venerdì 29 ottobre 2010

La cultura del vino in Alto Adige

Quando i Romani, poco prima della nascita di Cristo, annessero il "paese tra i monti" al loro regno, probabilmente rimasero stupiti non poco: vi era, infatti, una fiorente viticoltura e le viti erano sorrette su particolari strutture in legno, i cosiddetti filari o pergole. Oltre a queste ultime, i Romani ignoravano anche l’esistenza delle botti di legno, che le popolazioni locali utilizzavano per la conservazione del vino. Molti antichi dipinti e incisioni di Bolzano raffigurano vigneti che si estendevano fino a ridosso della città. L’importanza del commercio del vino per Bolzano, sin da allora, è testimoniata anche dalla particolare architettura dei portici. Gli edifici medioevali della Via Portici ospitano, infatti, profonde cantine disposte su due piani che, fresche in estate e mai troppo fredde in inverno, presentano le condizioni ideali per la conservazione del vino.

L’Alto Adige offre le migliori condizioni per la coltura della vite e dell’uva; nonostante Bolzano sia situata a soli 260 m sul livello del mare, le montagne circostanti svettano a quasi 3000 m.
I contrasti paesaggistici e, quindi anche climatici, su uno spazio così ridotto, sono enormi. La Val d’Adige è accarezzata da un vento costante proveniente da sud che spira nel pomeriggio mentre, verso sera, soffi a il freddo pungente proveniente da nord-est che scende dallo Sciliar o dalle Alpi Sarentini. Tali oscillazioni di temperatura sono ideali per la formazione dell’armonica acidità che caratterizza i vini rossi freschi e leggeri, e i bianchi fruttati.

In Alto Adige si coltivano a vite circa 5.200 ettari di terreno, da cui si ricavano annualmente 350.000 ettolitri di vino, di cui il 55% è costituito da vini rossi e il rimanente 45% da bianchi. L’uva Schiava, con tutte le sue varianti, rappresenta il 60% dei vini rossi. Attualmente il comune di Bolzano, con una super e Caldaro (800 ettari), il terzo comune vinicolo della regione. Bolzano è inoltre una delle maggiori città produttrici di vino d’Europa: Su poco più di 300 ettari cresce la Schiava, la varietà autoctona più importante che si coltiva sui ripidi pendii che circondano Bolzano, e che sono anche le posizioni più soleggiate e invitanti.
Nella calda piana di Bolzano, invece, crescono su 250 ettari, le viti del Lagrein, le cui gocce più preziose sono quelle prodotte dai vigneti del quartiere di Gries.

I vini bianchi freschi, fruttati e aciduli dell’Alto Adige sono senza rivali e da anni ormai cavalcano la cresta dell’onda. Negli ultimi trent’anni la superficie coltivata a varietà bianche è quasi raddoppiata. Nella zona circostante la città di Bolzano, le varietà bianche si stanno spingendo fino a quasi 800 m di altitudine! I consumatori italiani considerano l’Alto Adige e con esso Bolzano, una delle zone più importanti per la produzione di vini bianchi, che peraltro godono di una notevole reputazione.

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