Il Duomo di Bolzano dedicato a S. Maria Assunta in arenaria rossastra/giallastra del Renon fu iniziato in forme romaniche da lapicidi lombardi nel XIII secolo e ultimato in forma gotica da maestranze sveve alla fine del XIV e inzio del XV secolo. Sulla facciata della chiesa meritano attenzione il portale romanico con pròtiro aggiunto nel 1499, il rosone (rifatto) e un piccolo affresco (Madonna Plappermutter) attribuito a Federico Pacher (1475 circa).
Il leggiadro campanile gotico del duomo, con la sua snella cuspide traforata, è l'emblema della città. Nella forma attuale della sua metà superiore esso è opera di Hans Lutz da Schussenried (Svevia) che ne curò l'esecuzione tra il 1501 e il 1519, secondo il progetto di Burkhard Engelberg
da Augsburg. Percorrendo il perimetro del duomo dal lato nord e partendo dalla porta dei leoni, si passa la sporgenza della sacre stia e si arriva allo zoccolo del campanile, dove la parte è occupata da un grande affresco, rappresentante la Crocefissione definita da Weingartner «un lavoro molto buono ed espressivo di un maestro veronese della fine del Trecento». Accanto all'immagine con le figure di Maria, Giovanni e Barbara e la coppia dei donatori, in un quadro a parte, si vede un uomo nell'attimo dove viene colpito da una campana cadente. Probabilmente il pittore si riferisce ad un incidente accorso nella chiesa di S. Procolo a Bologna, proprio nel 1393, ad un viandante o al sacrestano della chiesa stessa. In un'iscrizione dell'epoca si legge la gustosa frase: "SI PROCULUS PROCUL A PROCULI CAMPANA FUISSET / NUNC PROCUL A PRO CULO PROCULUS IPSE FORET. 1393» che in parole povere significa, che se Procolo (il sagrestano?) fosse rimasto lontano dalla campana di San Procolo, ora sarebbe lontano da San Procolo, in cielo. San Procolo è patrono della città di Bologna, ma anche di Verona; ed è possibile che la storia o l'iscrizione umoristica abbia già fatto il giro fra gli artisti girovaghi.
Poco più avanti troviamo una bellissima porta gotica, il cosiddetto «Leitacher Torl», la «porticina di Leitach», riccamente ornata di figure e costruita fra il 1380 e il 1390; vicino alle figure principali di Maria col Bambino, della Annunciazione e di Cristo Doloroso,scorgiamo, nell'arco, la figura di un viticultore con roncola e badile, nonché di una donna con una botticella, circondata da uva e da pampini; la composizione probabilmente si riferisce ad una «licenza»concessa dal duca Alberto d'Austria, nel 1387, alla parrocchia di Bolzano di mescere qui del vino di propria produzione, del rione di Leitach. Le entrate di questo privilegio servivano alla costruzione della nuova abside, terminata fra il 1420 e 1440.
L'interno del duomo, a tre navate di pari altezza su pilastri a fascio, conserva diversi affreschi frammentari del '300 e del '400, l'artistico pulpito gotico, il monumentale altar maggiore in marmo policromo, ragguardevole opera barocca dei veronesi G.B. Ranghieri e Domenico Allio (1710-1720), probabilmente su disegno di Jacopo Pozzo, con una dozzina di statue in marmo bianco tra colonne e pilastri; inoltre, dietro al bel coro gotico, la barocca cappella delle Grazie, aggiuntavi nel 1745 e affrescata da Karl Henrici. Il pulpito gotico in arenaria grigia riccamente scolpito, opera di Hans Lutz (1514), l'artefice del campanile. Nelle formelle sono raffigurati i Padri della Chiesa e i simboli degli Evangelisti, con tracce della coloritura originaria. Anche la Pietà di Hans von Judenburg è di pregevole fattura.
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