

Una clausola raccomandava all'artista di adeguarsi all'altare maggiore della parrocchiale, prova del conservatorismo locale; Pacher,che si era formato sia nel nord Italia e forse anche a firenze, sia nell'alta Renania, sviluppò in stilepiù moderno il prototipo creato da Hans von Judenburg.
Al centro spicca l'incoronazione di Maria. La novità risiede nella profondità spaziale: le statue non restano racchiuse nello scrigno, ma lo ampliano col loro movimento avanzando verso l'esterno. Della complessa cimasa si è salvata solo la Madonna con Bambino sistemata in una nicchia del coro: Sono andati perduti inoltre i dipinti sull'esterno delle ante, raffiguranti scene della Passione.
Ai lati dell'incoronazione della Vergine si ammirano gli angioletti musicanti con S. Michele che trafigge il demonio e di Sant'Erasmo con lo strumento del suo martirio.
I guardiani dello scrigno sono angeli reggidrappo e sulla predella i SS. Biagio, Leonardo, Giovanni Battista, Vigilio.
L'altare rimase nel coro fino al 1736 e poi fu spostato più volte e mutilato ed infine collocato nella cappella di Sant'Erasmo nel 1848 e ridipinto.
(L. Andergassen, Sudtirolo.Arte e luoghi, ed. Athesia)
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