venerdì 2 luglio 2010

Sabiona

Il monastero di Sabiona (ted. Kloster Säben) sorge su un'alta rupe grigio verde di natura dioritica, sorveglia il borgo di Chiusa in Val d'Isarco, e viene considerata l' Acropoli del Tirolo.
Sabiona è il baluardo della cristianità dell'Alto Adige ed è uno dei più antichi monumenti cattolici dell'arco alpino. È stata la Sede vescovile del Tirolo, prima dello spostamento, nel 967, della stessa, a Bressanone.
Tra il IX e l'XI secolo Sabiona fu un'importante diocesi, suffraganea del patriarcato di Aquileia (tra i suoi vescovi più noti sono: San Cassiano ( ? - 365) - San Lucano (V secolo) - San Ingenuino (578 - 608).
Si possono visitare la chiesa di Nostra Signora con la cappella di Maria, la chiesa conventuale, la chiesa della Santa Croce, la torre dei Signori e la fontana commemorativa.
La chiesa di Santa Croce, si trova sul punto più alto. In origine chiesa paleocristiana, poi basilica romana del XII secolo, successivamente gotica fino all'incendio del 1533. Fu ricostruita da Matthias Jenner nel 1679. Si ritiene sia stato sepolto il vescovo Sant'Ingenuino, le cui reliquie si trovano ora a Bressanone. All'interno sono dipinti, con effetto scenografico, gli avvenimenti sulla Pasqua. La croce sull'altare è del maestro Leonardo di Bressanone (1470 ca.).
La chiesa di Nostra Signora con la cappella di Maria (qui giaceva la più antica chiesa della rupe di Sabiona,la cui sagrestia custodiva una fonte battesimale scavata nella roccia viva) sono opera barocca di Giacomo e Andrea Delai, XVII secolo. All'interno gli affreschi di Stephan Kessler.
Nella chiesa conventuale, opera di Giovan Battista Delai, si trova la tomba di Mathhias Jenner (parroco e canonico del comune di Chiusa). Sulle pareti i dipinti ricordano i SS. Benedetto e Scolastica.
Attualmente e da quasi trecento anni, il monastero è la sede di una comunità di monache benedettine in clausura. Il monastero ospitò inizialmente solo cinque monache provenienti dal monastero delle benedettine di Nonnberg ( nei pressi di Salisburgo). La prima Badessa fu Madre Agnes von Ziller, che già nel 1687 poté accogliere nel convento 30 monache. Nei secoli XVIII e XIX il monastero conobbe varie occupazioni e subì anche la profanazione da parte degli invasori, che lo utilizzarono come fortezza difensiva. Superate le traversie storiche, il monastero tornò alla vita normale e le monache tornarono ad occuparlo; fedeli alla loro regola (ora et labora) oltre alla vita di preghiera sono state sempre dedite al lavoro, necessario al loro mantenimento: curare le vigne, lavorare i campi, cucire e ricamare i paramenti sacri, accogliere ed ospitare pellegrini.

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