sabato 21 aprile 2012

Tutto iniziò con Folie....

Conte Friedrich Hartig (1864 - 1923) con un Haflinger
Nel Sudtirolo, già nel medioevo, vivevano dei piccoli cavalli di montagna, abbastanza robusti per trasportare le merci attrraverso i difficili sentieri alpini della valle dell'Adige e dell'Inn. Questi cavallini erano noti come "cavalli Haflinger" (Avelignese, nella traduzione italiana), cioè provenienti da Hafling/ Avelengo.
Agli inizi del 1800 con lo sviluppo delle vie di comunicazione sorse il fabbisogno di cavalli più pesanti, adatti al tiro dei carri. L'incrocio del cavallo Haflinger con altri esemplari "più pesanti" creò una razza " pesante, ma inadatta all'uso bellico".  
Si decise quindi di tentare un esperimento: incrociare uno stallone arabo El Badavi XXII (1868) con  una giumenta autoctona; dall'unione dei due nacque una bel puledro chiamato Folie. Dalla madre ereditò il bel mantello sauro e la robustezza tipica degli haflinger, mentre dal padre apportò la grazia e l'eleganza tipiche delle razze orientali.
Per quasi vent'anni lo stallone Folie venne utilizzato per la monta (nella stazione di monta di Laas) e il Governo Austriaco, colpito dalla bellezza di Folie, acquistò tutti i puledri che ne conservavano le caratteristiche. 
Fu allora che cominciò la prima selezione del cavallo Haflinger.
Nel 1897 una speciale commissione diede vita al primo Registro riproduttivo degli Haflinger e sotto la pressione del Conte Friedrich Hartig (nato a Vienna il 25 novembre 1864 e morto a Bolzano il 10 giugno 1923), il Ministero dell'Agricoltura emesse un decreto secondo il quale la Razza degli Haflinger era ufficialmente riconosciuta.

La prima guerra mondiale portò decisamente sfortuna agli Haflinger: con l'annessione dell'Alto Adige all'Italia, ne risultava la divisione fra gli stalloni (che erano nel Deposito austriaco) e le giumente, ora di proprietà italiana. L'allevamento della razza perse quindi tono, perché gli austriaci dovevano acquistare nuove giumente dagli italiani, mentre questi ultimi dovevano procurarsi gli stalloni.
Fu di nuovo il Conte Hartig, insieme al veterianrio Provinciale italiano De Paoli, che scrisse nel '23 il primo libro dedicato agli Haflinger, a rilanciare la razza, grazie all'organizzazione della prima esposizione dei riproduttori nel 1922, che ottenne una grande affuenza di pubblico.
La razza suscitò un buon successo e nel 1931 la Commissione Ippica Provinciale scelse le migliori 330 giumente da iscrivere nel primo Libro Genealogico, da cui derivò il "Libro delle Origini della Razza Avelignese in Italia" (tutti gli Haflinger devono necessariamente discendere dagli esemplari iscritti).
A partire da questo momento, gli Haflinger si diffusero nelle altre province italiane.

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