martedì 6 luglio 2010

San Nicolò di Valdurna



La chiesa di San Nicolò di Valdurna si trova nella frazione di Valdurna, una sessantina di case che si specchiano sull'omonimo lago. Da tempi immemorabili Valdurna è collegata alla Valle Isarco grazie ai valichi in direzione Chiusa e Scaleres. Le mulattiere erano interessate da un intenso traffico. Il passo omonimo collega Valdurna a Pennes.
Il primo documento in cui si fa menzione di Valdurna risale al 1273: un certo Enrico e la moglie Perchta donarono un terreno sito a "Truns in Valdurna" al celebre convento di Novacella (Bressanone). Valicando l'omonima forcella al si sotto del Corno del Ceppo (2590 m.) e passando davanti alla leggendaria fontana denominata "Muennichbrunnen", antichissimo luogo di culto dei pastori, in un paio d'ore si raggiunge Valdurna.
Il più antico documento che attesti una donazione a beneficio della chiesa parrocchiale risale al 1405: un uomo malato "Weigant an der laene" lasciò in dono 4 libbre veronesi. A quell'epoca la chiesa di Valdurna esisteva già da un paio di secoli come rivelano la costruzione romanica dell'edificio religioso.
Nel 1986 furono effettuati dei sondaggi alla chiesa che permisero di scoprire la presenza di affreschi sotto dieci strati di calce: a ridosso dell'altare neoromanico vennero alla luce le scene della leggenda di San Vito (precedente patrono della chiesa con la fustigazione, carcere, tortura nel forno, forca e morte del martire). Nell'ultima scena è inserito sant'Ulrico, contraddistinto dal pesce, venerato quale patrono speciale delle acque e dei fiumi; il sottostante bel lago alpino forniva ottime carpe, che nel quadro vengono donate al vescovo di Augusta.
Sugli altari i santi raffigurano i patroni dei committenti Vintler: Francesco d'Assisi - Sant'Elena - S. Lorenzo - S. Michele - S. Giovanni Battista.
Successivamente vennero riportati alla luce altri affreschi nel presbiterio e sulla parete frontale sopra l'arco trionfale, raffiguranti la leggenda di San Nicolò, gli Apostoli, Cristo in mandorla, le vergini savie e le vergini stolte. Nel 1990 vennero portati alla luce, sulla parete nord, gli affreschi che rappresentano il ciclo della Passione di Cristo, raffigurante in 14 quadri, come su un tendone quaresimale.
Inizia con la resurrezione di Lazzaro e termina con la resurrezione di Gesù; la Crocifissione viene inserita al centra e la flagellazione spostata sopra l'altare laterale.
Gli affreschi sono ragguardevoli. Vi appaiono evidenti motivi stilistici dell'area artistica veronese, come le nicchie a conchiglia degli apostoli nel coro, assai frequenti in Altichiero.

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