giovedì 13 gennaio 2011

i fazzoletti della val Sarentino




La Val Sarentino conserva l'uso dei costumi tradizionali. Alcuni abiti si sono conservati nel corso degli anni, mentre altri sono stati ricostruiti in seguito a ricerche e raffigurazioni storiche.
Lo status di una donna si riconosceva dalla bellezza e ricchezza dei foulard e dei grembiuli. Secondo un setto popolare "più foulard ha una donna, più è ricca".,
Il fazzoletto da indossare tutti i giorni è di cotone, mentre quelli per i giorni di festa sono in seta e/o broccato.
Un tempo, quando l'uomo andava in città al mercato, portava in dono alla sua donna un foulard di seta colorato.
Per scoprire quando si diffuse l'uso del fazzoletto bisogna andare indietro nel tempo di quasi due secoli. Secondo alcuni storici, all'inizio del XIX secolo, le donne indossavano gonne che arrivavano appena sopra il ginocchio e un corsetto molto scollato.
Il beato Johann Nepomuk von Tschiderer (1777 - 1860), parroco e decano di Sarentino, all'inizio del 1800 iniziò a condurre una lunga lotta contro gli abiti femminili, che riteneva scandalosi. Quando Johann Nepomuk von Tschiderer divenne vescovo di Trento (1835) e il suo successore riuscirono ad imporre nel 1850 abiti femminili lunghi fino alle caviglie.
Durante la stagione estiva le donne presero ad indossare una camicetta bianca "il Pfaat" con sopra un corpetto senza maniche; mentre in inverno, sopra il corpetto indossavano una giacca corta "il Tschoap" con uno scialle sopra le spalle.

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