martedì 20 novembre 2012

Movimenti religiosi del Basso Medioevo

Negli ultimi secoli del Medioevo si verificarono importanti novità nel campo religioso; esse si possono così schematizzare:

1) sviluppo di eresie;
2) nascita di ordini monastici eremitici o cenobitici;
3) nascita degli ordini religiosi mendicanti.


1. Numerose furono le eresie medioevali: valdesi, catari o albigesi, patari, dolciniani ecc. 
I movimenti ereticali medioevali ebbero una caratteristica prevalentemente pauperistica e sociale, nel senso che esaltarono il valore della povertà contro l’eccesso di ricchezza e di mondanità della Chiesa ufficiale e si svilupparono dal basso, ossia dall’interno del popolo cristiano (da questo punto di vista le eresie del tardo Medioevo furono diverse da quelle nate nei primi secoli del cristianesimo, che avevano invece un’origine teologica e dogmatica e che furono promosse da vescovi e teologi). 
Fin dal II e III secolo d.C. il termine “eresia” stette ad indicare una “teoria errata”, e si oppose a quella che era considerata invece la giusta dottrina o ortodossia: quindi eresia contro ortodossia
Le eresie del tardo Medioevo contestavano la corruzione morale della Chiesa ufficiale, il suo eccessivo attaccamento al potere e ai beni terreni, e proponevano, in alternativa, un ritorno alla purezza spirituale delle prime comunità cristiane. 
Furono tutte represse mediante l’uso della violenza (sterminio dei catari ad Albi, massacro dei dolciniani). Lo strumento utilizzato dalla Chiesa per combattere le eresie fu il Tribunale dell’Inquisizione. 
Quale fu la sua origine storica? 
Essa va ricercata in un’assemblea di ecclesiastici e principi, tenutasi a Verona nel 1184: presieduta dal papa Lucio III e presente anche Federico I Barbarossa, essa emanò un editto in cui si dichiarava esplicitamente la necessità di ricercare attivamente e di condannare gli eretici attraverso la scomunica, l’esilio e la confisca dei beni. 
Tale documento fu la premessa teorica del vero e proprio Tribunale dell’Inquisizione romana, che venne istituito formalmente dal papa Gregorio IX nel 1231: esso aveva il compito di giudicare e condannare gli eretici, utilizzando a questo scopo qualsiasi mezzo. 
Nel 1252 il pontefice Innocenzo IV, riprendendo le disposizioni di Gregorio IX, le riassunse e le aggravò, instaurando ufficialmente la tortura. La condanna suprema era costituita dalla morte sul rogo, eseguita non dalla Chiesa stessa ma dal potere politico (il cosiddetto “braccio secolare”). 
Il rogo aveva un significato simbolico preciso: le fiamme non solo non provocavano sangue (secondo un’antica tradizione la Chiesa aborriva il sangue) ma dissolvevano, insieme al corpo dell’eretico, anche il demonio che lo possedeva
L’Inquisizione romana restò in vigore fino alla fine del ‘700. Dei diversi Tribunali che si diffusero in Europa, quello che divenne più tristemente famoso per la sua estrema severità fu l’Inquisizione spagnola, istituita nel 1478 previa autorizzazione del papa Sisto IV e diretta dal frate domenicano Tommaso Torquemada
Tra le sette eretiche di questo periodo occorre citare quella dei dolciniani, fondata da fra Dolcino: i suoi seguaci si chiamavano apostolici e predicavano la comunione dei beni e delle donne (superamento della proprietà privata e della famiglia); inoltre accusavano la Chiesa ufficiale di avere tradito l’originario messaggio evangelico e, contro i preti e contro i ricchi, organizzavano delle vere e proprie spedizioni, ricorrendo all’uso della violenza. Contro i dolciniani il papa Clemente V promosse una sorta di crociata, che portò al massacro di fra Dolcino e dei suoi seguaci all’inizio del ‘300.
 

2. Nel basso Medioevo si ebbe lo sviluppo degli ordini monastici eremitici e cenobitici, che cercarono di rilanciare, nella sua versione originaria, la tradizione benedettina. 
Il monachesimo cenobitico ed eremitico era nato in Oriente (soprattutto in Egitto), nei primi secoli dell’era cristiana, con i famosi “Padri del deserto”, quali Sant’Antonio Abate, Pacomio, Basilio, Arsenio, Evagrio Pontico. 
Questa tradizione fu poi portata in occidente da Benedetto, considerato il fondatore del monachesimo occidentale. Nei lunghi secoli dell’alto Medioevo abbazie benedettine si diffusero in tutta Europa. Nel 910 fu fondato a Cluny, in Borgogna, un monastero che si proponeva di rinnovare lo spirito originario dell’ordine benedettino, che era andato perdendosi nel corso dei secoli, e di proporre un modello di vita cristiana pura e spirituale, non contaminata da interessi mondani. Da Cluny si sviluppò così il movimento cluniacense, ossia un vero e proprio ordine religioso che si avvaleva di un sistema di abbazie, diffuse in tutta Europa, che dipendevano comunque dalla casa-madre. I monaci di Cluny non si diedero una nuova regola ma mantennero quella benedettina: tuttavia essi la modificarono aumentando le ore dedicate alla preghiera e al lavoro intellettuale e riducendo sensibilmente quelle riservate al lavoro manuale, che spesso fu affidato a servi. 
Con il tempo però il movimento cluniacense ebbe un tale sviluppo da ricadere per certi aspetti in quegli stessi vizi (ricchezza, potenza, mondanità) contro cui in origine voleva combattere.  
Così esso fu messo a sua volta sotto accusa: infatti dal suo seno si sviluppò il movimento cistercense (da Citeaux, 1098), che ebbe in Bernardo di Chiaravalle il suo maggiore esponente. Criticando Cluny, i cistercensi cercarono di ritornare alla stretta osservanza delle regola benedettina, rivalutando il lavoro manuale, che i cluniacensi avevano trascurato. Inoltre essi si distinsero da Cluny per il maggior rispetto del voto di povertà

In questo stesso secolo nacque anche un nuovo ordine, quello dei certosini: i certosini, diversamente dai benedettini e dai loro seguaci, furono un ordine monastico di carattere eremitico e non cenobitico (nei monasteri eremitici i monaci vivevano per lo più isolati in celle e solo raramente si incontravano, mentre in quelli cenobitici i monaci conducevano una vita prevalentemente comunitaria).. L’ordine dei certosini fu fondato da San Bruno di Colonia, un intellettuale animato da forte spirito mistico e contemplativo, che insegnò per alcuni anni a Reims, in Francia: qui egli, nei pressi di Grenoble, in una località detta Chartreuse, fondò nel 1084 la prima Certosa (monastero eremitico); successivamente Bruno fu costretto ad andare a Roma, chiamato dal papa Urbano II, suo ex allievo, ma la sua propensione verso la vita contemplativa era sempre molto forte, tanto che ottenne dal papa il permesso di fondare in Calabria un nuovo centro: nacque così, nella località chiamata poi Serra San Bruno, il più importante monastero certosino italiano, secondo solo alla Grande Certosa francese. I monasteri certosini divennero famosi anche per i lavori e le innovazioni introdotte nell’agricoltura: i certosini infatti furono abili agricoltori e praticarono tecniche d’avanguardia per quei tempi.
 

3. Nel XIII secolo nacquero due ordini religiosi che hanno avuto un’importanza decisiva nella storia della chiesa cattolica: l’ordine domenicano e quello francescano, definiti ordini mendicanti, in quanto vivevano prevalentemente di elemosina e carità

C’è una differenza fondamentale tra questi due ordini e quelli monastici precedenti: domenicani e francescani infatti non erano monaci che si isolavano dalla società ma erano invece frati (= fratelli) che cercavano il contatto diretto con la gente, vivevano nelle città ed in mezzo al popolo dei credenti per predicare e testimoniare il Vangelo. 
Per molti aspetti essi furono una risposta della Chiesa cattolica alla diffusione delle eresie ed alle esigenze che esse incarnavano: domenicani e francescani dimostravano infatti che si poteva fare una scelta di purezza e di povertà senza uscire dalla Chiesa e senza sconfinare nell’eresia

La caratteristica prevalente dei domenicani, fondati da Domenico di Guzman, fu la lotta alle eresie da perseguire attraverso la predicazione della “giusta dottrina” tra la gente: ma per assolvere a tale compito bisognava conoscere bene i testi sacri e la dottrina ufficiale. Risultava fondamentale quindi la preparazione culturale dei frati, in un periodo in cui buona parte del clero era semianalfabeta. Per tale motivo i domenicani formarono schiere di predicatori di notevole livello intellettuale (furono soprannominati “frati predicatori”); per la loro cultura e l’esperienza acquisita nella lotta alle eresie ad essi fu affidato successivamente anche il controllo del Tribunale dell’inquisizione. 

I francescani si caratterizzarono invece soprattutto per la testimonianza della povertà evangelica. Francesco d’Assisi fece della povertà il motivo centrale della sua esperienza religiosa, dando voce a quelle esigenze pauperistiche e spiritualistiche largamente diffuse nel mondo cattolico: come si accennava, con i francescani fu possibile scegliere la povertà rimanendo all’interno dell’ortodossia e della Chiesa ufficiale. 
Diversamente dai domenicani, per i francescani non era importante tanto la cultura ma piuttosto la testimonianza concreta e diretta di una vita cristiana condotta in povertà e purezza evangelica (furono chiamati “frati minori”).

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