martedì 23 marzo 2010

la Kaiserstrasse e la Kunterweg


Prima che i Romani costruissero nel II sec. d. C. il tratto di strada tra Bolzano e Colma lungo la stretta gola dell'Isarco, la via del Brennero saliva da Rencio (BZ) sull'altipiano del Renon e ridiscendeva nella valle dell'Isarco all'altezza di Colma.
Nel V secolo, con la caduta dell'Impero Romano, e senza le continue opere di manutenzione, la strada divenne impraticabile e si ritornò a passare per l'altipiano del Renon.
La cosiddetta "Kaiserstrasse", la strada che numerosi imperatori tedeschi percorsero lungo il viaggio che li portava a roma per l'incoronazione, correva provenendo da nord attraverso il cosiddetto "Rittenfuss" nei pressi di Colma, dove poi sorse la Dogana, e saliva verso Longostagno, Monte di Mezzo, Longomoso, Collalbo, Auna di Sotto per ridiscendere a valle a Rencio.
Attorno al mille la grande via romana del Brennero, completamente in rovina, continuava ad essere percorsa da eserciti e imperatori. Abbiamo notizia del passaggio della salma di Ottone III riportata ad Aquisgrana nel gennaio 1002, del passaggio di Enrico V nel febbraio del 1116 e di Federico I nel 1163. Anche qualche pellegrino diretto a Roma o a Gerusalemme dalla Germania incominciava a scegliere l’itinerario del Brennero e lungo il percorso venivano sorgendo rifugi e ospizi dovuti alla pietà (o alla convenienza) dei Cavalieri di Gerusalemme o di altri ordini equestri teutonici. La via però era malsicura e al brigantaggio isolato se n’andava aggiungendo uno ufficiale e più organizzato: quello esercitato dai castellani infeudati lungo le valli dell’Adige, dell’Isarco e del Sill che taglieggiavano a piacere i viandanti. Si ha addirittura notizia che a Gossensass (Colle Isarco), proprio sotto il valico, sul versante italiano, operasse per un certo tempo una banda di ladroni che era alle dipendenze del feudatario del posto.
Solo nel 1314 il commerciante Heinrich Kunter ebbe il permesso di ripristinare la strada lungo l'Isarco, per il cui transito fece pagare un pedaggio.
Chiaramente questa Kunterweg (a quei tempi fu considerata una grande opera) abbreviava la strada verso il Brennero e il commerciante Kunter devenne molto ricco!
La ‘Kunterweg’, tra Bolzano e Chiusa, sempre soggetta a frane e valanghe e alle piene dell’Isarco, veniva in quei tempi evitata dal grande traffico veneto, che preferiva la via della Pusteria più lunga ma più sicura. Nell’intento di convogliare tutto il flusso commerciale attraverso Bolzano, Sigismondo del Tirolo, nel 1483, fece apportare a tutta la via e in modo speciale alle strettoie dell’Isarco lungo la vecchia strada tracciata dal Kunter, sostanziali migliorie. In collaborazione con un ingegnoso prete di Bressanone, usando, forse per primo, la polvere da sparo per minare le rocce, Sigismondo sistemò e livellò il fondo stradale e tanto efficiente fu la sua opera che praticamente tutto il traffico per il Brennero venne in breve ad incanalarsi per le valle dell’Adige e dell’Isarco.
Il domenicano Felix Faber che, nel 1481, diretto in Germania, aveva dovuto percorrere con gran pena l’antico tracciato romano tra Bolzano e Chiusa seguito da un uomo che gli reggeva per la briglia il cavallo, di ritorno in Italia nel 1843, scriveva: ‘Là dove soltanto quattro anni prima nessuno poteva passare, oggi possono facilmente circolare vetture da viaggio e da trasporto ‘.

vedi anche "L'antica via di Alemagna" di Leonardo Carandini

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