sabato 18 giugno 2011

Chiesetta di San Giovanni in Villa a Bolzano


La chiesetta di San Giovanni in Villa è uno dei veri tesori nascosti di Bolzano. La conoscono in pochi, e quasi esclusivamente per l’esterno dell’edificio, incastonato tra le case di una stradina laterale di via Cavour. Eppure è un piccolo gioiello dell’arte altoatesina. Chiusa al pubblico ormai da anni, sarà riaperta alle visite grazie all’iniziativa «Aperti per voi» del Touring Club Italiano. I dettagli dell’operazione saranno resi noti lunedì: quello che per ora si sa è che grazie all’impegno di una squadra di volontari, a partire dal prossimo fine settimana la chiesa sarà aperta al pubblico gli ultimi venerdì e sabato di ogni mese dalle 10 alle 12.20; l’idea è quella di proseguire nel progetto almeno fino all’inaugurazione del Mercatino di Natale e poi chiudere per l’inverno, quando la temperatura nella chiesetta cala drasticamente.

La chiesa di San Giovanni in Villa è stata consacrata nel 1180 e rifatta all’inizio del XIV secolo con l’aggiunta di un campanile romanico-gotico. La principale attrazione sono gli affreschi, il cui stato di conservazione ha quasi del miracoloso. Realizzati tra il 1330 e il 1370, sono importanti anche perché testimoniano la compresenza di elementi ricavati dalla scuola germanica (ad esempio nell’impianto narrativo) con altri di scuola italiana-giottesca, per esempio nella spazialità e nelle architetture. I due cicli rapppresentano le Storie di San Giovanni Battista sulla parete nord e le Storie di San Giovanni Evangelista in quella opposta. Gli autori - sicuramente più d’uno, probabilmente due - non sono stati identificati con chiarezza e sono chiamati convenzionalmente Primo e Secondo Maestro di San Giovanni; i loro affreschi furono commissionati dalla famiglia di banchieri fiorentini Botsch (la stessa che commissionò al Guariento gli affreschi della chiesa dei Domenicani). San Giovanni Battista è per altro il patrono di Firenze, la città dei committenti.

È indubitabile che i cicli di affreschi della chiesa confermino come Bolzano sia da secoli il luogo di incontro della cultura nordica e di quella italiana ed è anche per questo che speriamo che quanti più bolzanini possibile vengano a visitarla. L’apertura è garantita dalla dedizione dei volontari del Tci, che ovviamente non possono fare visite guidate ma possono rispondere a domande; in ogni caso saranno realizzati dei brevi testi descrittivi.

(Alto Adige, Sergio Rizza, 18 giugno 2011)

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