sabato 27 marzo 2010

Castel Cornedo / Schloss Karneid

Ogni castello ha una leggenda e anche Castel Cornedo non è da meno.
Si narra che ......

.. un cavaliere vivesse con la sua famiglia e la sua servitù in quel castello che era attorniato da campi, pascoli, boschi e vigneti coltivati dai suoi contadini. Il castello era in una posizione strategica: dominava strade e sentieri della Val d’Isarco e della Val d’Ega. Il Signore del castello si sentiva in una roccaforte, invincibile e sicuro di sé. Un brutto giorno la peste colpì queste zone e molte vite umane furono colte dalla “morte nera”. Quelle terre rigogliose e ridenti si erano trasformate in un teatro di morte. La Paura regnava ovunque e raggiunse presto anche il castello, in silenzio e in punta di piedi.
L'audace cavaliere aveva un nemico senza volto, colpiva a morte senza guardare in faccia a nessuno. Come combatterlo? Si chiuse nella cappella del castello invocando la Madonna e promettendo di fare un pellegrinaggio fino a Pietralba se la sua gente fosse stata risparmiata da quell’orrida fine. La “morte nera” aveva trovato un degno avversario, non riuscì a superare le mura del castello, qualcosa di misterioso e invisibile avvolgeva coloro che vi abitavano e li proteggeva da ogni male.
A poco a poco la peste si dileguò e la vita normale tornò ai villaggi, gli artigiani ripresero le loro attività, i contadini tornarono ai loro campi. Era come svegliarsi da un brutto incubo.
Ben presto però il cavaliere dimenticò le promesse fatte, organizzo feste e tutto ritornò come se nulla fosse accaduto. Il passato era passato.
Ma la Morte non dimenticò e venne a riprendersi ciò che era stato risparmiato!!
Il castello orami disabitato da tantissimi anni veniva guardato con sospetto dalla gente che per caso passava da quelle parti e che preferiva tenersi al largo da quel luogo in passato”maledetto”.
Ma in una notte…quelle notti buie e silenziose più del solito, i morti del castello, avvolti nei loro mantelli, a cavallo, tornarono nella loro vecchia dimora, come se fossero guidati da un richiamo irresistibile. In fila ad uno a uno, seguendo lo scheletro del Signore del Castello, si misero in cammino per assolvere in loro voto. Cavalcarono fino a valle, salirono sul monte opposto, attraversando prati e boschi fino ad arrivare a Pietralba e trovare la pace e il sonno eterno nelle loro tombe.

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