodurre la genealogia della casa d'Asburgo a partire dalle mitiche origini merovingie sino al cardinale Andrea, committente dell'opera. Delle 44 statue originarie oggi se ne conservano 32, mentre le altre 12 sono andate in parte distrutte ed in parte disperse.
Nel 1600 per la morte del cardinale i lavori vengono sospesi ma riprendono tre anni dopo, sotto la direzione di Lucchese, con il successore Christoph Andreas von Spaur. Il nipote Bartolomeo Lucchese da Milano, costruttore di fortezze, subentra allo zio nel 1606 e introduce notevoli modifiche al progetto originario. Francesco Lucchese realizza la bella scala a chiocciola sull'angolo del cortile e le decorazioni con stucchi. I lavori vengono nuoamente sospesi per problemi economici a causa della Guerra dei Trent'anni, riprendono sotto il vescovado di Kaspar Ignaz von Kunigl nel XVIII secolo. La sala del teatro e decorata nel 1710 dal pittore Ferdinand Schor che riprende i disegni di Pietro da Cortono a Palazzo Barberini a Roma.
Nel 1830 viene distrutta la grandiosa sala teatrale, ritenuta poco utilizzabile.
Gli arredi e le decorazioni interne risentono delle varie fasi della costruzioni e del mutamento dei gusti che vanno dal Rinascimento al Barocco sino al Neoclassicismo ottocentesco.
Anche dopo la secolarizzazione del pricipato nel 1803, i vescovi brissinesi hanno continuato a vivere nella loro principesca dimora fino al 1964, anno in cui la sede della nuova diocesi di Bolzano e di Bressanone è stata trasferita a Bolzano.
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