lunedì 11 giugno 2012

Tesori al Museo Civico di Bolzano

Museo Civico di Bolzano
La Società del Museo di Bolzano fu fondata nel 1882 con l' obiettivo di raccogliere collezioni d'arte e non disperdere le opere artistiche, soprattutto quelle ecclesiastiche.
Il reverendo don Karl Atz , primo sovrintendente ufficiale ai benei culturali in Tirolo, fu il personaggio chiave nei primi anni di attività.
Già dopo pochi anni, la Società del Museo  fu in grado di offrire al pubblico bolzanino una esposizione permanente nell'odierna "Casa Kolping".
Nel 1900 il Comune di Bolzano decise di costruire una sede per il Museo. Per contribuire al reperimento della parte mancante dei fondi necessari, il barone Georg Eyrl - presidente della Socità del Museo - insieme con il presidente della Camera di Commercio Paul Welponer e con il sindaco Julius Perathoner, organizzò una grande sottoscrizione cittadina.
Nel 1905 fu possibile aprire il Museo Civico nell'attuale struttura.
Nell'ala meridionale del Museo furono organizzate aule e laboratori della scuola statale di arti applicate.
Direttore del Museo fu ilpittore accademico Tony Grubhofer.

Maria lactans, prima metà del XVIII secolo

Maria lactans, prima metà del XIV secolo, provenienza ignota
Sant'Anna Metterza tra i SS. Giuseppe e Gioacchino, inizio XVI secolo
Con la fine della I guerra mondiale e soprattutto con l'ascesa del fascismo, iniziò una nuova fase per la storia del Museo.
Alla fine del 1932 la Società del Museo fu obbligata, per ordine del prefetto, a cedere la direzione dell'amministrazione cittadina, ottenendo in cambio solo il diritto di intervento nel curatorio. Fra il 1935 3 il 1937, sotto la guida del nuovo direttore Wart Arslan, notevole esponente culturale fatto venire appositamente da Milano, l'edificio venne completamente ristrutturato e le collezioni esposte secondo nuovi criteri; fu ideato un percorso museale che estrapolava le opere d'arte e gli oggetti dal loro contesto storico culturale, presentandoli piuttosto in funzione della loro valenza estetica e secondo criteri cronologici e secondo i dettami fascisti.
Vennero fatti giungere oggetti da altri musei dell'Italia settentrionale, totalmente estranei al contesto culturale locale, e si sostituì la statua di Cristo sull'asina di Hans Klocker  con la pietra miliare romana proveniente da Rablà/Parcines.

Nel 1938 il Museo Civico venne promosso a "Museo per l'Alto Adige".

Nell'ambito della tacita collaborazione  messa in atto da alcuni membri della Società del Museo che non avevano optato per l'espatrio nelle terre del Terzo Reich, da Josef Ringler, membro della Kulturkommission, e da Nicolò Rasmo, nominato direttore del Museo nel 1939, si fece in modo di rallentare al massimo i lavori di divisione delle opere e degli oggetti del Museo tra "appartenenti alla cultura italiana" (non esportabili) e "appartenenti alla cultura tedesca", esportabili e quindi destinati ad essere trasferiti nella Germania hitleriana.

Alla fine della II Guerra Mondiale l'amministrazione cittadin concentrò i propri sforzi finanziari alla ricostruzione del Museo.
Nel 1948 venne organizzata una grande esposizione sull'arte medievale dell'Alto Adige.
Nel 1952 si potè aprire il terzo piano con le collezioni di arte popolare.

Nicolò Rasmo non era solo a capo del museo Civico di Bolzano, ma anche funzionario e successivamente sovrintendente delle Belle Arti. La concentrazione di più incarichi nella persona del suo direttore per 40 anni giocò un ruolo cruciale per il Museo Civico che lo considerò come il "Museo per l'Alto Adige", anche perchè sul territorio non c'erano altri musei. Più volte riuscì a portare a termine importanti acquisti da tutto il territorio, come il reliquiario fiorentino proveniente da Castel Coira.


Nel periodo dei diffusi furti nelel chiese (dagli anni '50 agli anni '70) trasferì nel museo molte opere importanti.



 

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