lunedì 17 ottobre 2011

La guerra delle Dolomiti




Il 28 luglio 1914 l'Impero austroungarico dichiarò guerra alla Serbia in seguito all'assassinio dell'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria e Ungheria, e di sua moglie Sofia a Sarajevo per opera del diciannovenne Gavrilo Princip.

Le speranze di una rapida vittoria si erano dissolte da quando le truppe austriache r soprattutto i Kaiserjager tirolesi furono quasi annientati dai Russi in Galizia. I tedeschi invece furono fermati dai francesi a ovest. L'Italia, alleata con gli imperi centrali, avviò dall'inverno del 1914 trattative per la realizzazione delle sue ambizioni territoriali.

Con il Patto segreto di Londra (26 aprile 1915) venne promesso all'Italia il trentino e il Tirolo tedesco fino al Brennero, se entro la fine del mese avesse dichiarato guerra agli imperi centrali. Il 23 maggio 1915 l'Impero italiano dichiarò guerra all'Austria.

Il Tirolo e, in particolar modo, l'Alta Pusteria divennero non solo immediate retrovie della guerra, ma anche fronte di combattimenti. Poichè la maggior parte delle truppe austriache erano schierate in Russia e in Serbia, a difesa della patria dovettero mobilitarsi il Landsturm (milizia territoriale) e i Landeschutzen.

Il fronte meridionale, lungo 600 chilometri di cui più di 100 oltre 2000 metri di quota, rimase pressochè immutato fino al 1917. Gli alloggiamenti e le postazioni dei soldati vennero spinti a quote sempre maggiori. Vennero realizzate strade di guerra, sentieri, funicolari per assicurare un più agevole trasporto dei materiali. Lungo il fronte i soldati scavarono una fitta rete di gallerie e cunicoli. Al combattimeno contro il nemico si aggiunse anche quello contro la natura.

Morirono molti più soldati in inverno sepolti dalle valanghe che vittime dei combattimenti stessi. Soltanto nel tardo autunno del 1917 vennero abbandonati gli avamposti nelle Dolomiti, quando l'Italia in seguito alla sconfitta di Caporetto dovette arretrare il fronte fino al Piave.

Questa terribile guerra lasciò sul terreno migliaia di morti ed un paesaggio sconvolto, che presenta ancora oggi i segni delle battaglie.

Le Dolomiti di Sesto, insieme ad altri massicci dei "Monti Pallidi" furono teatro di guerra dal 1915 al 1917, anni in cui si susseguirono violenti combattimenti sulla Croda Rossa di Sesto, sull'altopiano delle Tre Cime di Lavaredo, sul monte Piano e nella Valle di Landro.

All'ombra della Croda Bagnata (Nasswand) , al chilometro 128 della statale 51 dell'Alemagna, si trova un cimitero in cui sono sepolti soldati di nazionalità non tedesca dell'Impero austro-ungarico. Sul Monte Piano si possono visitare tuttora diverse postazioni della I Guerra Mondiale e un museo all'aperto. Una testimonianza eloquente di quest'epoca è data dalla Strada degli Alpini, una via attrezzata con chiodi e corde sulla Cima Undici.

Insieme alle Bocchette del Brenta è considerata la via attrezzata più spettacolare delle Dolomiti.

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